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Roberto Mancini, le dimissioni da Ct e le bizzarre “teorie” sui social

14 agosto 2023 | 07:30
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Roberto Mancini, le dimissioni da Ct e le bizzarre “teorie” sui social

Dopo le dimissioni di Mancini, sui social hanno cominciato a rimbalzare strane teorie: protagonisti la Juventus, Bonucci e Allegri. Ma di fonti o documenti neanche l’ombra. E così aumenta l’odio tra tifosi

Coverciano – Roberto Mancini si è dimesso da commissario tecnico della Nazionale. E’ questa la notizia che ha causato un vero e proprio terremoto sportivo e ha smosso non solo l’ambiente giornalistico, ma anche l’intero Paese (leggi qui). Tutti ben conoscono infatti l’impatto che ha il calcio, anche a livello culturale, in Italia.

Roberto Mancini

Roberto Mancini (Foto: figc.it)

Una notizia, come confermato anche dal ministro dello Sport Andrea Abodi, di cui sembrava essere conoscenza. Nè i vertici federali,nè tanto meno il Ministero. E che ha colto d’improvviso anche la stampa, con eccezione – per dovere di cronaca – di Libero, che ha anticipato la notizia. Eppure, nonostante il grande alone di mistero che circonda questa scelta, sui social  stanno circolando alcune “teorie” bizzarre. Che coinvolgono, direttamente o indirettamente, la Juventus, Leonardo Bonucci e Massimiliano Allegri. Con un impatto talmente forte da aver “costretto” alcuni protagonisti della vicenda a doversi giustificare, anche se non si sa bene di cosa. Ma per analizzare tutto ciò, occorre fare un bel passo indietro.

L’arrivo di Mancini a Coverciano

Andiamo per ordine. Roberto Mancini venne nominato commissario tecnico nel 2018, dopo la cocente mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Al timone di quel fatidico spareggio contro la Svezia, dove uscimmo con ossa e orgoglio distrutti, c’era Gianpiero Ventura che venne non solo esonerato, ma anche bersagliato dall’opinione pubblica. Come spesso accade, l’allenatore paga (quasi) per tutti i fallimenti della squadra: si può discutere se ciò sia giusto o meno, così tant’è. Anche l’allora presidente della Federcalcio, Carlo

Tavecchio, si dimise e chiese a tutti i consiglieri federali di fare lo stesso, ma si rifiutarono. E mentre il dibattito si focalizzò sul taglio delle (poche) teste, passò in sordina non solo il fatto che la Nazionale non riuscì a fare neanche un gol alla Svezia in due partite, ma anche l’incapacità nel mettere in atto il cambio generazionale.

Ad ogni modo la scelta di Mancini, ingaggiato per tentaredi risollevare una Nazionale distrutta, non venne accolta bene da gran parte dei tifosi – a dispetto di quel che si dice a posteriori –. Questo in quanto proveniva da esperienze non positive in Italia, Turchia e Russia.

Mancini si oppose – senza dirlo – ai più scettici già nella conferenza stampa di presentazione dove affermò: “Voglio vincere l’Europeo per gli italiani“. Dichiarazioni forti, con ancora la fresca ferita della non qualificazione al Mondiale, con cui si caricò di responsabilità

Il Ct di Jesi mise subito in atto il cambio generazionale, rivoluzionando e svecchiando la squadra, dando nuova linfa vitale. Con alcune decisioni molto rischiose, come la convocazione di Nicolò Zaniolo senza nemmeno aver debuttato in Serie A.

Da lì in poi ebbe inizio una grande cavalcata che portò l’Italia a dominare il proprio girone di qualificazione ad Euro 2020, dove gli Azzurri ottennero 30 punti. Ma non furono solo le vittorie ed i punti a destare scalpore, ma la rivoluzione dal punto di vista del gioco. L’Italia, spesso criticata in quanto fedele al “catenaccio e contropiede” stupì tutti giocando a calcio in maniera fluida, elegante, a tuttocampo. 

Dal trionfo a Wembley al disastro di Palermo

Come noto a fine 2019 a sconvolgere il mondo ci pensò la pandemia da Coronavirus. Pochi mesi dopo, ad inizio 2020, il Covid colpì l’Italia in maniera potente. E da lì in poi lockdown, restrizioni, divieti, limiti. Con pesanti conseguenze anche per il campionato di Serie A, fermato fino ad estate inoltrata. La pandemia, che molto velocemente si espanse in tutt’Europa, portò la Uefa ad una decisione a suo modo storica: il rinvio, di un anno, di Euro 2020. Una decisione comunque scontata ed attesa, che non turbò in particolare l’animo degli italiani (anche se innamorati del pallone). Il Paese era impegnato purtroppo a pensare a questioni ben più importanti come la tutela della propria salute, la perdita dei propri cari, le difficoltà economiche.

Il trionfo a Wembley (Foto: figc.it)

Una volta superata la fase più acuta della pandemia, non ci fu altra scelta che provare ad andare avanti. E questo significò anche riprendere con il calcio giocato, con gli Europei itineranti che ebbero inizio nel giugno 2021, come punta finale di una stagione dispendiosa al massimo. E la Nazionale, desiderosa di dare una gioia al suo popolo dopo aver sofferto le pene dell’inferno, lasciò il suo cuore in campo. A cominciare dai gironi dove vinse tutte e 3 le gare non subendo nemmeno un gol. Da lì in poi, in tanti cercarono di fermare il rullo compressore italiano: ma Austria, Belgio e Spagna dovettero capitolare. Fino ad arrivare alla finale di Wembley contro la grande favorita e padrona di casa Inghilterra. Che però, complice uno strepitoso Donnarumma ai rigori, dovette rinviare il suo appuntamento con la vittoria mentre l’Italia alzò al cielo il secondo Europeo della sua storia. Una grande festa ha colpito non solo Londra, ma tutta l’Italia, finalmente felice dopo tanta sofferenza. E artefice di ciò fu anche Mancini, in grado di risollevare una Nazionale distrutta.

Ma nel calcio, così come nella vita, non si campa di rendita. E subito dopo Wembley, qualcosa si ruppe. L’Italia non riuscì a qualificarsi ai Mondiali di Qatar 2022 tramite i gironi, complici anche i rigori sbagliati e fu costretta allo spareggio. E, a Palermo, si consumò la tragedia sportiva che nessuno avrebbe mai creduto di vedere (ancora). Al Barbera, stadio scelto dalla Figc per il suo calore, la Macedonia fece la storia e con un gol rocambolesco

La Macedonia del Nord batte l’Italia a Palermo

condannò gli Azzurri a lacrime, sangue e dolore. Sconfitta dovuta anche, e non si può non dire, alle scelte discutibili di Mancini. Il Ct Azzurro non ebbe forse il coraggio di cambiare, di prendere atto della fine di un ciclo, dando spazio solamente ai protagonisti di Wembley. Lasciando da parte calciatori che intanto si stavano facendo un nome e avevano fame. Perchè nel calcio si corre a più non posso e basta un attimo a perdere il treno.

Nonostante ciò, Mancini rimase al suo posto. Si vocifera che mise sul tavolo del presidente Figc, Gabriele Gravina, le sue dimissioni ma che furono respinte. Fatto sta che nè lui nè Gravina (nè altri) lasciarono il proprio posto. Come invece accadde a Ventura e Tavecchio. E come se nulla fosse accaduto, o non fosse poi così (sportivamente) grave.

Le dimissioni di Mancini e le teorie sui social

Ed è così che si è arrivati a queste giornate piene di tensione, dubbi e misteri. Mancini, che era stato appena nominato coordinatore di tutte le Nazionali, ha voluto rassegnare le dimissioni da Ct dopo 5 anni. Stupore ed incredulità, come detto, i sentimenti più comuni tra tutti. Forti indiscrezioni parlano di un’offerta monstre dalla nazionale saudita, di quelle cifre a cui ormai siamo abituati, che fanno saltare il banco e fanno vacillare chiunque.

Il saluto di ManciniL’ormai ex cit ha scritto un breve post su Instagram in cui ha sottolineato come sia stata una “decisione presa per motivi personali“, chiaramente non meglio specificati. Fatto sta che la Figc è voluta correre immediatamente ai ripari, perchè a settembre ci saranno due gare fondamentali di qualificazione per Euro 2024. Ed i nomi sono sostanzialmente 2: Antonio Conte e Luciano Spalletti, con l’ex Napoli che appare in vantaggio. Se non altro perchè si è appena laureato Campione d’Italia. Ed entro pochi giorni si dovrà decidere.

Ma sui social media, a dispetto di tutto ciò, sono iniziate a circolare voci, dubbi, teorie. Tutto privo di documenti, fonti, allegati. Che altro non stanno facendo che creare una clima di odio, frustazione, divisione. Secondo queste teorie infatti dietro  le dimissioni ci sarebbe una sorta di “accordo” tra la Juventus e Gabriele Gravina.

Quest’ultimo infatti – secondo le bizzarre teorie – avrebbe proposto a Bonucci di entrare nell’organico della Nazionale ed apparecchiato la tavola per l’arrivo di Massimiliano Allegri. E ciò sgraverebbe la Juve di due importanti stipendi: Bonucci è stato messo ai margini e sembra non avere mercato, mentre Allegri non si potrebbe cacciare nemmeno volendo visto lo stipendio che prende. Ripetiamo, è quanto sta circolando sui social. Ma di fonti, documenti, o allegati? Nemmeno l’ombra. Ed una “notizia”, anche se sui social, non può essere definita tale se priva di tutto ciò. Lo scopo? Credere che siano in corso “inciuci” tra Juventus e Figc, che a comandare siano altri, che ci siano interessi superiori. Il tutto collegato ai problemi finanziari dei bianconeri, le vicende giudiziarie, le recenti penalizzazioni e quant’altro. Con il fine di alimentare l’odio sociale e tra tifosi, perchè non è un mistero l’astio che c’è verso la società bianconera, soprattutto per le questioni legate a Calciopoli.

Leonardo Bonucci si è dovuto addirittura giustificare sui propri social media e lo ha fatto così: “Sono stufo di essere coinvolto in dinamiche completamente estranee alla mia persona e totalmente destituite di ogni fondamento. Ci tengo a sottolineare quanto sia lontana l’idea di ricoprire ruoli mai nemmeno lontanamente proposti. In quanto giocatore della Juventus, e rispettando il mio contratto con puntualità e correttezza, vedo l’azzurro rianere per me solo il colore di una maglia da indossare sul campo, con orgoglio e riconoscenza”. Parole chiare, forti, inequivocabili. A cui però, nell’epoca in cui i titoloni e le congetture fanno più notizia della realtà stessa, non è stato dato lo stesso spazio, la stessa credibilità, lo stesso valore. 

Per quanto riguarda il capitolo Allegri, da spiegare c’è anche poco. Tra pochissimi giorni inizierà il campionato ed il tecnico toscano, almeno al momento, è saldamento al comando. E non si capisce per quale motivo – salvo problemi che potrebbero sopraggiungere all’improvviso – dovrebbe divorziare con i bianconeri proprio ai nastri di partenza. Ma, come detto, le congetture fanno notizie, like, click. Mentre, nel frattempo, la realtà ci racconta come la Figc sia al lavoro per cercare un nuovo commissario tecnico in tempi rapidi e celeri. Ed è questa la notizia più importante, oltre che vera.