Champions League, apoteosi Provedel: gol del portiere al 94′ e con l’Atletico finisce 1-1

Roma – Il calcio è uno sport che non ha una logica: e allora può capitare che, quando gli attaccanti non riescono a trovare la via del gol, a risolvere la situazione arriva…il portiere. Storia di fantasia? No, bensì il debutto in Champions League della Lazio. La squadra di Sarri, sotto per quasi tutta la gara contro l’Atletico Madrid, ha trovato il gol del pari al 94′ grazie ad Ivan Provedel. Il portiere italo-russo ha insaccato alle spalle del fenomenale Oblak con un colpo di testa da centravanti vero, quasi d’altri tempi. E se per lui è già assicurato un posto nella storia, per i biancocelesti si tratta di un punto fondamentale – trovato in maniera disperata – per proseguire il proprio cammino in Champions. Il ritorno di Diego Simeone, conosciuto come “Il Cholo”, in quella che è stata la sua casa per tanti anni, finisce con la beffa più grande che avrebbe potuto immaginare.

Così in campo

Davanti a Provedel, Sarri stupisce e manda in campo la coppia Patric-Romagnoli (solo panchina per Casale). Sulle fasce spazio a Luca Pellegrini e Marusic. A centrocampo intoccabile Luis Alberto, affiancato da Kamada e Vecino. In attacco Zaccagni e Felipe Anderson supportano Immobile.

Il Cholo risponde con Oblak in porta. Davanti a lui ben 5 difensori: Witsel, Hermoso e Savic, mentre Molina e Lino occupano le fasce. Griezmann è affiancato da Saul e Barrios, mentre davanti Morata regge da solo l’attacco.

Il match

L’inizio della gara è molto tattica con le due squadre che si studiano. I biancocelesti a poco a poco aumentano il fraseggio, mentre gli spagnoli attendono nella propria metà campo. Al 12′ ci Immobile tocca per Kamada, rasoterra centrale, ma il giapponese non crea nessun problema ad Oblak. Gli uomini di Simeone  rispondono al 19′ con Morata che lancia Griezmann che salta Patric, entra in area ma non riesce poi a calciare e Romagnoli spazza. Al 27′ è il turno di Felipe Anderson che centra dalla sinistra ma il cross è troppo alto per Kamada. La Lazio continua a spingere e sul cross di Marusic, arriva la girata al volo di Luis Alberto, che termina sul fondo. Nel momento di forcing biancoceleste, passa l’Atletico: al 29′ Molina tocca al limite per Barrios, destro deviato da Kamada e Provedel spiazzato per l’1-0 Atletico. La squadra di Sarri accusa il colpo, non riesce ad affondare. Non succede molto altro fino al duplice fischio dell’arbitro: la Lazio è sotto all’intervallo.

Ad inizio ripresa azione manovrata dei Colchoneros, terminata con una conclusione di Witsel dal limite ma Provedel blocca in due tempi. La squadra di Sarri ci prova ancora al 51′: traversone di Zaccagni, colpo di testa di Immobile, alzato in angolo da Gimenez. La Lazio spinge a più non posso a cerca di un pareggio che, di fatto, meriterebbe. Ma il destino sembra non essere (appunto, sembra…) dalla sua parte. Al 56′ infatti, su un rinvio sbagliato di Oblak, Felipe Anderson smarca Immobile che stoppa e calcia ma spreca tutto e il portiere si oppone. Continua il momento nero per il centravanti della Nazionale, che ha trovato il gol solo nella prima gara di Serie A.

L’Atletico esce allo scoperto e al 66′ colpisce il palo: punizione di Griezmann, destro di Morata sporcato da Romagnoli, ma il palo salva Provedel che si oppone un minuto dopo sull’ex Real.

Al 71′ buco di Romagnoli, Llorente entra in area e serve Lino, destro a colpo sicuro e miracolo di Provedel in uscita. Sul ribaltamento di fronte, tiro cross teso di Zaccagni, Oblak smanaccia oltre la traversa. La Lazio crede nel pari, ci prova prima Luis Alberto e al 92′ Cataldi ma questa volta è Oblak a fare il miracolo e deviare con la punta delle dita, mandando la palla in calcio d’angolo.

Quel corner, tuttavia, sembra essere solo una formalità. Un ultimo disperato tentativo di riacciuffarla, senza crederci nemmeno troppo. Ma – come anticipato – il calcio una logica non ce l’ha. E allora l’incredibile succede al 95′: da corner, Luis Alberto crossa in area, perfetta scelta di tempo di Provedel che di testa incorna alle spalle di Oblak per l’1-1 e l’ovazione dell’Olimpico.

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