Roma Ostiense: bottigliate di vetro in faccia, poi gli rubano soldi e telefono

10 gennaio 2024 | 11:19
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Roma Ostiense: bottigliate di vetro in faccia, poi gli rubano soldi e telefono

Uno degli aggressori è stato arrestato, ma ora è caccia agli altri 2 complici

Roma, 10 gennaio 2024 – Al termine di un’attività d’indagine, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur e della Stazione Roma Garbatella d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un cittadino del Marocco di 23 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale, poiché gravemente indiziato dei reati di rapina pluriaggravata, tentata estorsione e lesioni personali.

Il provvedimento scaturisce a seguito di un intervento effettuato in piazzale Ostiense, la sera dello scorso 2 gennaio, da una pattuglia dei Carabinieri della Stazione Roma Garbatella quando un cittadino 21enne egiziano ha denunciato loro di essere stato, poco prima, aggredito per futili motivi da un gruppo di tre persone, mentre si trovava nei pressi della metro Laurentina. I tre, dopo averlo colpito al collo e al volto con una bottiglia di vetro rotta, sarebbero riusciti ad impossessarsi dello smartphone del 21enne e di 300 euro in contanti, per poi costringerlo a raggiungere la stazione metro “Piramide” per riottenerli. I Carabinieri hanno allertato il 118 che ha trasportato la vittima presso l’ospedale “San Giovanni”.
Raccolto tutti gli elementi utili dalla vittima, i Carabinieri sono riusciti in pochi minuti a intercettare e bloccare l’indagato. Dalle successive attività investigative i militari hanno raccolto gravi elementi indiziari e d’intesa con la Procura di Roma il 23enne è stato portato nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e disposto per lui la custodia cautelare in carcere. Le indagini dei Carabinieri proseguono al fine di identificare anche i complici.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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