Napoli, cocaina nascosta nella cassettiera: arrestato pregiudicato

10 novembre 2023 | 11:36
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Napoli, cocaina nascosta nella cassettiera: arrestato pregiudicato

Succede a Napoli: l’uomo aveva addosso cocaina, 160 euro e due telefoni cellulari

Napoli, 10 novembre 2023-  Conservava grandi quantitativi di cocaina in una cassettiera a casa propria: un 35enne napoletano, con precedenti di polizia, è stato tratto in arresto per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. La vicenda, che ha avuto esito positivo, deve molto alla prontezza e allo spirito degli agenti in servizio, agenti  del Commissariato Vicaria-Mercato.  Gli agenti infatti erano intenti nei controlli soliti, quando hanno notato qualcosa di strano, che meritava di essere approfondito. L’uomo, infatti, alla vista degli agenti, aveva ben pensato di evitarli. Il cambio repentino del sospettato è stato subito notato.  Gli agenti l’hanno raggiunto molto velocemente, così da mettere fine alla maldestra fuga. E’ bastato un rapido controllo per accorgersi che l’uomo aveva addosso non poco: egli infatti è stato trovato in possesso di 3 dosi di cocaina, 160 euro e due telefoni cellulari. Accadeva mercoledì scorso 8 novembre in  via Lavinaio, a Napoli.

La vicenda non è conclusa. Gli agenti hanno subito capito che la situazione meritava di essere approfondita mediante ulteriori controlli, da svolgere nell’abitazione del pregiudicato. Non solo nella casa dell’uomo, ben nascosti tra gli effetti personali in una cassettiera, stavano 52 involucri di cocaina del peso complessivo di circa 60 grammi ma anche 675 euro e diverso materiale per il confezionamento, il tutto ordinatamente riposto in un sacco di cellophane. E’ scattato quindi per ovvie ragioni l’arresto dell’uomo, come detto già pregiudicato.

L’intuito dei carabinieri, insomma, ha permesso il buon esito delle operazioni: intuito non solo nel carpire la fuga sospetta dell’uomo ma anche nel decidere di ampliare i controlli all’abitazione privata.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio