Roma, giocava i numeri senza pagare: arrestato il “furbetto” delle tabaccherie

16 dicembre 2023 | 11:28
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Roma, giocava i numeri senza pagare: arrestato il “furbetto” delle tabaccherie

L’uomo aveva escogitato un “sistema” per giocare senza pagare le ricevute, ma è stato tradito da un Tg satirico che parlava della sua “tecnica”

Roma, 16 dicembre 2023 – I carabinieri della Stazione di Roma-Vitinia hanno arrestato un romano di 38 anni, già con precedenti, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, poiché gravemente indiziato di almeno 5 episodi di furto con destrezza.

Nello specifico, all’esito di una mirata attività investigativa, i carabinieri della Stazione di Roma Vitinia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma sono riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato in ordine a cinque episodi di furto, tutti avvenuti nel mese di novembre scorso, in cui avrebbe sottratto ricevute di giochi di estrazioni di numeri in tempo reale, in bar – ricevitorie – tabaccherie, senza pagare l’importo della giocata.

L’uomo sceglieva esercizi commerciali affollati e quindi con gli addetti in turno molto impegnati nelle loro attività e, approfittando anche delle giocate a tempo, dettava i numeri prima dell’estrazione e una volta ottenuto le ricevute delle giocate si allontanava dal locale senza pagare adottando diverse scuse: in un caso “per andare a controllare i figli in macchina”, in un altro caso “per portare un attimo le caramelle ai figli che lo attendevano in auto”; poi lamentandosi di avere male ad una gamba, per andare a prendere le stampelle in auto.

Anche un telegiornale satirico si era occupato di lui, mettendo in luce la sua tecnica. Sulla base delle risultanze investigative, la Procura della Repubblica di Roma ha richiesto e ottenuto dal Gip l’emissione dell’ordinanza che dispone la misura cautelare che i Carabinieri di Vitinia hanno notificato all’uomo, rintracciandolo a Ciampino e conducendolo presso il carcere di Regina Coeli.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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