il fatto

Ostia, prestava i soldi a strozzo e chiedeva l’800% di interessi: arrestato

17 gennaio 2024 | 10:16
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L’uomo, rintracciato dopo serrate indagini, è indagato per reati di usura e di esercizio abusivo di attività finanziaria

Ostia, 17 gennaio 2024 – Gli agenti della Polizia di Stato della Questura di Roma e i finanzieri del Comando Provinciale capitolino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un uomo, indagato per reati di usura e di esercizio abusivo di attività finanziaria.

Il provvedimento giudiziario costituisce l’epilogo di un’attività investigativa sviluppatasi quale propaggine di un’altra indagine che, nel 2021, aveva portato all’arresto ed alla successiva condanna di un imprenditore del litorale romano per usura. Dagli approfondimenti dei poliziotti del X Distretto di Lido di Ostia e delle fiamme gialle del 6° Nucleo Operativo Metropolitano di Ostia era emerso che alcune vittime avevano ricevuto prestiti anche da un altro uomo, di origini napoletane stabilitosi all’AXA.

I successivi approfondimenti hanno consentito di accertare che numerose persone in difficoltà finanziarie si erano rivolte a tale soggetto ricevendo in prestito somme di denaro, dietro corrispettivo di interessi determinati a tassi elevatissimi. Dagli accertamenti sui conti correnti dell’odierno indagato, e del suo nucleo familiare, sono emersi versamenti e bonifici in entrata anomali, con causali palesemente collegate alla pendenza di un rapporto creditorio e operazioni di pegno su orologi di lusso, per lo più Rolex.

Le dichiarazioni rese dalle parti offese e i riscontri documentali sono stati sottoposti dalla Procura della Repubblica alle valutazioni di un consulente tecnico, il quale ha calcolato che il tasso d’interesse praticato sfiorava l’800% della somma prestata. Sulla base degli elementi acquisiti, la Procura della Repubblica di Roma ha ottenuto dal G.I.P. il sequestro preventivo di beni nella disponibilità dell’indagato per un valore di 176.500,00 euro, eseguito contestualmente alla misura cautelare personale dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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