Roma. Infermiera uccisa a coltellate: l’ex della vittima resta in silenzio davanti al giudice

7 settembre 2023 | 13:04
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Roma. Infermiera uccisa a coltellate: l’ex della vittima resta in silenzio davanti al giudice

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Adil Harrati. L’uomo è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione

Roma – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Adil Harrati, il 45enne di origini marocchine, in questi giorni rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli con l’accusa di aver ucciso, lunedì scorso, la sua ex, l’infermiera Rossella Nappini. L’uomo, assistito dall’avvocato Rosario Cunsolo, è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione. Al termine dell’udienza il gip Daniela Caramica D’Auria, del pool di magistrati che indaga sulle violenze di genere, si è riservata di decidere sulla convalida.

Nel frattempo, dal Laterano fa sapere che il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma e ausiliare del settore Ovest, si è recato a visitare la mamma di Rossella Nappini. Il monsignore si è fermato per portare le condoglianze e la solidarietà della Diocesi di Roma e per un momento di preghiera.

“Non possiamo rimanere indifferenti di fronte al dilagare di tanta violenza che colpisce le donne! È una vera e propria “mattanza” che fa inorridire e che rivela come la cultura della morte ormai, come una nube oscura, stia avvolgendo tutto e tutti. Abbiamo bisogno di gridare: “basta!”, “la vita umana è sacra e non si tocca!”; ma abbiamo anche bisogno di riprendere con coraggio la sfida educativa, di impegnarci tutti nel diffondere la cultura della vita e del bene”, le parole del vescovo.

“La Chiesa, per mandato del suo Signore, ha il compito specifico di formare le coscienze; è una missione urgente dalla quale non possiamo sottrarci e che passa attraverso l’impegno di uomini e donne di buona volontà che credono nel Vangelo di Gesù Cristo e che si assumono la responsabilità di educare alla vita buona, di parlare con i figli e con i giovani per dire loro che il male si vince con il bene e che la violenza è sorella della morte; nella catechesi, negli oratori, nella predicazione e in tutte le altre occasioni che ci vengono concesse abbiamo bisogno di coniugare i contenuti della fede con le sfide e le tragedie di questo tempo”, prosegue Reina.

“La barbara uccisione di Rossella nel quartiere di Monte Mario, sia assunta come una sconfitta perché non si può morire così! Ma sia anche l’occasione per un sobbalzo di dignità e di coraggio perché sia affermata e difesa la sacralità della vita. Alla famiglia di Rossella la nostra vicinanza e la nostra preghiera – conclude -. A tutti i credenti l’appello accorato affinché da questa morte possiamo risorgere nella testimonianza dell’Amore che avvolge la vita”.

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