Rapina un turista, poi tenta la fuga: “beccato” dai passanti a Stazione Termini

30 settembre 2023 | 11:50
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Rapina un turista, poi tenta la fuga: “beccato” dai passanti a Stazione Termini

L’uomo aveva strappato dal collo una catenina d’oro ad un turista. Raffica di arresti nei pressi della stazione

Roma – Nessuna sosta nella zona della Stazione Roma Termini. Ogni giorno i servizi di Polizia Giudiziaria dedicati e il controllo del territorio rafforzato consentono di assicurare alla giustizia molti soggetti autori di reati predatori, che turbano il senso di sicurezza di tutte le persone che gravitano intorno al principale scalo ferroviario capitolino.

Gli agenti del commissariato Viminale, in Piazza dei Cinquecento, hanno arrestato un cittadino tunisino di 24 anni poiché gravemente indiziato del reato di rapina. L’uomo, poco prima, ha strappato dal collo una catenina d’oro ad un turista inglese, per poi darsi alla fuga, ma è stato rincorso e raggiunto da alcuni passanti, per poi essere bloccato e tratto in arresto dagli agenti del commissariato Viminale che pattugliavano la zona.

Altra ordinanza riguarda un 19enne gravemente indiziato di rapina. É l’una di notte del 26 agosto scorso quando un 55enne, in via Giovanni Giolitti, viene avvicinato dal giovane in questione che lo spintona fino a farlo rovinare a terra e poi lo rapina del cellullare con cui stava effettuando una telefonata. Il minuzioso lavoro dei poliziotti del commissariato Viminale e l’accurata visione di tutte le telecamere presenti in zona hanno portato all’identificazione del 19enne e all’esecuzione della misura disposta dall’Autorità Giudiziaria. Nelle medesime modalità è avvenuta l’identificazione di un altro straniero, sempre ad opera degli agenti del commissariato Viminale, anch’egli destinatario di una misura cautelare, poiché gravemente indiziato di furto aggravato. Il 25enne, nella data del 7 settembre scorso, aveva strappato una catenina d’oro dal collo di una donna mentre quest’ultima si accingeva a salire sul tram in via Giovanni Giolitti.

Un 20enne di origini romene è stato invece arrestato in flagranza di reato dopo aver sottratto il portafoglio dalla borsa di una donna in via Gioberti. Bloccato dagli agenti in borghese ha cercato con violenza di evitare l’arresto. Rapina è il reato contestato. La Procura ha chiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Roma la convalida della misura adottata dalla Polizia di Stato.

I poliziotti poi, intervenuti in via dei Mille per una lite, hanno arrestato un cittadino italiano di 20 anni poiché gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. L’uomo ha dichiarato agli agenti che poco prima aveva avuto una lite per futili motivi con un altro soggetto che però si era allontanato prima del loro arrivo. I poliziotti insospettiti dal forte odore che emanava il suo zaino hanno proceduto ad una perquisizione, trovando all’interno dello zaino 97 grammi di hashish e 54 grammi di marijuana. Alla fine degli accertamenti l’uomo è stato arrestato.

Ancora gli agenti del commissariato di via Farini hanno arrestato un uomo iracheno di 37 anni poiché gravemente indiziato del reato di furto. I poliziotti, durante un servizio antirapina, sono stati fermati da un uomo che ha riferito loro di essere stato derubato del suo cellulare mentre dormiva su una panchina. Una volta apprese le descrizioni del ladro, gli agenti, grazie alla capillare conoscenza del territorio e dei soggetti che vi gravitano, lo hanno immediatamente trovato e tratto in arresto.

I poliziotti del Commissariato Esquilino, invece, hanno arrestato due donne di origini romene di 28 e 26 anni poiché gravemente indiziate del reato di furto. Le due hanno notato un uomo che stava effettuando un prelievo Bancomat e, approfittando della sua distrazione, hanno asportato il suo portafogli per poi darsi alla fuga, ma non avevano fatto i conti con i poliziotti in borghese del Commissariato Esquilino, che hanno assistito alla scena bloccandole immediatamente e traendole in arresto.
Tutti gli arresti sono stati convalidati.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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