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Roma, “Ti salvi solo se mi chiami”: stalker in manette

9 gennaio 2024 | 16:23
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Roma, “Ti salvi solo se mi chiami”: stalker in manette

L’uomo è stato accompagnato nel carcere romano di Regina Coeli

Centocelle, 9 gennaio 2024- “Ti salvi solo se mi chiami”, questo il tenore dei messaggi di minaccia che un 34enne avrebbe inviato alla ragazza con cui aveva avuto una breve relazione. Minacce in parte concretizzatesi con un’aggressione fisica. Fermato ed arrestato in flagranza differita dalla Polizia di Stato.

La relazione tra i due è durata solo poche settimane ma il ragazzo, non accettando la fine del rapporto, ha iniziato fin da subito a minacciare la ragazza con messaggi audio e video.

Nei giorni scorsi il 34enne avrebbe anche aspettato sotto casa la ex e, nel tentativo di baciarla contro la sua volontà, l’ha morsa e spinta a terra.

La vittima si è poi rivolta al V distretto Prenestino, i cui agenti hanno da subito attivato le indagini, andando ad acquisire anche vario materiale audio/video, tra cui un’immagine del ragazzo che avrebbe voluto far credere alla vittima di essere in possesso di una pistola.

I poliziotti hanno svolto una serie di accertamenti e perquisizioni ed a casa dell’odierno indagato è stata trovata una macchinetta per tatuaggi che, per come veniva “impugnata” nell’immagine, poteva sembrare una pistola.

È stato grazie alla recente introduzione della previsione della “flagranza differita” che gli agenti, al termine degli accertamenti, hanno proceduto all’arresto del 34enne perché gravemente indiziato dei reati di atti persecutori e lesioni.

L’uomo è stato accompagnato nel carcere romano di Regina Coeli a disposizione della Magistratura. La Procura ha chiesto ed ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma la convalida dell’arresto e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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