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Cronaca Locale
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La rabbia degli agricoltori pronta a “invadere” l’Aurelia

5 febbraio 2024 | 11:33
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La rabbia degli agricoltori pronta a “invadere” l’Aurelia
La rabbia degli agricoltori pronta a “invadere” l’Aurelia
La rabbia degli agricoltori pronta a “invadere” l’Aurelia

Gli agricoltori del litorale nord si uniscono alle manifestazioni: alle 14 il corteo dei trattori verso Testa di Lepre

Aggiornamento 15:16 – Prosegue la protesta sulla via Aurelia fra Torrimpietra e Fiumicino, dove gli agricoltori hanno sfilato con i trattori: tanti gli striscioni appesi alle macchine agricole con su scritto “La nostra fine la vostra fame!”, “Gli agricoltori non sono in vendita”, “Lottiamo per il futuro dei nostri figli e per produrre eccellenze“.  Sul posto sono presenti le Forze dell’ordine e la Polizia locale per gestire la viabilità. Il corteo ha creato code e disagi al traffico. A portare solidarietà agli agricoltori ci sono alcuni consiglieri di centrodestra e di centrosinistra del Comune di Fiumicino.

Fiumicino, 5 febbraio 2024 –  La protesta avanza e anche gli agricoltori di Fiumicino, Ladispoli e Cerveteri si sono uniti alle manifestazioni: questa mattina, dalle ore 10, al km 29.7 della statale Aurelia fra Torrimpietra e Fiumicino le cinque categorie agricole del litorale nord sono pronte a far sentire la loro voce ed a sfilare in strada con i loro trattori. La protesta, autorizzata dalla Questura, è iniziata ora con una dimostrazione statica ed alle 14 si terrà il corteo fino a Testa di Lepre.

Il rincaro prezzi delle materie prime e dell’energia si fa sempre più sentire e la situazione per i lavoratori agricoli è diventata insostenibile: “La Comunità Europea vuole affamare gli agricoltori – ha affermato Gianfranco Fioravanti, agricoltore di Ladispoli presente sul posto -. Quello che vogliamo è un giusto prezzo per ogni prodotto che produciamo. Se non ci facciamo sentire non ci guarda nessuno, la popolazione deve sapere quello che sta succedendo”

“La politica green dell’Unione Europea è giusta, ma poco applicabile – gli fa eco Marco Iovato, agricoltore -. La questione è semplice: se non posso dare pesticidi al grano, ma gli stati fuori dalla Comunità Europea sì, il prodotto agricolo italiano costerà di più, considerando che è arrivato a 33 euro al quintale, mentre all’estero è di 22 euro circa. In questo modo non c’è concorrenza. Se la materia prima costasse di meno anche per noi, ci sarebbe un minimo di guadagno in più per gli agricoltori”.

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