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Civitavecchia, detenuto aggredisce un poliziotto con un calcio al petto

5 ottobre 2023 | 09:15
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Civitavecchia, detenuto aggredisce un poliziotto con un calcio al petto

Un altro episodio di violenza nel carcere di Civitavecchia. FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il detenuto si è rifiutato di svuotare il cestino della sua cella ed ha poi sferrato il violento colpo”

Civitavecchia – “Stavolta il Poliziotto penitenziario di turno nel carcere Civitavecchia, ha ‘ottenuto’ sette giorni di prognosi per un violento calcio in pieno torace da parte di un detenuto che non voleva svuotare il cestino della propria cella così come previsto da regolamento penitenziario.”.

A darne notizie è il coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria, che spiega: “Il detenuto, dopo essere stato sollecitato dal poliziotto, ha prima risposto in modo brusco, ma senza dare cenno di ulteriore segno di nervosismo, poi, una vota che il poliziotto ha abbassato la guardia e l’attenzione, gli ha sferrato un violento calcio nella parte frontale del torace, scaraventandolo per qualche metro e poi contro la parete retrostante. Gli altri colleghi poliziotti, hanno soccorso il malcapitato e riportato alla calma il detenuto che è già noto per altre aggressioni messe in atto in passato”.

Le pulizie delle proprie celle detentive, compreso lo svuotamento del proprio cestino, sono previste dalle regole penitenziarie – dichiara Mirko Manna, nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria – e fanno parte delle minime regole e prese di responsabilità che ogni detenuto dovrebbe dimostrare per intraprendere quel percorso di recupero che gli permetterà di reinserirsi nella società una volta scarcerato a fine pena. Purtroppo, il DAP, dimostra ogni giorno di aver perso il controllo della gestione della popolazione detenuta nelle carceri. In questi ultimi decenni non ha saputo bilanciare la necessità del mantenimento della sicurezza nelle carceri, con il compito di mettere in campo strategie utili per il reinserimento nella società delle persone condannate e detenute per reati gravi. La garanzia della sicurezza all’interno delle carceri che passa anche da gesti semplici come svuotare un cestino dei rifiuti, è prerequisito fondamentale per cercare di avvicinarsi a quell’articolo 27 della Costituzione, tanto citato, quanto poca è conosciuta la strada per raggiungerlo”.

“Il moltiplicarsi di eventi critici nelle carceri, come li chiama il DAP – conclude Manna – e che non sono altro che calci, pugni e addirittura accoltellamenti ai poliziotti penitenziari da parte di detenuti che possono permettersi ormai di ignorare qualunque regola di convivenza, minano alle fondamenta il ruolo stesso di tutta la catena del sistema giustizia. Se non si ricorrerà ai ripari con immediatezza, il collasso dell’intero impianto, è solo questione di tempo. Ed in molti se lo stanno augurando”.

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