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Lautaro Martinez: “El Toro” che fa sognare l’Inter e l’Argentina

22 gennaio 2024 | 19:55
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Lautaro Martinez: “El Toro” che fa sognare l’Inter e l’Argentina

Da Bahia Blanca a Milano, passando per il Mondiale vinta e la Champions League sfumata: la carriera di Lautaro Martinez

Ha già vinto tanto in carriera. Ma l’impressione è che il meglio debba ancora darlo. Lautaro Martinez, ormai da anni, è uno dei calciatori di punta della Serie A, ma soprattutto dell’Inter e dell’Argentina, con cui si è laureato Campione del Mondo nel 2022. Rimanendo nei nostri confini “El Toro”, così soprannominato, è un vero e proprio trascinatore per la squadra dei nerazzurri. Da Antonio Conte a Simone Inzaghi, non importa chi sia l’allenatore: lui rimane il punto di riferimento, e non potrebbe essere altrimenti. In mezzo a tanti addii che hanno scosso l’Inter, da Icardi a Lukaku, lui è sempre rimasto. Ma andiamo per ordine.

Gli esordi in Argentina

Lautaro, oggi 26enne, ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Lieners, squadra di Bahia Blanca, ovvero la sua città natale. A cui, ancora oggi, è molto legato. Bahia Blanca, poco prima la fine del 2023, è stata sconvolta da una tragedia: il crollo del tetto di un impianto sportivo ha infatti causato 13 morti. El Toro, dopo un gol durante Lazio-Inter, ha dedicato il gol proprio alla sua città, in quel momento rinchiusa nel proprio dolore. Tornando al campo, Lautaro rimarrà al Lieners solo un anno: nel 2015 arriva infatti la chiamata del Racing, prestigiosa società argentina. Ci rimarrà per 3 anni, segnando 22 gol in 48 partite, ma soprattutto facendosi notare dalle grandi realtà del calcio europeo. In fondo, il suo destino è quello. Nonostante il calcio sudamericano abbia il suo fascino, oltre che una certa importanza, l’Europa è (per il momento) un’altra cosa. Ed è lì che Lautaro vuole andare.

L’approdo all’Inter

Il momento arriva, appunto, nel 2018. E a prelevarlo dal Racing è proprio l’Inter che per lui, all’epoca 20enne, decide di sborsare 25 milioni di euro. Insomma, fior di quattrini per assicurarsi un talento del calcio argentino. E se oggi sembrano essere “pochi”, in quel momento non era così. Di giocatori che arrivano dal sudamerica e poi non si ambientano, deludendo le aspettative, ce ne sono stati e probabilmente ce ne saranno. Culture diverse, ritmi diversi e soprattutto difese diverse. Tuttavia la società nerazzurra decide di rischiare. Il primo anno è un po’ di assestamento: sotto la guida del tecnico Luciano Spalletti, El Toro mette a referto 6 gol in 27 presenze, molte delle quali da subentrato. In quel momento, infatti, è Mauro Icardi il titolare indiscusso, nonostante sia al centro di continue polemiche legate al suo comportamento ed anche a sua moglie, Wanda Nara. Ma tant’è. L’anno seguente, inizialmente, il copione sembra ripetersi, con Lautaro “confinato” in panchina come riserva di lusso. Tuttavia, a metà stagione arriva la sua occasione. Icardi litiga ferocemente con la dirigenza: presunti infortuni ambigui e la non risposta alle convocazioni convincono l’Inter a metterlo fuori squadra. Spalletti è intransigente: non lo vuole più. E gioco forza, Lautaro trova molto più spazio, chiudendo la stagione con 14 gol in 35 presenze.

Nell’estate 2019 arriva la svolta. Icardi viene venduto al Paris Saint-Germain ed anche Spalletti lascia la panchina. Al suo posto viene chiamato Antonio Conte, con l’unico obiettivo di riportare l’Inter alla conquista dello Scudetto e rompere il dominio della Juventus, iniziato con lo stesso Conte. Fu una sliding importante anche per Lautaro. Il tecnico, infatti, richiese con forza l’acquisto di Romelu Lukaku ed Edin Dzeko. Il primo venne acquistato per una cifra record di circa 80 milioni, ma il secondo non si mosse da Roma. Forse, con l’arrivo del gigante bosniaco, Lautaro sarebbe tornato di nuovo in panchina. E invece la storia, come sappiamo, è andata diversamente. Ed anzi Lautaro, insieme a Lukaku, forma la “LuLa“, una devastante coppia d’attacco. I due si trovano a meraviglia.

L’Inter di Conte non riesce a vincere subito il campionato: la Juve di Maurizio Sarri è ancora troppo forte e riesce ad imporsi nell’anno del Covid, con il campionato fermato e poi ripreso ad inizio estate a ritmi folli. Lautaro chiude il campionato con 17 reti. L’appuntamento con lo Scudetto viene rimandato di un solo anno: l’Inter trionfa nel 2020-2021 a distanza di 11 anni dall’ultimo successo firmato Josè Mourinho. E Lautaro ne è protagonista indiscusso: mette a segno 21 gol, record personale.

Lukaku, Inzaghi ed il Mondiale

Il terremoto avviene proprio nell’estate post-vittoria. A causa di grossi problemi finanziari, che dunque impediscono all’Inter di spendere tanto sul mercato, Conte sbatte la porta e se ne va, a conferma delle forti tensioni registrate negli ultimi mesi. Viene sostituito in fretta e furia da Simone Inzaghi, che per sposare la causa nerazzurra dà l’addio alla Lazio di Claudio Lotito, che è furioso. Anche Lukaku, tra lo stupore generale, se ne va (per poi ritornare dopo qualche mese, ma non sarà la stessa cosa). A tirare la carretta rimane solo il solito Lautaro insieme a Dzeko, sbarcato a Milano con un paio d’anni di ritardo. La tifoseria è scossa: troppe notizie tutte insieme. Ma la stagione, comunque, va avanti. E nonostante un ottimo calcio giocato, l’Inter è costretta a versare lacrime amare. Complice una sconfitta inaspettata a Bologna sul finire di stagione, il Milan alza al cielo lo Scudetto dopo una lotta serrata proprio con i cugini. Inzaghi così rinvia a data da destinarsi il suo appuntamento con lo Scudetto, che tanto sogna e desidera. Ma pronti via, c’è subito un’altra stagione da giocare.

Una stagione che, a dire il vero, si preannuncia particolare. Perchè a dicembre tutto si ferma per volare il Qatar, nel primo Mondiale invernale della storia del calcio. In cui l’Argentina di Messi, e di Lautaro, è una delle grandi favorite. Tuttavia El Toro disputa un Mondiale tra luci ed ombre: non segna e gli viene preferito Julian Alvarez, gioiellino del Manchester City. Lautaro tuttavia sigla il penalty decisivo contro l’Olanda, che consente alla Selecciòn di volare in semifinale, dove poi metterà k.0 la Croazia, vice-campione del mondo in carica. Dal dischetto, Lautaro, trema raramente. Non importa quale sia la posta in palio.

La finale, dunque, è Francia-Argentina. Buenos Aires attende per incoronare Messi come erede di Maradona, ma Mbappè vuole regalare ai Bleux il secondo Mondiale consecutivo. La partita è di quelle iconiche, destinate ad entrare nell’Olimpo. Una gara dominata dagli argentini fino all’80 sul punteggio di 0-0, ma nel giro di pochi secondi Mbappè pareggia i conti. Poi i supplementari, il gol di Messi e ancora Mbappè per la sua tripletta. L’Argentina sembra sbattere contro la sua stessa storia: non vince la competizione dal 1986, un tempo interminabile per una Nazionale storicamente così forte. Ma, in questo frangente, la storia cambia. Ai rigori, infatti, è l’Argentina ad uscirne vincitrice, anche se Lautaro non batte il rigore. Sarebbe stato il quinto rigorista, ma alla Selecciòn ne sono bastati 4. Poco male. Lautaro è Campione del Mondo, ora anche formalmente.

Di solito si crede che dopo una vittoria del genere si perdano stimoli. El Toro, però, la pensa diversamente. Torna a Milano ed è come se non se ne fosse mai andato. In campionato non può nullare nemmeno lui: il Napoli è ingiocabile e trionfa dopo 33 anni. Ma l’Inter riesce ad arrivare, a sorpresa, in finale di Champions League. Anche e soprattutto grazie a Lautaro. Solo la sfortuna impedirà a lui, e alla squadra, di vincere la Coppa dalle Grandi Orecchie. O meglio, solo il Manchester City di Pep Guardiola, a cui basta un gol di Rodri. All’Inter nessuno chiedeva di vincerla, ma perderla fa comunque male.

Ora, invece, la stagione 2023-2024 è ancora in corso. L’Inter si sta giocando il campionato con la Juve e Lautaro ha già messo a segno 20 gol, tra campionato e coppe. La stagione è lunga, piena di potenziali trofei, ma anche grandi avversarie. Vedremo quel che accadrà. Ma la storia del 26enne Lautaro è già colma di successi che, probabilmente, aumenteranno. Perchè i campioni fanno questo.