il fatto

Latina, cooperative sociali degli orrori: arrestate la moglie e la suocera del deputato Soumahoro

30 ottobre 2023 | 12:50
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Latina, cooperative sociali degli orrori: arrestate la moglie e la suocera del deputato Soumahoro

Migranti al freddo, senza cibo e in condizioni igieniche pessime. Continua lo scandalo delle cooperative sociali a Latina che accoglievano i rifugiati

Latina – Carenze igieniche, sovraffollamento, cibo andato a male, nessun riscaldamento… queste le condizioni delle strutture in cui alcune cooperative sociali di Latina accoglievano migranti e minori non accompagnati. Con riferimento alle attività delle cooperativo coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nell’ambito della provincia di Latina: il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Latina ha dato esecuzione a un ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Latina con la quale è stata disposta l’applicazione: delle misure cautelari personali degli arresti domiciliari nei confronti Therese Mukamatsindo e Liliane Murekatete, suocera e moglie del deputato Aboubakar Soumahoro e membri del Consiglio di Amministrazione della cooperativa sociale integrata ‘Karibu’. La guardia di finanza di Latina ha eseguito l’ordinanza emessa dal gip nell’ambito dell’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nella provincia di Latina. Disposto anche l’obbligo di dimora per un altro figlio di Marie Therese Mukamatsindo.

“Prendo atto della misura applicata a mia moglie Liliane, null’altro ho da aggiungere o commentare, se non che continuo a confidare nella giustizia. Ribadisco, come è agli atti, la mia totale estraneità a tutto e chiedo nuovamente di rispettare la privacy di mio figlio“, ha dichiarato il deputato del gruppo Misto Aboubakar Soumahoro.

Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare condotte, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu) avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi Enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.

Sono state riscontrate, infatti, numerose criticità nelle strutture gestite dalle cooperative e, in particolare: sovrannumero di ospiti; alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato; condizioni igieniche carenti; derattizzazione e deblattizzazione assenti; riscaldamento assente o comunque non adeguato; carenze nell’erogazione dell’acqua calda; carenze nella conservazione delle carni; insufficienza e scarsa qualità di cibo; presenza di umidità e muffa nelle strutture; carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici; insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l’igiene.

L’inosservanza delle condizioni pattuite – concretizzatasi nelle gravissime criticità sopra riportate e rilevate dagli ispettori della Prefettura anche congiuntamente a quelli della Asl di Latina e ai Vigili del fuoco, tali da far vivere gli ospiti in condizioni offensivi dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale – ha generato considerevoli risparmi di spesa/profitti che sono stati utilizzati per spese varie (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso; accessori, gioielli ecc…) e/o investimenti del tutto estranei alle finalità del servizio pubblico e non inerenti con l’oggetto sociale delle cooperative e della loro natura di enti no profit.

Tali distrazioni di denaro sono state oggetto di approfondimenti investigativi che hanno consentito di ipotizzare a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell’accertamento giudiziario dello stato d’insolvenza della cooperativa e di auto-riciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all’estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e/o richiedenti asilo. Le indagini proseguono, anche con  riferimento a temi investigativi diversi e complessi, nel rispetto delle disposizioni normative in tema di segretezza degli atti di indagine onde garantire, per un verso, diritti e facoltà delle persone sottoposte ad indagini e, per altro verso, la genuinità, l’oggettività e il buon esito degli accertamenti investigativi.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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