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Shoah: quando la logica fu applicata all’illogico

27 gennaio 2024 | 08:30
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Shoah: quando la logica fu applicata all’illogico

L’umanità tutta ha il dovere di ricordare un orrore che non può essere dimenticato. Ma dov’era l’umanità quando un uomo distruggeva un altro uomo?

Per non dimenticare… è questo l’obiettivo della Giornata della Memoria, che si celebra ogni anno il 27 gennaio, per commemorare le vittime dell’Olocausto. Quel giorno di 78 anni fa l’umanità è riuscita ad aprire gli occhi sugli orrori dei campi di sterminio, un piano di distruzione del popolo ebraico. Una logica, applicata all’illogico, dettata dalla follia di un uomo che riuscì a convincere l’Europa che quelle orribili azioni fossero “necessarie”.

Ma come si può dimenticare un genocidio? Uomini, donne, vecchi e bambini puniti solo perché considerati “diversi”, da chi si è preso con la forza il potere di decidere cosa sia buono e cosa cattivo, cosa sia giusto o sbagliato, cosa sia “normale” e cosa no… cosa sia da eliminare. Bhe, dopo 78 anni riecheggiano ancora le urla disperate delle madri a cui furono strappati i propri figli, di chi stava andando incontro alla morte, senza capire per quale colpa. Di chi è stato strappato alla propria famiglia, alla propria vita.

L’umanità tutta ha il dovere di ricordare un orrore che non può essere dimenticato. Ma dov’era l’umanità quando un uomo distruggeva un altro uomo? Quando regnava l’odio, sfogato sui propri simili. Non c’era umanità quando bambini indifesi venivano privati di un infanzia. Dov’era quando non c’era più speranza? Dov’era l’umanità quando si udivano le urla strazianti, di quelle povere anime strappate alla vita? Umano, non era chi si voltava dall’altra parte, ma chi ha rischiato la vita per salvare l’altro, correndo il pericolo di andare lui stesso incontro alla morte.

Ciò che è stato non si può cancellare, ma quello che possiamo fare è commemorare ed omaggiare, non solo ogni singola vittima che ha perso la vita in quei campi, ma anche chi ha lottato per cercare di fermare questa follia e i pochi che sono riusciti a sopravvivere e che, ancora oggi, porteranno con sé un incubo che non li abbandonerà mai. Quello che possiamo fare e mettere da parte l’odio, la guerra e cercare la pace, affinché tutto questo non possa più ripetersi. Ogni singolo giorno possiamo fare qualcosa per accettare il prossimo, aiutare il prossimo e di generazione in generazione abbiamo il dovere di tramandare questo orribile ricordo perché, citando Primo Levi, “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.