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L’altra faccia del Natale: quando ansia e malinconia prendono il sopravvento

24 dicembre 2023 | 14:28
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L’altra faccia del Natale: quando ansia e malinconia prendono il sopravvento

Natale è spesso sinonimo di felicità e spensieratezza. Ma sono tante le persone costrette a fare i conti con le difficoltà economiche, i propri insuccessi, le domande scomode, la solitudine. Così le feste, invece che un momento di gioia, rappresentano un incubo

“Nel periodo Natalizio, la presenza di sintomi d’ansia è manifestata da circa il 23% della popolazione (per una popolazione compresa tra i 18 e 75 anni), mentre i sintomi depressivi riguardano il 16% delle persone dello stesso campione. Una percentuale che si aggira intorno al 30% non riesce a definirsi né ansiosa né depressa, ma riferisce una sorta di malessere interiore spiegato soprattutto come apatia a livello dell’umore, abulia, desiderio di non pensare e di vivere superficialmente tale periodo tornando velocemente agli impegni della quotidianità. Colpisce specialmente gli uomini (addirittura il 55%) e le persone over 60 (37%)”. A tracciare il quadro è Assunta Papa, psichiatra e psicoterapeuta, consulente Ior (Istituto Oncologico Romagnolo) e consulente Rsa Centro di Medicina Integrata In.Con.Tra..

“Contrariamente a quanto si pensi, le feste sono un momento difficile per molte persone. Siamo giunti a dicembre e si avvicinano le Festività Natalizie, le più importanti del nostro anno solare. Tempo di gioia, di allegria e di relazioni familiari come ci rimandano i media. Ci sono due categorie di persone: quelle che il 26 dicembre iniziano a fare il conto alla rovescia sui giorni che mancano al prossimo Natale– spiega la psichiatra- e quelli che, terrorizzati, cominciano a guardarsi in giro per capire quando si cominceranno a vedere le prime luci natalizie; questo secondo genere di persone cerca di godersi, finché può, gli ultimi istanti di buon umore, prima dell’uragano di emozioni e sentimenti negativi che dovranno sorbirsi nel periodo più adorato dai bambini, e non solo, di tutto il mondo”.

Si parla infatti di “Christmas blues” ed è un periodo a rischio depressione. “Il National Institute of Health conferma, con le sue ricerche, che le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno ad alto rischio di depressione. Sono tanti i tentativi di suicidio che vengono segnalati da ospedali e forze dell’ordine nel mese di dicembre. E così negli ultimi anni è stato coniato un termine ad hoc per questa situazione: La Christmas Blues o depressione da Natale”, aggiunge la psicoterapeuta.

Il Blues, genere musicale nato agli inizi del ‘900 deriva dall’espressione “to have the blue devils” (letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di “essere triste, agitato, depresso“, e questo è quello che spesso accade durante il periodo natalizio, “una sorta di tristezza e astenia, un insieme di sentimenti di malinconia, ansia, pensieri negativi, comportamenti di pianto e l’incapacità di provare piacere in situazioni in cui intorno sembra tutto incitare alla felicità. In questo caso non si tratta di una vera patologia come nel caso del SAD (disturbo affettivo stagionale), ma dell’approfondirsi di aspetti depressivi o fobici in una sorta di maliconia natalizia. La Christmas Blues riconosce un fattore psico-sociale scatenante nel Natale, dura circa 2-4 settimane, grosso modo il periodo delle vacanze natalizie, con il 7 gennaio che spesso fa da ‘tana’”.

La fatica emotiva

Oltre alla gioia, le feste portano con sé anche molta fatica emotiva. “Chi è malato, oltre alla gestione della quotidianità, deve sobbarcarsi anche la preparazione delle cene e dei pranzi. La fine dell’anno si avvicina e i pensieri si accumulano: cosa abbiamo fatto quest’anno, cosa non abbiamo fatto. Gli obblighi familiari e sociali aumentano, e non sempre è facile gestirli.
Spesso le feste di fine anno sono il momento in cui le famiglie si riuniscono, e sebbene ci sia tutta la sfera emotiva gioiosa di contorno, spesso emergono anche le faide familiari e i problemi che sembravano dimenticati. Per gli anziani le feste sono anche un momento per ricordare chi non c’è più, per le persone separate, invece, diventano uno spazio per riflettere su cosa è andato storto nel loro matrimonio, e così via. A chi non è capitato di imbattersi in qualche domanda scomoda tipo ‘Come va il lavoro?’, ‘Ce l’hai il fidanzato/la fidanzata?’, ‘A quando la nuova casa?’, ‘Quando pensate ad un figlio?’ magari in mezzo a una tavolata di venti persone. È indubbiamente difficile essere trascinati al centro dell’attenzione di così tanta gente, oltretutto dietro la richiesta di spiegare elementi fondamentali della propria vita”, continua Papa.

Le difficoltà economiche

Natale è un periodo dell’anno che evidenzia chiaramente la situazione socio-economica che una persona sta vivendo: “il tipo di regali che ci si può o meno permettere, i vestiti indossati, il modo in cui si trascorrono le vacanze sono tutti indicatori del proprio tenore di vita. Intere famiglie riunite davanti a tavole imbandite e ad alberi luccicanti, la corsa al regalo più glamour dell’anno, lo scambio di messaggi intrisi di sentimento (vero o di circostanza), la voglia di spensieratezza, il voler raccontare al mondo dei social il modo in cui si trascorrono le festività, tra un selfie di circostanza e altri che attestino l’elevato grado di felicità provata (o ostentata)”.

Ansia e malinconia prendono il sopravvento

Tutte queste situazioni possono causare stress ed ansia nelle persone in generale, “ma soprattutto a chi è più emotivamente vulnerabile. E cosa succede nelle persone che stanno già attraversando nella loro vita momenti molto negativi?… dal punto di vista professionale, come la perdita del lavoro, dal punto di vista affettivo e coniugale, come una separazione o un divorzio, oppure un lutto; altri vivono una situazione di completa solitudine, per tante ragioni. Allora il Natale con la sua ‘obbligatorietà’ di sorriso diventa uno stimolo a rimuginare sull’inadeguatezza della propria vita, soprattutto in personalità con tendenze al vittimismo e all’autocommiserazione, confrontata con quella di altre persone- spiega la psicoterapeuta- che sembrano avere di più e fare di più rispetto a loro”.

Alcune strategie

Ecco delle strategie per fronteggiare il “Christmas blues”. La maggioranza degli esperti convergono tutti sul punto di “evitare l’isolamento, situazione che favorisce il proliferarsi di pensieri e sentimenti negativi. Un’altra cosa da fare è cercare di frequentare persone care: amici che vi conoscono e vi vogliono bene, parenti che amate davvero e che vi possono confermare il loro amore sano e sincero. Un’altra cosa che potete fare è quella di non lasciarvi prendere dalla “frenesia” del Natale, ma di viverlo con calma e per quelle che sono le vostre reali possibilità, non perdendo così di vista l’essenza della festività stessa. Godete inoltre, il più possibile, delle ore di luce, facendo passeggiate all’aria aperta, senza dedicare troppo tempo a trasmissioni televisive natalizie che potrebbero accrescere il vostro malumore. Può essere altresì utile- consiglia la psichiatra- consultare un professionista, nei casi in cui questa ‘malinconia natalizia’ assuma forme fortemente limitanti. In particolar modo questa figura potrebbe aiutarvi a: organizzarsi in tempo, evitando una frenetica “corsa ai regali” e stabilendo un realistico budget per la propria condizione.

Altri consigli sono: aiutarsi a porre dei limiti ad appuntamenti sociali con persone che vi provocheranno profondo malumore, e cercando di aumentare, invece, gli incontri gradevoli; Aiutarsi ad accogliere le proprie emozioni: non si deve essere felici per forza se la maggior parte delle persone lo è. Ognuno vive stati d’animo soggettivi e non giudicabili, dati dall’intreccio delle esperienze di vita, emozioni e sensazioni; ma non per questo dovreste considerarvi “sbagliati” o inadeguati; Aiutarsi a vivere il presente: godendo emozioni, persone e situazioni che avete senza soffocarle con pensieri negativi del passato, di nessun aiuto, o ansie per situazioni future che potrebbero anche non verificarsi mai”, conclude. (Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)