il fatto

Nettuno. Stuprata e picchiata dall’ex marito, poi il grido d’aiuto dalla finestra di casa

25 ottobre 2023 | 09:43
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Nettuno. Stuprata e picchiata dall’ex marito, poi il grido d’aiuto dalla finestra di casa

La giovane è stata soccorsa dai poliziotti che l’hanno trovata sulle scale con un evidente ematoma al viso

Nettuno – L’attenzione della Polizia di Stato posta a tutela delle fasce deboli, soprattutto delle persone vittime di violenza, ha portato, nel solo territorio del commissariato di Anzio/Nettuno, all’arresto di un uomo accusato di violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie e all’applicazione di 2 distinte misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti indagati per maltrattamenti nei confronti dei genitori.

L’arresto in flagranza è avvenuto nel centro di Nettuno: la pattuglia del vicino commissariato è intervenuta per la segnalazione di una ragazza che chiedeva aiuto dalla finestra. I poliziotti hanno trovato sulle scale la giovane con un evidente ematoma al viso, mentre l’ex marito, con cui momentaneamente divideva l’appartamento, era chiuso in bagno. La ragazza ha raccontato di essere stata oggetto di una violenza sessuale da parte dell’ex coniuge che, vista la resistenza opposta, l’avrebbe anche colpita più volte. Acquisiti tutti gli elementi, compresi i certificati medici e la denuncia della vittima, gli agenti hanno proceduto ad arrestare l’uomo, un 43enne italiano, perché gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. La Procura di Velletri ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale veliterno la convalida dell’operato della PG e l’applicazione della custodia cautelare in carcere.

È stato lo stesso Tribunale di Velletri ad emettere 2 distinte ordinanze nei confronti di altrettanti uomini iscritti nel registro degli indagati per maltrattamenti in famiglia.

Nel primo caso, in cui l’indagato è un 46enne di Anzio, accusato di aver minacciato e maltrattato la mamma per avere dei soldi, è stato disposto l’allontanamento dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi e di contattare in qualsiasi modo la vittima. Nell’ordinanza del GIP sono citati, oltre alle continue minacce e vessazioni, anche una serie di danneggiamenti ai mobili dell’abitazione dove convivevano ed un episodio in cui il 46enne avrebbe percosso l’anziana madre colpendola alle gambe.

Per l’altro indagato, un 34enne anziate, anche lui indagato per maltrattamenti nei confronti dei familiari, sempre con annesse richieste di denaro, il Tribunale, oltre a disporre il divieto di avvicinamento, ha imposto, come mezzo di prevenzione e controllo, il c.d. braccialetto elettronico. Il ragazzo, oltre a minacciare i genitori, per dar forza alle sue richieste, ha danneggiato l’auto familiare, alcune finestre di casa ed avrebbe intimidito anche i colleghi di lavoro del padre.

In entrambi i casi le indagini sono state curate dai poliziotti del commissariato Anzio/Nettuno i quali hanno anche eseguito le misure cautelari.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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