Lotta alla pedofilia, appello della Commissione vaticana al Sinodo: “Sia una priorità”

10 ottobre 2023 | 10:35
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Lotta alla pedofilia, appello della Commissione vaticana al Sinodo: “Sia una priorità”

La Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori voluta da Papa Francesco lancia un appello al Sinodo: “Troppi insabbiamenti e tragiche carenze nelle norme destinate a punire gli abusanti”

Città del Vaticano – A poco meno di una settimana dall’inizio del Sinodo sulla Sinodalità, la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori lancia un appello all’assise riunita nell’Aula Paolo VI affinché la lotta alla pedofilia e agli abusi nella Chiesa diventi una priorità nell’agenda del Sinodo.

“Come Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori – si legge in un lungo comunicato stampa diffuso dal Vaticano – esprimiamo il nostro profondo dolore e la nostra incondizionata solidarietà, prima di tutto, alle vittime e ai sopravvissuti di tanti crimini ignobili commessi nella Chiesa. Ogni giorno sembra portare nuove prove di abusi, nonché di insabbiamento e di gestione inappropriata da parte della leadership ecclesiastica in tutto il mondo. Mentre alcuni casi sono soggetti a grande attenzione nei media, altri casi sono poco conosciuti – se non per niente – lasciando molte persone a soffrire in silenzio. Ogni abuso comporta l’angoscia e il dolore di un terribile tradimento, non solo da parte dell’abusante, ma anche da una Chiesa incapace o addirittura non disposta a fare i conti con la realtà delle sue azioni”.

“Ascoltiamo – prosegue la Commissione – e siamo turbati dai rapporti sulle azioni di individui che ricoprono cariche di responsabilità all’interno della Chiesa, della sofferenza di coloro che sono stati colpiti, così come dal tragico retaggio di comportamenti ignobili associati ai movimenti laicali e di altro genere, e a molte aree della vita istituzionale della Chiesa. Siamo profondamente scossi dall’immensa sofferenza, dal dolore persistente e dalla rivittimizzazione vissuta da così tante persone, e condanniamo inequivocabilmente tali crimini – e la loro impunità – perpetrati contro molti dei nostri fratelli e sorelle. Ribadiamo il nostro fermo impegno a lavorare per garantire, per quanto possibile, che tali atti abominevoli e riprovevoli siano eradicati dalla Chiesa”.

I casi resi pubblici recentemente, fanno notare da Oltretevere, “evidenziano tragiche carenze nelle norme destinate a punire gli abusanti, come pure ad assicurare la corretta gestione da parte di coloro che hanno il dovere di affrontare questi misfatti. Siamo molto in ritardo nel correggere le lacune nelle procedure, che lasciano le vittime ferite e all’oscuro sia durante che dopo che i casi sono stati decisi. Continueremo a studiare attentamente ciò che non funziona e ad insistere affinché si provveda ad apportare i necessari cambiamenti, di modo che tutti coloro che sono stati colpiti da questi atroci crimini abbiano accesso alla verità, alla giustizia e alla riparazione. Ci impegniamo anche ad utilizzare il nostro ruolo per sollecitare gli altri rappresentanti della Chiesa che hanno la responsabilità di affrontare questi crimini, affinché adempiano efficacemente alla loro missione, minimizzino il rischio di ulteriori trasgressioni e garantiscano un ambiente rispettoso per tutti”.

Da qui l’appello alla conversione per i leader della Chiesa: “La nostra Commissione è stata istituita poco dopo l’elezione di Papa Francesco nel 2013. In armonia con il Consiglio dei Cardinali, la Commissione ha supervisionato una serie di iniziative che hanno messo in luce la realtà degli abusi sessuali e la necessità di salde riforme per affrontare sia gli abusi che la loro gestione inadeguata da parte dei leader della Chiesa. Siamo ora nella fase di allineamento e consolidamento dei nostri sforzi con quelli del Dicastero per la Dottrina della Fede, e di tutti quegli organismi della Curia Romana il cui lavoro incide sulla tutela in tutto il mondo. Tuttavia, cinque anni dopo il Summit del 2019 sulla Protezione dei Minori, che ha riunito i leader della Chiesa di tutto il mondo, permangono profonde frustrazioni in particolare tra coloro che cercano giustizia per i torti subiti: nessuno dovrebbe dover implorare giustizia nella Chiesa. La resistenza inaccettabile che persiste indica una scandalosa mancanza di risoluzione da parte di molti, nella Chiesa, spesso aggravata da una seria carenza di risorse. Papa Francesco ci ha ammonito che le disuguaglianze nel mondo non devono infettare la Chiesa”.

Secondo la Commissione, “ci potrà essere un cambiamento efficace solo con la conversione pastorale dei leader della Chiesa. Mentre il Collegio dei Cardinali si riunisce in Concistoro, siamo incoraggiati dal frequente monito del Santo Padre nei confronti di coloro che sono chiamati a questo ruolo speciale, ruolo la cui responsabilità comporta che il sangue da versare sia il proprio e non quello di coloro sotto la loro cura. Come modello di coraggioso proprio sacrificio, la creazione di nuovi Cardinali è un momento opportuno per la riflessione, il pentimento e il rinnovo del nostro impegno indissolubile a proteggere e difendere i più vulnerabili, utilizzando tutti i mezzi possibili”.

Facciamo appello a tutti coloro che sono uniti nel Sacro Collegio affinché ricordino le vittime e le loro famiglie e includano, come parte del loro giuramento di fedeltà, un impegno a rimanere fermi nell’onorare coloro che sono stati colpiti da abusi sessuali, unendosi a loro nella comune ricerca della verità e della giustizia. Tutti i vescovi e i superiori religiosi dovrebbero fare eco a questo impegno. Insieme a tutti coloro che hanno subito un abuso e le conseguenze da esso derivanti, diciamo: “Basta!”

Oltre all’appello, la Commissione vaticana rivolge ai padri sinodali anche un'”esortazione cristiana al cambiamento”: “Un momento importante per promuovere questi sforzi si colloca nel prossimo Sinodo sulla Sinodalità. La realtà degli abusi sessuali nella nostra Chiesa va al cuore dell’agenda del Sinodo. Tratta di chi siamo come comunità di fede, fondata su Gesù. Permea discussioni sui modelli di leadership, ruoli nel ministero, standard professionali di comportamento e di giusta relazione, gli uni con gli altri e con tutta la creazione. Chiediamo che l’abuso sessuale nella Chiesa permei le vostre discussioni quando affrontate insegnamento, ministero, formazione e governance. Come comunità dei riconciliati, il sacro culto della Chiesa dovrebbe trovare anche un’adeguata inclusione ed espressione di questo fallimento così intimo della Chiesa stessa. Anche se a volte può sembrare un insieme scoraggiante di domande da affrontare, vi preghiamo di unirvi nel fronteggiare la sfida affinché si possa affrontare la minaccia posta dagli abusi sessuali alla credibilità della Chiesa nell’annunciare il Vangelo”.

“Vi esortiamo – prosegue la Commissione – a dedicare tempo e spazio significativi per integrare la testimonianza delle vittime/sopravvissuti nel vostro lavoro. Infatti, molti se non tutti i partecipanti al Sinodo hanno le loro esperienze nel confronto o nella gestione degli abusi sessuali nella Chiesa, le quali potrebbero diventare una parte esplicita delle vostre deliberazioni. Vi esortiamo a lavorare verso il giorno in cui tutti i ministeri della Chiesa diventeranno luoghi di accoglienza, empatia e riconciliazione per coloro che sono stati colpiti dagli abusi. Unitevi a tutti quelli che si ribellano alla endemica compiacenza di coloro che, nella Chiesa e nella società, silenziano queste testimonianze minimizzandone l’importanza e soffocandone la speranza di rinnovamento. Vi esortiamo a lavorare per costruire il momento in cui la nostra Chiesa prenda pienamente atto e piena responsabilità dei torti fatti a così tanti sotto la sua cura. Vi esortiamo a camminare verso il giorno in cui tutti i bambini saranno protetti da politiche e procedure di sicurezza adeguate, conosciute e consolidate. Vi esortiamo a lavorare per edificare il giorno in cui sistemi trasparenti e accessibili di risarcimento per i misfatti dei ministri della Chiesa saranno ben implementati secondo standard accettabili. Vi esortiamo a camminare verso il giorno in cui tutti nella nostra Chiesa saranno capaci di comprendere e assumersi la responsabilità di una solida protezione in tutte le diocesi e nelle parrocchie e nelle scuole, come anche negli ospedali, nei centri di riposo, nelle case di formazione e in tutti gli altri luoghi dove la Chiesa è presente e attiva. Quel giorno deve ancora arrivare. E per molti sembra ancora lontano”.

Facciamo nostro il messaggio che ci ha affidato Papa Francesco durante la nostra più recente udienza, dicendo: “Quando è stato fatto del male alla vita delle persone, siamo chiamati a tenere presente il potere creativo di Dio di far emergere la speranza dalla disperazione e la vita dalla morte. Il terribile senso di perdita che molti sperimentano a seguito di un abuso può talvolta sembrare un fardello troppo pesante da portare. I leader della Chiesa, che condividono un senso di vergogna per la loro incapacità di agire, hanno subìto una perdita di credibilità, e la nostra stessa capacità di predicare il Vangelo è stata danneggiata. Tuttavia, il Signore, che porta una nuova nascita in ogni epoca, può ridare vita alle ossa secche (cfr. Ezechiele 37:6). Anche quando il cammino da percorrere è difficile e impegnativo, vi esorto a non impantanarvi; continuate a tendere la mano, a cercare di infondere fiducia in coloro che incontrate e che condividono con voi questa causa comune. Non scoraggiatevi quando sembra che poco stia cambiando in meglio. Perseverate e continuate ad andare avanti!”

“Vi esortiamo – l’appello finale – a lavorare verso questi obiettivi, attesi da tempo: non solo per uno o due giorni durante il vostro incontro, ma durante l’intero processo sinodale. Il loro raggiungimento sarà un segno distintivo del successo del Sinodo, un segno che stiamo camminando con i feriti e i dimenticati come discepoli dell’unico Signore, alla ricerca di una via migliore”.

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