A spasso per Roma con hashish e passaporto rubato: fermato 31enne

8 gennaio 2024 | 15:31
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A spasso per Roma con hashish e passaporto rubato: fermato 31enne

In totale, i Carabinieri hanno identificato 182 persone e eseguito verifiche su 88 veicoli e 12 attività commerciali

Roma, 8 gennaio 2024- I Carabinieri della Compagnia Roma Centro e quelli del Gruppo di Roma, con il supporto dei Carabinieri del Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria e del N.I.L. di Roma, hanno effettuato un servizio di controllo straordinario, mirato al contrasto di ogni forma di illegalità e degrado, in tutta l’area della stazione Termini e zone limitrofe.

I Carabinieri hanno denunciato 7 persone: un 31enne del Marocco, senza fissa dimora, trovato in possesso di 4 g di hashish, 320 euro in contanti, e del passaporto denunciato rubato lo scorso 22 dicembre 2023 da un cittadino americano; tre cittadini italiani responsabili dell’inosservanza del foglio di via obbligatorio con divieto ritorno nel comune di Roma, emesso dal Questore di Roma; altre tre persone, due cittadini italiani e un cittadino tunisino, per l’inosservanza del Daspo Urbano.

I Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno inoltre sanzionato amministrativamente e segnalato alla Prefettura 5 cittadini nordafricani, tutti senza fissa dimora, perché trovati in possesso alcune dosi di hashish e 10 persone per la violazione del divieto di stazionamento nei pressi della stazione Termini, con contestuale notifica di ordine di allontanamento per 48 ore dalla predetta area e sanzione amministrativa di 100 euro.

Nel corso di mirate verifiche presso le attività della zona, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro, con l’ausilio dei colleghi del N.I.L. di Roma, hanno sanzionato un 32enne del Bangladesh, titolare di un ristorante in via Marghera, per l’impiego di un dipendente in nero. Elevata sanzione per complessivi 6.100 euro e sospesa l’attività commerciale.

In totale, i Carabinieri hanno identificato 182 persone e eseguito verifiche su 88 veicoli e 12 attività commerciali.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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