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Dalla guerra al sogno di Ventotene: storia dell’Unione europea

11 settembre 2023 | 07:00
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Dalla guerra al sogno di Ventotene: storia dell’Unione europea

Tra il 6 ed il 9 giugno 2024, circa 500 milioni di europei saranno chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento. Mai come quest’occasione, il verdetto potrebbe cambiare gli equilibri. Ma in quanti conoscono davvero la storia dell’Unione europea?

Bruxelles – Tra il 6 ed il 9 giugno 2024 circa 500 milioni di europei saranno a chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento, per un’elezione che rischia di sovvertire gli equilibri. Nonostante sia distante, la campagna elettorale è già iniziata ed alcune alleanze già formate, mentre altre sono ancora in via di definizione. Eppure, nonostante si tratti di un’Istituzione fondamentale le cui decisioni ricadono sulle teste di tutti noi, in pochi Bandiera dell'Unione Europeasembrano conoscere davvero l’Ue. Ecco perchè il Faro online ha deciso – da oggi – di lanciare una campagna informativa settimanale, con l’obiettivo di far conoscere ai lettori tutto ciò che riguardi l’Unione europea ed i suoi fondamenti. Tuttavia non si può parlare dell’Ue senza conoscerne storia, radici, trasformazioni. Motivo per cui il nostro “viaggio” comincia da lontano.

Da Ventotene a…Roma

Un’idea di Europa unita nacque già nel 1941, in piena Seconda guerra mondiale. Padri di

Altiero Spinelli (Foto: european-union.europa.eu)

quell’idea furono gli italiani Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Entrambi oppositori del regime fascista, vennero per questi spediti al confino sull’isola di Ventotene. E proprio qui misero nero su bianco il loro sogno, scrivendo l’opera “Per un’Europa libera e unita“, che successivamente prenderà il nome di “Manifesto di Ventotene“. Il testo, che venne inizialmente diffuso clandestinamente – verteva su un punto fondamentale: un’Europa unita in senso federale (come gli Stati Uniti, per intenderci) fondata su pace, libertà, unione tra i popoli. Tuttavia, per la prima edizione, si dovette aspettare fino al 1944, a regime fascista ormai caduta e l’Italia impegnata nella Resistenza contro i nazi-fascisti.

Nel 1951 – con la guerra, fortunatamente, ormai alle spalle – venne dato parzialmente seguito a quel Manifesto. Venne infatti istituita, a Parigi, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca). E L’Italia fu uno dei 6 paesi fondatori (insieme a Francia, Germania dell’Ovest, Paesi Bassi, Lussemburgo e Belgio). Obiettivo? La gestione comune delle materie prime per evitare la guerra in

Robert Schuman (Foto: european-union.europa.eu)

Europa. La Ceca entrò in vigore nel 1952, anno in cui furono convocate le prime elezioni del Parlamento europeo e fu nominata la prima Commissione europea.

A spingere più di tutti per la creazione dell’Istituzione furono il presidente del Consiglio italiano Alcide De Gasperi ed il ministro degli Esteri Robert Schuman. Quest’ultimo, il 9 maggio 1950, tenne a Parigi il primo discorso politico ufficiale in cui compare il concetto di Europa intesa come unione economica e, in prospettiva, politica tra i vari Stati europei. Per i più curiosi, il Faro online allega di seguito il testo integrale. Clicca qui per leggere la dichiarazione di Robert Schuman.

La Ceca ebbe vita breve e ben presto passò il testimone alla Comunità economica europea (Cee), che venne istituita (dagli stessi 6 paesi precedentemente citati) con il Trattato di Roma del 1957 e che entrò in vigore il 1′ gennaio 1958. Ben presto la CEE si allargò anche a Irlanda, Danimarca, Grecia, Spagna e Portogallo. Essa si pose l’obiettivo di dare vita al libero mercato tra i vari stati appartenenti, ridurre la disoccupazione ed aumentare la ricchezza.

Il Trattato di Maastricht: nasce l’Unione Europea

Uno sviluppo ben più significativo del processo d’integrazione si ebbe però nel 1992. Il 7 febbraio del 1992, infatti, venne firmato il Trattato di Maastricht (Paesi Bassi, leggi qui il documento): con questo Trattato, che entrò in viggore nel 1993, nacque l’Unione europea così come la conosciamo. Fu il prodotto di un percorso lunghissimo, cominciato a Ventotene nel ’51, come abbiamo visto. E che si fondò sugli ideali di pace, libertà, democrazia, stato di diritto. Ma anche libero mercato e libera circolazione di merci e persone sul territorio dell’Unione. Il Trattato venne firmato dai 12 paesi firmatari della Comunità europea ma, nel corso degli anni, si allargherà fino a raggiungere 27 Stati (il Regno Unito non fa più parte dell’Ue, come noto). Maastricht venne modificato in più occasioni. La prima nel 1997 con il Trattato di Amsterdam, che fu il primo tentativo dell’Ue di modificare le sue stesse regole in vista dell’imminente allargamento; la seconda nel 2009 con il Trattato di Lisbona.

Ad ogni modo il Trattato di Maastricht, di cui ancora oggi è depositario il Governo italiano, diede vita alla “cittadinanza europea”: chi nasce in uno Stato dell’Unione europea, diventa automaticamente cittadino europeo. E questo significa più diritti, più sicurezza, possibilità di viaggiare da uno Stato all’altro senza controlli alle frontiere, vivere, studiare e lavorare dove si vuole, partecipare a progetti Erasmus. E molto altro.

Nelle disposizioni finali – ed è questo il secondo punto cruciale – vennero poi messe le basi per la nascita di una moneta unica, ovvero l’Euro, che avrebbe sostituito tutte le monete nazionali. Una scelta che – ancora oggi – è causa di dibattiti ed accesi confronti politici.

Il problema della cessione di sovranità

L’Articolo 11 della Costituzione italiana recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo“. E’ la parte in neretto quella ad interessare di più non solo noi e voi lettori, ma anche – se non soprattutto – il mondo politico italiano e non.

I padri costituenti – ben prima che l’Ue nascesse – posero le basi per la cessione di sovranità nazionale se ciò avesse garantito la pace. Cessione che l’Italia ha esercitato proprio nel 1951 con la Ceca, e con l’Italia anche tutti gli altri paesi. I provvedimenti dell’Ue – salvo evidenti contrasti con le Costituzioni dei singoli dello Stato – sono in cima alla gerarchia delle fonti e gli Stati non possono fare altro che recepirli. Questo ha creato, come tutti sanno, un dibattito: c’è chi crede che l’Unione abbia ormai troppo potere e renda di fatto inutile l’attività del Governo nazionale (a volte anche lanciando l’idea di “uscire dall’Europa” sul modello Brexit), mentre c’è chi afferma che, in un mondo globalizzato al massimo, sia necessario anche aumentare il potere Ue.

Nello specifico, infatti, l’Unione europea si è dotata di vari organi di governo, le cui sedi sono tutte a Bruxelles, la cosiddetta “capitale europea”. Il Parlamento (che ha una sede anche a Strasburgo), la Commissione, il Consiglio europeo ed il Consiglio dell’Ue. Ma questo è materiale per un successivo approfondimento…