Expo 2030 e lo sponsor saudita per la Roma. Il Campidoglio trema: facciamo chiarezza

5 ottobre 2023 | 19:59
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Expo 2030 e lo sponsor saudita per la Roma. Il Campidoglio trema: facciamo chiarezza

La Roma ha stretto una partnership commerciale con “Season Riyadh”. E dal Campidoglio temono si tratti di un autogol in vista di Expo 2030

Roma – Uno sponsor entra a gamba tesa – tanto per rimanere in ambito calcistico – nella corsa ad Expo 2030. Molti già parlano di tradimento, di tifo contrario rispetto alla propria città, di sabotaggio. E dal Campidoglio arrivano sensazioni di sorpresa, stupore ed anche paura di non aggiudicarsi l’esposizione.

Expo 2030

Foto: asroma.com

Ma da cosa nasce questa feroce polemica? Andiamo per ordine. La Roma ha annunciato, tramite il proprio sito ufficiale (leggi qui), di aver chiuso la partnership con Riyadh Season, con quest’ultimo che diventerà il nuovo sponsor della società giallorossa. Già a partire dalla gara di Europa League, la squadra di Josè Mourinho scenderà in campo con il marchio saudita che andrà a sostituire la scritta “Spqr”, sicuramente suggestiva, ma da cui la società non ha incassato nemmeno un quattrino. Dalla partnership con Riyadh Season, invece, entreranno nelle casse della società giallorossa ben 25 milioni di euro in 2 anni.

Cos’è Riyadh Season? Altro non è che uno degli eventi mondiali di intrattenimento più importanti e visitati al mondo, che attrae milioni di visitatori da tutto il mondo e punta molto sulle manifestazioni sportive. La Riyadh Season è stata organizzata da diverse autorità saudite, tra cui il Ministero della Cultura, sotto la guida di un comitato guidato dal principe ereditario Mohammed bin Salman. La manifestazione si aprirà a fine ottobre e terminerà a marzo. 

Tutto normale, fin quì. Ma pur trattandosi di una partnership commerciale, tanto è bastato per far tremare il Campidoglio: proprio Roma e Riyadh, infatti, si stanno contendendo l’assegnazione di Expo 2030. La decisione è ormai alle porte: il Bureau International des Expositions (Bie), di cui fanno parte oltre 170 paesi, sarà chiamato a votare 23 novembre prossimo saranno chiamati al voto. I vertici capitolini dunque credono che, a così poco tempo dalla scadenza, la partnership si tratti di un autogol dato che sulle magliette della società giallorossa sarà ben visibile il nome di Riyadh.

A tal proposito, va segnalato un altro fatto. Già ieri sono emerse alcune forti indiscrezioni secondo cui fosse vicinissima la chiusura tra la Roma ed un altro sponsor, “Visit Riyadh”. Ma essendo un invito troppo “diretto”, da Trigoria avrebbero deciso di lasciar perdere anche per non condizionare in alcun modo l’assegnazione. E proprio da Trigoria fanno sapere come siano ottimi i rapporti tra la società giallorossa e l’Amministrazione di Roma Capitale, con il progetto dello stadio a Pietralata che sta prendendo sempre più piede (leggi qui)

A tal proposito, è intervenuto anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che su Expo 2030 si sta giocando tanto, se non tutto. Il Primo cittadino capitolino, secondo dichiarazioni raccolte

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri

dall’Ansa, ha deciso di guardare il bicchiere mezzo pieno:  “Ci temono. Noi siamo Davide, loro Golia Come andrà la partita di Expo non lo so. So che noi ci batteremo fino alla fine senza timore e che ogni tanto, come insegnano i racconti biblici, le cose vanno diversamente dai pronostici…”.

Molto più dura la presidente della commissione Expo 2030, nonchè ex sindaca, Virginia Raggi. In una recente intervista, non ha usato mezzi termini e ha definito una “vergogna” lo sponsor saudita, a causa dei tempi ravvicinati del voto, invitando la società giallorossa a mettere anche il nome di Expo.

Ad ogni modo, dal Campidoglio sono ben consapevoli che sarà difficilissimo superare la concorrenza saudita. Se non altro per il gran numero d’investimenti su cui Riyadh ha deciso di puntare negli ultimi mesi/anni, ed il calcio ne è un esempio. Basti vedere quanti campioni in estate hanno deciso di abbandonare l’Europa per spostarsi in Arabia Saudita, vuoi per “sposare il progetto”, vuoi per i lautissimi stipendi. Ed anche perchè Bin Salman da quando ha preso il potere, a costo di sacrificare i diritti fondamentali, ha lanciato una forte campagna di rilancio del Paese.

Ad ogni modo, difficile credere che una partnership commerciale possa spostare i voti del Bie. Ma staremo a vedere: il voto è ormai alle porte.

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