Il Papa: “Per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione, per il corrotto è più difficile”

1 ottobre 2023 | 13:17
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Il Papa: “Per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione, per il corrotto è più difficile”

All’Angelus il Pontefice ammonisce severamente i fedeli: “Fratelli e sorelle, peccatori sì – lo siamo tutti –, corrotti no!”. Poi annuncia una nuova esortazione apostolica su Santa Teresa del Bambino Gesù, e un incontro speciale con i bambini di tutto il mondo

Città del Vaticano – “Per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione; per il corrotto, invece, è molto più difficile. Infatti i suoi falsi ‘sì’, le sue parvenze eleganti ma ipocrite e le sue finzioni diventate abitudini sono come uno spesso ‘muro di gomma’, dietro al quale si ripara dai richiami della coscienza. E questi ipocriti fanno tanto male! Fratelli e sorelle, peccatori sì – lo siamo tutti –, corrotti no! Peccatori sì, corrotti no!”.

A dirlo è Papa Francesco che, affacciato su una piazza San Pietro gremita da 21mila fedeli per la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus, commenta così l’odierna pagina del Vangelo. Una pagina dove si parla di due figli, ai quali il padre chiede di andare a lavorare nella vigna (cfr Mt 21,28-32). Uno di loro risponde subito “sì”, ma poi non ci va. L’altro invece, dice di no, ma poi si pente e va.

“Che dire di questi due comportamenti? Il primo mente, mentre l’altro sbaglia, ma resta sincero – fa notare il Papa -. Guardiamo al figlio che dice ‘sì’, ma poi non va. Egli non vuole fare la volontà del padre, ma non vuole nemmeno mettersi a discuterne e parlarci. Così si nasconde dietro a un finto assenso, che nasconde la sua pigrizia e per il momento gli salva la faccia, è un ipocrita. Se la cava senza conflitti, però raggira e delude suo padre, mancandogli di rispetto in un modo peggiore di quanto non avrebbe fatto con uno schietto ‘no’. Il problema di un uomo che si comporta così è che non è solo un peccatore, ma un corrotto, perché mente senza problemi per coprire e camuffare la sua disubbidienza, senza accettare alcun dialogo o confronto onesto”.

L’altro figlio, al contrario, quello che dice “no” ma poi va, è invece sincero: “Non è perfetto, ma sincero. Si assume, cioè, la responsabilità del suo comportamento e agisce alla luce del sole. Poi, con questa onestà di fondo, finisce col mettersi in discussione, arrivando a capire di avere sbagliato e tornando sui suoi passi. È, potremmo dire, un peccatore, ma non un corrotto”. Da qui il monito: “Sentite bene questo: questo è un peccatore, ma non è un corrotto. Fratelli e sorelle, peccatori sì – lo siamo tutti –, corrotti no! Peccatori sì, corrotti no!”.

Bergoglio invita quindi tutti i presenti a un serio esame di coscienza: “Poniamoci qualche interrogativo. Di fronte alla fatica di vivere una vita onesta e generosa, di impegnarmi secondo la volontà del Padre, sono disposto a dire “sì” ogni giorno, anche se costa? E quando non ce la faccio, sono sincero nel confrontarmi con Dio sulle mie difficoltà, le mie cadute, le mie fragilità? E quando dico “no”, poi torno indietro? Parliamo con il Signore di questo. Quando sbaglio, sono disposto a pentirmi e a tornare sui miei passi? Oppure faccio finta di niente e vivo indossando una maschera, preoccupandomi solo di apparire bravo e per bene? In definitiva, sono un peccatore, come tutti, oppure c’è in me qualcosa di corrotto? Non dimenticatevi: peccatori sì, corrotti no”.

Dopo la benedizione il Papa ricorda don Giuseppe Beotti, proclamato ieri beato a Piacenza col titolo di martire poiché ucciso in odio alla fede nel 1944 dai nazisti: “Pastore secondo il cuore di Cristo, non esitò ad offrire la propria vita per proteggere il gregge a lui affidato”.

Francesco si rivolge poi alla Comunità Internazionale: ” Seguo in questi giorni la drammatica situazione degli sfollati del Nagorno-Karabakh. Rinnovo il mio appello al dialogo tra l’Azerbaigian e l’Armenia, auspicando che i colloqui tra le parti, con il sostegno della Comunità internazionale, favoriscano un accordo duraturo che ponga fine alla crisi umanitaria. Assicuro la mia preghiera per le vittime dell’esplosione di un deposito di carburante avvenuta nei pressi della città di Stepanakert”.

Quindi, la supplica alla Vergine Maria per la pace ai confini dell’Europa: “Oggi inizia il mese di ottobre, il mese del Rosario e delle missioni. Esorto tutti a sperimentare la bellezza della preghiera del Rosario, contemplando con Maria i misteri di Cristo e invocando la sua intercessione per le necessità della Chiesa e del mondo. Preghiamo per la pace, nella martoriata Ucraina e in tutte le terre ferite dalla guerra. Preghiamo per l’evangelizzazione dei popoli. E preghiamo anche per il Sinodo dei Vescovi, che in questo mese vivrà la prima Assemblea sul tema della sinodalità della Chiesa”.

Poi, l’annuncio a sorpresa di una nuova esortazione apostolica: “Oggi si festeggia Santa Teresa del Bambino Gesù, Santa Teresina, la santa della fiducia. Il prossimo 15 ottobre si pubblicherà una Esortazione apostolica sul suo messaggio. Preghiamo Santa Teresina e la Madonna. Ci aiuti Santa Teresina ad avere fiducia e a lavorare per le missioni”.

E, prima di congedarsi, circondato da un piccolo gruppo di bambini annuncia anche un incontro con i più piccoli: “Oggi qui accanto a me, potete vedere, ci sono cinque bambini, in rappresentanza dei cinque continenti. Insieme con loro desidero annunciare che nel pomeriggio del 6 novembre, nell’Aula Paolo VI, incontrerò bambini di tutto il mondo. L’evento, patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione, avrà come tema “Impariamo dai bambini e dalle bambine”. Si tratta di un incontro per manifestare il sogno di tutti: tornare ad avere sentimenti puri come i bambini, perché a chi è come un bambino appartiene il Regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni e l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto per tutto il creato. Cari bambini, vi aspetto tutti
per imparare anch’io da voi”. Infine, l’immancabile saluto: “A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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