Roma, gli infila le forbici in una mano per tentare lo scippo: in manette 26enne

27 gennaio 2024 | 11:27
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Roma, gli infila le forbici in una mano per tentare lo scippo: in manette 26enne

L’uomo è stato colto sul fatto dai carabinieri durante un servizio di controllo straordinario nell’area della stazione Termini

Roma, 27 gennaio 2024 – I carabinieri del Gruppo di Roma, con il supporto dei carabinieri del Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria di Roma, hanno svolto un servizio di controllo straordinario, mirato al contrasto di ogni forma di illegalità e degrado in tutta l’area della stazione Termini, tra cui piazza Indipendenza, via Bachelet, via Giolitti, piazza dei Cinquecento, viale Einaudi e zone limitrofe, in linea con l’azione fortemente voluta dal Prefetto di Roma Lamberto Giannini in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.

I carabinieri di Roma Nucleo Scalo Termini hanno arrestato in flagranza un cittadino straniero di 26 anni, sorpreso, subito dopo aver tentato di asportare un marsupio di un tassista, colpendolo alla mano con delle forbici. Sempre gli stessi carabinieri hanno denunciato 7 persone: un 36enne di Roma, un cittadino di 23 anni della provincia di Frosinone, un 28 enne della provincia di Ragusa e un 34enne Leccese, responsabili dell’inosservanza al foglio di via obbligatorio con divieto ritorno nel comune di Roma, emesso dal Questore di Roma; altre tre persone, due italiani e un cittadino tunisino, per l’inosservanza del D.A.C.UR. (Daspo Urbano). Inoltre, sono state sanzionate amministrativamente 9 cittadini, tra i quali 4 italiani, per la violazione del divieto di stazionamento nei pressi della stazione Termini, con contestuale notifica di ordine di allontanamento per 48 ore dalla predetta area e sanzione amministrativa di 100 euro.

Nel corso delle mirate verifiche, i carabinieri del Gruppo di Roma hanno identificato 160 persone e eseguito verifiche su 90 veicoli e 25 bus di linea.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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