Il Lazio maglia nera per le condizioni di vita dei bambini: quasi 4mila solo a Roma

24 ottobre 2023 | 15:47
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Il Lazio maglia nera per le condizioni di vita dei bambini: quasi 4mila solo a Roma
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Il Lazio maglia nera per le condizioni di vita dei bambini: quasi 4mila solo a Roma
Il Lazio maglia nera per le condizioni di vita dei bambini: quasi 4mila solo a Roma

I dati allarmanti di Save The Children che lancia una campagna per riqualificare le periferie della Capitale

Roma-Se è vero che con il crollo della natalità in Italia ci sono sempre meno bambini, i 10 milioni e 493 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni che vivono nel nostro Paese, di cui  1.013.883  nel Lazio, fanno i conti con una evidente disparità nell’accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale. Disuguaglianze profonde, che possono fare la differenza in positivo o in negativo nel futuro di bambini e ragazzi che crescono in regioni diverse, ma anche in due diversi quartieri di una stessa grande città.

Tra gli 0-19enni che vivono in Italia, ben 3 milioni e 785 mila, quasi 2 su 5, si concentrano infatti nelle 14 città metropolitane[1],  dovevive anche il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15 mila euro annui. Il 38,8% degli abitanti della città metropolitana di Roma ha un reddito inferiore ai 15 mila euro annui. In queste città, le aree urbane caratterizzate da una maggiore privazione socioeconomica sono spesso anche quelle con meno spazi adeguati alla crescita dei minori. In Italia, il 39,1% dei minori vive in abitazioni sovraffollate[2], ovvero in case dove non ci sono abbastanza stanze rispetto alle dimensioni della famiglia.

Anche se le condizioni abitative inadeguate riguardano un numero significativo di minori in tutto il Paese (2 su 5 vivono in un’abitazione sovraffollata e tra le famiglie con almeno un figlio minore c’è chi vive in case danneggiate-9,2%, con umidità-13,7% o scarsa illuminazione-5,4%), tra i quasi 13 mila minori che sono senza casa o fissa dimora, 2 su 3 si concentrano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto[3]. Dei 12.793 minori senza tetto o senza fissa dimora che vivono in Italia, 8.163 (il 63,8%) si trovano nelle città metropolitane: a Roma sono 3.375 quelli censiti e, di tutte le città, proprio la capitale, insieme a Milano e Napoli, è quella dove si concentra il più alto numero (le tre città contano insieme il 76% dei minori senza fissa dimora che vivono in Italia).

Nelle città metropolitane italiane vivono circa 2 milioni e 600 mila studenti, ma le grandi città si distinguono in negativo anche rispetto alla scuola, dove la percentuale di edifici scolastici senza certificato di agibilità raggiunge il 70% (62,8% la media in Italia), e dove anche la presenza di uno spazio collettivo, mensa, palestra, aule tecniche o informatiche risulta inferiore alla media del Paese, già segnata da pesanti carenze: manca una palestra in 3 scuole su 5uno spazio sociale comune in più di una su tre, e aule tecniche e informatiche sono un sogno per almeno la metà degli studenti minorenni di ogni ordine e grado. Mentre a livello nazionale il 42% delle scuole primarie è dotato di mensa, nelle aree metropolitane la percentuale scende al 39,5%. È sopra la media rispetto alle altre città metropolitane con una percentuale di mense nelle scuole primarie del 41,8%, mentre nelle scuole secondarie di I grado, la percentuale della capitale scende al 24%, sotto la media nazionale del 26,8%.

In 8 città metropolitane, inoltre, l’accesso al tempo pieno nella scuola primaria è significativamente inferiore alla media nazionale pari al 38%.Tra le eccezioni positive c’è la città metropolitana di Roma, con il 67,1% delle classi che offre il tempo pieno, tra le più alte in Italia dopo Milano (87,8%), Torino (69,4%) e Firenze (68,8%). Classifica che si ribalta, però, per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, dove Roma scende al 3,6%, ben al di sotto della media nazionale (13,3%).

Per quanto riguarda l’accesso e la mobilità per minori diversamente abili, la città metropolitana di Roma registra il 45,6% delle scuole con rampe di accesso (la media delle città metropolitane si ferma al 44,2%), il 53,9% di scuole con ascensore per il trasporto di persone con disabilità sotto la media delle città metropolitane del 55,1%, il 60% con servizi igienici a norma (contro una media delle città metropolitane del 64,3%), il 67,8% con scale a norma – quindi con montascale o rampe – (contro il 70,4%) e il 68,2% con porte a norma (contro il 71,8%).

In generale, in Italia, per ogni bambino ci sono 12 metri quadrati di aree sportive, 1,4 di parchi urbani, 1,05 di aree sociali/ricreative attrezzate, 0,59 di arredo urbano e solo 0,4 di giardino/orto botanico a scuola. Inoltre per il 30,7% delle famiglie la carenza di mezzi pubblici è un limite concreto nella possibilità di raggiungere altri quartieri.

Una delle possibilità per ridisegnare gli spazi urbani riguarda, ad esempio, il riutilizzo degli spazi confiscati alla criminalità organizzata per scopi socio-educativi. In Italia, il totale di questi beni (dato aggiornato al 2023) è di quasi 42.500 immobili e, di questi, poco più di 17mila, il 40%, si trovano nelle 14 città metropolitane[4]. Il riutilizzo di questi beni può rappresentare un’opportunità importante per espandere i luoghi di crescita, in contesti spesso svantaggiati e dove gli spazi sono limitati. Ma, ad oggi, i beni effettivamente attivi per scopi educativi e sociali destinati ai minori sono soltanto 237, il 5% del totale, e appena l’1,4% di tutti i beni confiscati nelle 14 città metropolitane. ARomasono 2.197 i beni confiscati alla criminalità organizzata, di questi solo 25 sono quelli attualmente utilizzati per scopi educativi e/o indirizzati ai servizi per i minori.

Il rapporto di Save the Children approfondisce poi alcuni elementi di svantaggio all’interno delle città metropolitane. Questa nuova analisi, sviluppata in collaborazione con Openpolis, prende in considerazione in modo combinato due fattori primari quali il livello di istruzione dai 9 anni in su e quello di occupazione tra i 15-64enni[5], in una scala che va da 2 (minor svantaggio) a 8 (maggior svantaggio), e disegna mappe cittadine segnate da forti disuguaglianze tra diverse zone amministrative: su 114 municipi dei Comuni principali, delle città metropolitane, 33 [6] presentano fattori di svantaggio più elevati.

Roma[7], ad esempio, il Municipio VI mostra un indice di svantaggio socioeducativo elevato (8), e anche il numero più alto di residenti da 0 a 19 anni (20,5%), con il 46,4% dei residenti che non è andato oltre la terza media e il40% dei residenti 15-65enni che non ha occupazione (un dato inferiore solo al Municipio I e al Municipio XV che segnano rispettivamente percentuali del 40,6% e del 40,2%). Tra gli altri municipi, ben sei mostrano un indice di svantaggio di poco inferiore (6): se nel Municipio V solo il 40,5 dei residenti ha al massimo la licenza media e il 37,1% dei residenti (16-64 anni) è senza una occupazione, nel Municipio XIII la percentuale di non occupati sale a 39,9%. Mentre nel Municipio X, i residenti con al massimo la licenza media sono il 38%.

Questi i principali dati diffusi con il rapporto “Fare spazio alla crescita” da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro -, in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “QUI VIVO”, che vuole mettere al centro dell’attenzione i bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali ed educative nel nostro Paese. Tutti possono aderire alla campagna firmando lapetizionelanciata oggi per assicurare educazione di qualità, attività sportive, opportunità e spazi sicuri in cui crescere a tutti i bambini, a partire da elementi molto concreti, come l’apertura delle scuole tutto il giorno o la presenza di biblioteche scolastiche e palestre in tutte le periferie.

Le periferie urbane oggi sono le vere città dei bambini perché è lì che vive la maggior parte di loro, ma spesso non offrono spazi, stimoli e opportunità adeguati alla crescita, alimentando invece isolamento e marginalità. Nel nostro lavoro in questi contesti, ci troviamo spesso a dialogare con ragazze e ragazzi pieni di risorse e talento, che si sentono traditi dagli adulti, come se il degrado e la deprivazione fossero l’unica risposta di cui siamo capaci nei confronti dei loro bisogni.   Per questo, con la campagna QUI VIVO e il programma di innovazione sociale che lanciamo oggi, puntiamo a valorizzare in positivo la partecipazione e il protagonismo di bambine, bambini e adolescenti, loro sono la migliore risorsa per la rigenerazione e il futuro dei luoghi che abitano. Siamo partiti da cinque territori distribuiti geograficamente da nord a sud nel Paese, caratterizzati da una significativa concentrazione di minori residenti, anche di origine straniera, e da condizioni di deprivazione che li riguardano da vicino. Sono quartieri dove Save the Children ha da tempo avviato percorsi di collaborazione con le realtà pubbliche e private locali nei progetti per il contrasto dell’abbandono scolastico e della povertà educativa, e per l’inclusione dei minori con background migratorio, e dove stiamo ora proponendo un piano condiviso e plurale, con una prospettiva di lungo termine, che possa davvero generare cambiamenti strutturali e sostenibili per tutti i bambini e i ragazzi che vivono in questi quartieri.” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.

Con la nuova campagna, Save the Children lancia anche un programma di intervento specifico, “Qui, un quartiere per crescere”, che coinvolge anche la città di Roma. Predisposto nel 2022, il programma si snoderà su un arco temporale di 9 anni e coinvolge nella prima fase 5 quartieri particolarmente poveri di servizi e opportunità per i minori in cinque grandi città italiane da nord a sud – Roma (Ostia ponente), Prato (Macrolotto Zero), Torino (Aurora-Porta Palazzo), Napoli (Pianura) e Palermo (Zen2) -, con l’obiettivo di migliorare concretamente il contesto di vita di bambini, bambine e adolescenti in questi luoghi. L’Intervento si basa sulla loro partecipazione diretta e obiettivi condivisi, su un piano di sviluppo territoriale in collaborazione con i principali attori locali che riguarda gli ambiti dell’istruzione e dell’educazione, della salute e del benessere psico-fisico, dell’ambiente e della lotta alla povertà materiale e educativa, nell’ambito di un accordo quadro con il comune o l’ente locale di riferimento e con il coinvolgimento di un Comitato Scientifico e da un gruppo di esperti.

Con i Punti Luce e con la presenza in tantissime scuole delle periferie urbane tocchiamo ogni giorno con mano il peso delle disuguaglianze che colpiscono i bambini e gli adolescenti e, allo stesso tempo, siamo testimoni di un grande impegno da parte di scuole, organizzazioni ed enti territoriali e degli stessi ragazzi e ragazze proprio nei quartieri più difficili.  La campagna QUI VIVO nasce per essere al fianco di tutti coloro che oggi si attivano per assicurare ai bambini e agli adolescenti un contesto di crescita sicuro e ricco di opportunità. In un Paese dove purtroppo – come sottolinea il nostro Rapporto – oggi avviene proprio il contrario: il maggior numero di bambini cresce nelle aree più povere di servizi essenziali, a partire dalle mense, dal tempo pieno, dalle palestre e dagli spazi pubblici. È assurdo pensare ai tanti immobili, spazi pubblici, beni sottratti alle mafie che restano inutilizzati e in condizioni di degrado, quando potrebbero diventare risorse preziose per la crescita. È necessario un impegno corale per invertire la rotta. Per questo motivo chiediamo, con la Petizione, una “Agenda Urbana per i bambini” che rimetta al centro delle scelte delle città i bambini, le bambine e gli adolescenti, con le loro esigenze e i loro diritti, purtroppo oggi troppo spesso ignorati” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.      

Il programma “Qui, un quartiere per crescere”

In alcuni di questi quartieri il programma “Qui, un quartiere per crescere”ha già attivato percorsi per facilitare l’inserimento lavorativo, come nel caso dello Spazio Futuro di Ostia Ponente, che propone percorsi di formazione laboratoriali e orientamento, ma in questo quartiere è già attivo anche un progetto di rafforzamento delle competenze degli studenti dell’IC di Via Sangallo per il quale è  prevista anche la riqualificazione di alcuni spazi didattici, mentre sta prendendo il via anche un emporio solidale per famiglie con figli che offrirà supporto materiale e sociale a genitori e bambini.

Il programma prevede anche la realizzazione di una piattaforma online territoriale che permetterà di rimanere sempre aggiornati sullo stato delle azioni intraprese su ciascun territorio dove viene realizzato il programma, consultare i singoli piani di sviluppo, con gli obiettivi e le azioni previste. La piattaforma è aperta a tutti e sarà anche possibile aderire al Piano di sviluppo del proprio quartiere, come cittadino, soggetto della pubblica amministrazione o associazione del territorio, compilando un form di adesione.

Alcuni creator di tendenza, come Claudio di Biagio e Barbascura, hanno realizzato, in collaborazione con l’agenzia Mambo, alcuni reportage con le ragazze e i ragazzi che vivono a Roma Ostia Ponente e allo Zen 2 a Palermo, un importante contributo che verrà veicolato attraverso le loro pagine Instagram e su quella di Save the Children. L’Intelligenza Artificiale, invece, ci ha consentito di realizzare, in collaborazione con l’agenzia Lateral Creative, alcune immagini iconiche e un video fortemente evocativi che danno corpo visivamente alla denuncia del degrado e ai desideri in positivo delle ragazze e dei ragazzi sui quartieri che abitano, “Qui vivo e vorrei…….”.

Tra i testimonial della campagna l’attore Cesare Bocci, Ambasciatore dell’Organizzazione, che ha incontrato le ragazze e i ragazzi impegnati nella rigenerazione del quartiere Pianura a Napoli, e l’attrice Francesca Chillemi, che ha toccato con mano il programma messo in campo a Ostia Ponente a Roma, oltre a Tosca D’Aquino, Michela Andreozzi, Caterina Guzzanti, Silvia Salemi e Tinto.

Tra i partner corporate della Campagna, anche alcune realtà del mondo aziendale, come ad esempio la Fondazione BNL, che ha sostenuto parte dei lavori di ristrutturazione del nuovo Hub di Save the Children a Ostia Ponente e che si occuperà di aumentare servizi a bassa soglia nel territorio per i minori e le loro famiglie, o Enterogermina Integratori Alimentari grazie a cui verrà attivato un intervento di presidio mobile dedicato alla salute e al benessere dei bambini e degli adolescenti che vivono ad Ostia Ponente (Roma) e allo Zen 2 a Palermo.  

La Campagna QUI VIVO di Save the Children

La campagna QUI VIVO di Save the Children vuole recuperare spazi pubblici educativi, di socialità, gioco e incontro nelle periferie urbane più svantaggiate e maggiormente prive di servizi, stimoli e opportunità per i bambini, le bambine e gli adolescenti che ci vivono, perché è QUI che i ragazzi vogliono sentirsi vivi.

Tra i testimonial della campagna l’attore Cesare Bocci, Ambasciatore dell’Organizzazione, che ha incontrato le ragazze e i ragazzi impegnati nella rigenerazione del quartiere Pianura a Napoli, e l’attrice Francesca Chillemi, che ha toccato con mano il programma messo in campo a Ostia Ponente a Roma, oltre a Tosca D’Aquino, Michela Andreozzi, Caterina Guzzanti, Silvia Salemi e Tinto.

Dal 23 al 29 ottobre la settimana di sensibilizzazione con il sostegno informativo di Rai per la Sostenibilità – ESG, attraverso i canali editoriali Rai, con spazi di appello e approfondimento nei diversi programmi del palinsesto della settimana.

Da sabato 21 a Lunedì 23 ottobre, grazie al supporto della Lega serie A, tutte le squadre della Serie A TIM scenderanno in campo per supportare Save the Children.

La campagna QUI VIVO è sostenuta del CT della Nazionale Luciano Spalletti e degli allenatori della Serie A, tra cui Massimiliano Allegri, Gian Piero Gasperini, Roberto D’Aversa, Eusebio Di Francesco, Simone Inzaghi, José Mourinho, Stefano Pioli e Claudio Ranieri, che si uniranno all’appello per firmare la petizione lanciata dall’Organizzazione. Questo particolare momento potrà contare del supporto dei canali di Sky, DAZN e SportItalia.

Anche i canali social e l’Intelligenza Artificiale saranno veri protagonisti della Campagna, dando voce alle ragazze e ai ragazzi che vivono nelle periferie dove è stato avviato il programma “Qui, un quartiere per crescere”.  Alcuni creator di tendenza, come Claudio di Biagio e Barbascura X, hanno realizzato, in collaborazione con l’agenzia Mambo, alcuni reportage con le ragazze e i ragazzi che vivono a Roma Ostia Ponente e allo Zen 2 a Palermo, un importante contributo che verrà veicolato attraverso le loro pagine Instagram e su quella di Save the Children. L’Intelligenza Artificiale, invece, ci ha consentito di realizzare, in collaborazione con l’agenzia Lateral Creative Hub, alcune immagini iconiche e un video fortemente evocativi che danno corpo visivamente alla denuncia del degrado e ai desideri in positivo delle ragazze e dei ragazzi sui quartieri che abitano, “Qui vivo e vorrei…….”.

Tra i partner corporate della Campagna, anche alcune realtà del mondo aziendale, come ad esempio la Fondazione BNL, che ha sostenuto parte dei lavori di ristrutturazione del nuovo Hub di Save the Children a Ostia Ponente e che si occuperà di aumentare servizi a bassa soglia nel territorio per i minori e le loro famiglie, o Enterogermina Integratori Alimentari grazie a cui verrà attivato un intervento di presidio mobile dedicato alla salute e al benessere dei bambini e degli adolescenti che vivono ad Ostia Ponente (Roma) e allo Zen 2 a Palermo.  

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