il fatto

Latina. Picchia una donna e la rapina, poi fugge in Tunisia: arrestato al porto di Civitavecchia

27 ottobre 2023 | 12:50
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Latina. Picchia una donna e la rapina, poi fugge in Tunisia: arrestato al porto di Civitavecchia

L’uomo arrestato al momento dello sbarco da un traghetto appena arrivato dalla Tunisia

Civitavecchia – Aveva aggredito e rapinato una donna ma nelle ultime ore i poliziotti della Squadra Mobile di Latina, con la collaborazione della Polizia di Frontiera dello scalo marittimo di Civitavecchia, lo hanno acciuffato dando seguito a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un 31nne tunisino senza fissa dimora.

Quest’ultimo è gravemente indiziato di aver aggredito il 5 agosto scorso in località Borgo Bainsizza una 36enne indiana – colpita con un violento schiaffo al volto e, una volta caduta in terra, percossa numerose volte alle gambe ed alle braccia – per poi impossessarsi di 700 euro, somma che la vittima aveva appena incassato presso il suo negozio a seguito di una transazione effettuata tramite money transfer. A seguito delle contusioni riportate, la donna era stata trasportata presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dal quale era stata dimessa con una prognosi di 10 giorni. Sottoposta ad individuazione fotografica, quindi, aveva riconosciuto il 31enne quale autore della rapina ai suoi danni.

Le ricerche dell’indagato sono iniziate dalla fine del mese di agosto, allorquando il G.I.P. presso il Tribunale di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso il provvedimento restrittivo nei suoi confronti, rimasto ineseguito in quanto era già partito alla volta della Tunisia.

Grazie alla collaborazione della Polizia di Frontiera del porto di Civitavecchia, quindi, si è avuta notizia che il 31enne sarebbe tornato in Italia nel pomeriggio di ieri, allorquando è stato fermato all’atto dello sbarco da un traghetto proveniente dal paese di origine e, al termine degli atti di rito, è stato tradotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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