Il divertimento di 2 giovani di Latina: picchiare un disabile mentale. Scatta il daspo urbano

Latina – Avrebbero preso a calci e pugni un disabile mentale, trasformando Latina in un teatro di violenza. Violenza che, già deprecabile di suo, è stata scagliata contro un fragile, contro chi non ha nemmeno la possibilità di difendersi. Un vero e proprio atto di vigliaccheria che, a quanto si apprende, sarebbe scaturito dalla volontà degli aggressori di “divertirsi“.

L’assurda storia è datata a quest’estate: 2 giovani di 18 e 19 anni, nella notte dell’8 luglio 2023, all’interno  “zona pub” di Latina, per mero divertimento, avrebbero infatti brutalmente picchiato un ragazzo con evidenti difficoltà cognitive ed emotivamente molto fragile. Fortunatamente intervennero alcune persone presenti, addetti alla sicurezza del locale e avventori. Un’intervento che non deve essere andato giù agli aggressori e che avrebbe fatto scattare l’ira funesta: hanno infatti rotto alcune suppelletili e scagliato bicchieri di vetro (di proprietà del locale) con l’obiettivo di colpire gli addetti alla sicurezza.

I poliziotti della Volante, intervenuti sul posto, rintracciarono poco distante i 2 presunti aggressori, segnalandoli in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Latina. Per entrambi il Questore di Latina ha emanato il daspo urbano:: non potranno frequentare (per 2 anni) locali pubblici o aperti al pubblico destinati alla somministrazione di alimenti e/o bevande quali pub, taverne, bar e ristoranti, nonché locali di pubblico intrattenimento quali discoteche, locali notturni, locali da ballo, ed affini ricadenti nell’area della movida Comune di Latina. In caso di violazione i destinatari, come detto già gravati da analogo provvedimento per i locali del lungomare di Latina, rischiano la reclusione da 1 a 3 anni e la multa da 10.000 a 24.000 euro.

Per arginare i sempre più frequenti casi di violenza in luoghi di incontro o svago, vengono azionati tutti gli strumenti già utilizzati contro gli ultrà in ambito sportivo, come appunto quello di impedire a giovani che si rendono autori di violenze in zone con numerosi locali pubblici e ad alta frequentazione, di stazionare nelle vicinanze dei locali pubblici per un periodo da sei mesi a tre anni, in analogia appunto per i soggetti colpiti dal daspo sportivo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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