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Israele-Usa, è gelo. Blinken avverte Netanyahu: “Non usi il 7 ottobre per disumanizzare gli altri”

8 febbraio 2024 | 17:33
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Israele-Usa, è gelo. Blinken avverte Netanyahu: “Non usi il 7 ottobre per disumanizzare gli altri”

Il premier israeliano rifiuta “la proposta di pace” avanzata da Hamas ed incontra il segretario di Stato americano, che afferma: “Penserò ai bambini uccisi a Gaza per tutta la vita”

Tel Aviv, 8 febbraio 2024 – Rafah teme il peggio, il peggio del peggio. Benjamin Netanyahu, respingendo la controproposta di Hamas per un cessate il fuoco a Gaza, ha annunciato che le forze israeliane sono “pronte a operare a Rafah”, nel sud della Striscia, a ridosso del confine con l’Egitto. “La roccaforte di Hamas a Rafah è cruciale per la sua sopravvivenza”, titola un’analisi del Jerusalem Post, mentre proseguono le operazioni militari israeliane nell’enclave palestinese, scattate dopo l’attacco del 7 ottobre in Israele.

E’ da Rafah che passano gli aiuti per la popolazione di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo Hamas, gruppo di cui Netanyahu vuole la “distruzione militare”. Nell’area di Rafah si sono rifugiati quasi la metà dei 2,3 milioni di palestinesi di Gaza e, ha evidenziato il Guardian, ormai le tendopoli arrivano fino ai cimiteri.

In centinaia di migliaia vivono ammassati con il timore di essere di nuovo sfollati, ha scritto il giornale sottolineando come la scelta sia se restare in una città sovraffollata e aspettare l’offensiva o rischiare di spostarsi verso nord, verso una zona in cui continuano i combattimenti. A Rafah regna il panico, dice la tv satellitare al-Jazeera.

Per gli operatori umanitari Rafah è una “pentola a pressione della disperazione”. Per Hamas, scrive il Jerusalem Post, “il controllo di Rafah è sempre stato importante”, è una zona di “massima importanza” e, nonostante la “sconfitta” del gruppo “in molte zone della Striscia di Gaza”, Hamas “continua a dominare a Rafah”. Il gruppo, scrive il giornale, “vuole avere il controllo sugli aiuti e su altro, come le merci di contrabbando o gli arsenali di armi”. E in una Striscia martellata da quattro mesi dai militari israeliani “trae vantaggio dall’avere un gran numero di sfollati a Rafah da usare come scudi umani” per “sopravvivere a Gaza”. Così “resistere a Rafah è cruciale per continuare a dominare a Gaza”. E il Guardian sottolinea l’importanza per Israele della ‘Philadelphi Route’, i 14 chilometri che corrono tra la Striscia e l’Egitto.

Secondo l’agenzia palestinese Wafa, nelle scorse ore almeno 14 persone sono morte e decine sono rimaste ferite in bombardamenti israeliani che avrebbero colpito due case nella zona di Rafah. E tra le 14 vittime ci sarebbero cinque minori.

Le voci che arrivano da Rafah dicono che tutti temono un allargamento dell’operazione di terra delle forze israeliane. Alla Cnn il responsabile per i media del governo di Hamas a Gaza, Ismail Al-Thawabta, ha detto che se le Idf entreranno a Rafah sarà “un vero disastro”.

Gelidi i rapporti con Blinken

Sono qui “prima di tutto per consultarmi con i nostri partner per riportare a casa tutti gli ostaggi rimanenti“. Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken in conferenza stampa a Tel Aviv, dopo aver incontrato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu.

Secondo Blinken, nelle risposta di Hamas alla bozza di accordo vi sono chiaramente alcuni punti irricevibili ma pensiamo che “vi sia spazio per raggiungere un accordo. E su questo lavoreremo senza sosta“, ha promesso.

Israele non ha “la licenza per disumanizzare gli altri”. ha detto il segretario a Tel Aviv, precisando che “gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre. Da allora gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno. Ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri”.

La Casa Bianca non ha nascosto la sua insoddisfazione nei confronti di Israele per le vittime civili nella Striscia di Gaza e per la situazione umanitaria durante la guerra, ma la critica di ieri del segretario di Stato è stata la più dura fino ad oggi. Blinken ha dedicato gran parte del suo intervento su questi argomenti, dopo una giornata di incontri con la leadership politica e militare di Israele.

“La stragrande maggioranza delle persone a Gaza non ha nulla a che fare con gli attacchi del 7 ottobre”, ha detto Blinken. “Le famiglie di Gaza la cui sopravvivenza dipende dalla fornitura di aiuti da parte di Israele sono proprio come le nostre famiglie. Sono madri e padri, figli e figlie, che vogliono guadagnarsi da vivere dignitosamente, mandare i figli a scuola, avere una vita normale. Ecco chi sono. Questo è quello che vogliono“. (fonte: Adnkronos)