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Afragola, donna uccisa da un proiettile vagante a Capodanno: fermato il nipote

2 gennaio 2024 | 11:11
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Afragola, donna uccisa da un proiettile vagante a Capodanno: fermato il nipote

Nel maneggiare una pistola detenuta senza regolare licenza, l’uomo avrebbe accidentalmente esploso un colpo di arma da fuoco colpendo alla testa la vittima

Napoli, 2 gennaio 2024 – Donna uccisa da un proiettile vagante nella notte di Capodanno ad Afragola (leggi qui), fermato il nipote: dopo una giornata intera di indagini serrate coordinate dalla Procura di Napoli Nord, la scorsa notte i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Casoria hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto per i reati di omicidio colposo, porto abusivo di arma in luogo pubblico e ricettazione. In manette un 46enne, accusato dell’omicidio di Concetta Russo, la 55enne di Afragola, residente da anni in provincia di Milano, morta all’ospedale Cardarelli dopo un disperato intervento chirurgico.

Dalle ininterrotte indagini dei carabinieri è emerso che, mentre si trovava nel proprio appartamento di Afragola insieme ad amici e parenti in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno, nel maneggiare una pistola detenuta senza regolare licenza, l’uomo avrebbe accidentalmente esploso un colpo di arma da fuoco colpendo alla testa la vittima. L’arma utilizzata, una pistola Beretta modello 84F risultata oggetto di furto, è stata ritrovata ieri sera dai carabinieri nei pressi del cimitero di Afragola, nascosta tra le sterpaglie.

Nel corso delle indagini è stato inoltre sequestrato circa un chilo e mezzo di ordigni esplosivi artigianali, nascosti all’interno dell’abitazione di via Plebiscito 70, detenuti illegalmente da un 48enne, amico dell’indagato, che è stato arrestato dai militari della Stazione di Afragola. Il fermato è stato trasferito in carcere in attesa della convalida mentre l’arrestato è ai domiciliari in attesa della direttissima. (Fonte: Adnkronos)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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