IL FATTO |
Esteri
/

“Riportateli a casa”: le famiglie degli ostaggi fanno irruzione nel parlamento israeliano

22 gennaio 2024 | 16:09
Share0
“Riportateli a casa”: le famiglie degli ostaggi fanno irruzione nel parlamento israeliano

Il ministro degli Esteri israeliano è volato a Bruxelles: focus sulla liberazione degli ostaggi. E Netanyahu avverte: “Stato palestinese? Non fin quando sarò premier”

Tel Aviv, 22 gennaio 2024 – Un gruppo di familiari degli ostaggi israeliani a Gaza ha fatto irruzione questa mattina nella commissione finanze della Knesset chiedendo interventi urgenti per il rilascio dei rapiti dalla Striscia. Il gruppo fa parte della protesta che da ieri sera si sta svolgendo nei pressi della residenza a Gerusalemme del premier Benyamin Netanyahu, del quale contestano la scarsa azione per riportare a casa gli ostaggi “prima che sia troppo tardi”. Il gruppo dei manifestanti è stato allontanato dalla commissione che tuttavia ha sospeso i suoi lavori.

Il governo israeliano vola a Bruxelles

“Sono venuto qui per incontrare i ministri degli Esteri dell’Ue e discutere di due cose: riportare a casa gli ostaggi quanto prima, compreso un bimbo e quattro donne, e chiedere il sostegno contro Hamas, perché dobbiamo tornare ad avere sicurezza. I nostri coraggiosi soldati combattono per questo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz a Bruxelles dove partecipa al Consiglio Affari Esteri.

Entrando al Consiglio, anche la ministra degli Esteri del BelgioHadja Lahbib si è espressa“a nome del Belgio e della presidenza dell’Ue il messaggio che oggi porterò è chiaro: noi chiediamo un cessate iul fuoco immediato. la liberazione degli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al processo di pace che deve portare alla creazione dei due Stati”.  “C’è un chiaro rischio di regionalizzazione del conflitto. Serve che la violenza cessi anche in Cisgiordania. Ci auguriamo di poter organizzare a Bruxelles, in un futuro più o meno prossimo, una conferenza di pace che possa veramente rilanciare il dialogo politico”, ha sottolineato.

“Ci aspettiamo che l’Ue chieda un cessate il fuoco e lavori con noi per raggiungere un piano concreto per la soluzione a due stati, il momento è ora”. Lo ha detto Ayman Hussein Abdullah Al Safadi, ministro degli Esteri giordano. “Israele con la sua politica sta condannando la regione ad anni di conflitto: il mondo è per la soluzione a due stati e Israele sta sfidando la comunità internazionale, è ora di prendere delle misure, la pace va imposta”, ha aggiunto. “Israele sta indebolendo la soluzione dei due Stati. L’unico modo per garantire la sicurezza per tutti e’ la soluzione a due Stati.Il governo israeliano ha detto no, e così sta sfidando l’ordine internazionale”, ha aggiunto il ministro degli Esteri della Giordania, presente a Bruxelles assieme al suo omologo egiziano, al ministro degli Esteri saudita e ai titolari della diplomazia israeliano e palestinese.

“Spero che nei prossimi giorni arriveranno le sanzioni per i coloni israeliani violenti in Cisgiordania. Le parole del premier Benjamin Netanyahu sulla soluzione a due Stati sono inquietanti: serve la creazione di uno Stato palestinese con garanzie di sicurezza per tutti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, a Bruxelles.

“Se Israele non è al tavolo della pace non ha senso organizzare una grande conferenza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri del Lussemburgo Xavier Bettel. “Il piano presentato da Borrell va nelle giusta direzione“.

Per l’Ungheria, in merito alla discussione sul conflitto in Medio Oriente si è espresso su Facebook il capo della diplomazia Peter Szijjarto.“Il successo delle operazioni antiterrorismo non è solo nell’interesse di Israele, ma anche nell’interesse globale. Dobbiamo fare in modo che in nessuna parte del mondo, mai più, si verifichi un attacco terroristico come quello che ha colpito Israele all’inizio di ottobre”.

“Stato palestinese? Non fin quando sarò premier”

“Solo la vittoria totale garantirà l’eliminazione di Hamas e il ritorno dei nostri ostaggi”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo: “Come premier di Israele sostengo questa posizione con determinazione anche di fronte a pressioni enormi internazionali e interne. E’ stata questa mia ostinazione a impedire per anni uno Stato palestinese che avrebbe costituito un pericolo esistenziale per Israele. Finché sarò primo ministro, questa sarà la mia posizione”.

Non lascia spazio ad interpretazioni il premier israeliano . “Ho chiarito al presidente Biden la determinazione di Israele a conseguire tutti gli obiettivi della guerra e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. Lo ha detto Benyamin Netanyahu aggiungendo che “dopo aver eliminato Hamas”, non ci sarà “a Gaza nessuno che finanzi o educhi al terrorismo o invii terroristi. La Striscia deve essere smilitarizzata e restare sotto pieno controllo di sicurezza israeliano”. Netanyahu ha poi respinto le richieste di Hamas per il rilascio degli ostaggi, ossia “la fine della guerra, l’uscita dell’Idf, la liberazione di assassini e stupratori e la sua permanenza al potere”. (fonte: Ansa)

ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.