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Ladispoli. Ruba in un appartamento, poi cambia look: ladro “tradito” dai tatuaggi

18 settembre 2023 | 17:08
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Ladispoli. Ruba in un appartamento, poi cambia look: ladro “tradito” dai tatuaggi

L’uomo, una volta scoperto e rintracciato dagli agenti, li ha minacciati di morte

Ladispoli – Due furti in casa in pochi giorni: la Polizia di Stato, al termine di una serrata indagine, sottopone a fermo di indiziato di delitto un 34enne di origini romene. Inutile il suo tentativo di radersi barba e capelli per non essere riconosciuto.

Il primo dei 2 fatti, avvenuti entrambi in pieno giorno nel centro di Ladispoli, è accaduto al secondo piano di un appartamento della cittadina balneare, ove il sospettato è stato visto arrampicarsi sui tubi del gas posti esternamente alla palazzina ed entrare da una finestra. L’appartamento teatro del secondo crimine si trovava invece al piano terra ma, in questo caso, l’odierno indagato non è riuscito ad accedervi.

Gli investigatori del commissariato Ladispoli, che stavano già lavorando su alcune segnalazioni simili, hanno acquisito una serie di testimonianze, nonché le immagini dei sistemi di videosorveglianza degli appartamenti. Determinante è stato anche il rapporto di fiducia e di collaborazione che si è instaurato fra le varie parti coinvolte nei furti e la Polizia di Stato, grazie al quale alcuni poliziotti, che erano liberi dal servizio, si sono precipitati nei giardini di via Odescalchi in seguito alla segnalazione della presenza di un ragazzo somigliante a quello che alcuni residenti avevano visto arrampicarsi pochi giorni prima sui tubi del gas. Gli agenti, che avevano già studiato il volto del sospetto, nonostante quest’ultimo si fosse rasato completamente i capelli e la barba, lo hanno riconosciuto – anche grazie ai tatuaggi – e fermato.

Gli ulteriori elementi investigativi hanno consentito l’applicazione a carico del 34enne del fermo di indiziato di delitto da parte della Polizia Giudiziaria per il reato continuato di furto in abitazione. La misura pre-cautelare è stata poi convalidata dalla Magistratura. L’uomo dovrà anche rispondere separatamente per aver minacciato di morte i poliziotti che lo stavano arrestando.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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