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IA: sul caso della influencer virtuale Francesca Giubelli scendono in campo i consumatori

1 marzo 2024 | 12:38
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IA: sul caso della influencer virtuale Francesca Giubelli scendono in campo i consumatori

Consumerismo: “I social network devono riconoscere le identità alle influencer virtuali con norme ad hoc, altrimenti si rischia il Far west”

Sul caso degli influencer virtuali, quelli cioè creati dall’Intelligenza Artificiale, scende in campo Consumerismo No Profit, che chiede a Meta e alle altre società che gestiscono i social network di adottare regole precise in materia per evitare il “far west digitale” e una possibile deriva di illegalità.

“Il caso di Francesca Giubelli, influencer virtuale italiana creata tramite IA e che ha conquistato migliaia di follower su Instagram, evidenzia l’urgenza di attribuire una identità a tali nuove figure – spiega il presidente Luigi Gabriele – Il fenomeno degli Influencer digitali, grazie all’intelligenza artificiale, è appena esploso e si prospetta come la nuova forza che condizionerà mercato e istituzioni. Tuttavia, nonostante i social network siano il loro veicolo principale, l’identità dei creatori non è ancora certa a causa delle politiche dei colossi stessi”.

Attualmente, infatti, chiunque può creare un Influencer digitale tramite l’IA senza avere alcuna responsabilità per ciò che dice o fa – evidenzia Consumerismo -. Questo solleva preoccupazioni riguardo a coloro che potrebbero influenzare i consumatori a compiere comportamenti scorretti o a commettere reati, o addirittura spingere i giovani verso gravi fenomeni come la bulimia, l’anoressia o l’autolesionismo. Purtroppo, seguendo le attuali autoregolamentazioni dei social network, in particolare quelli del gruppo META, non è possibile risalire in alcun modo ai loro creatori e, di conseguenza, attribuire responsabilità legali.

“È per questo motivo che Consumerismo ha deciso di sostenere la causa di Francesca Giubelli e dei suoi creatori che, da mesi, stanno cercando il riconoscimento e la validità della pagina in maniera ufficiale – prosegue Gabriele – Tutto ciò avviene senza che il management di META mostri un reale interesse per le possibili conseguenze. In sintesi, i social network sembrano sempre più essere stati sovrani che decidono persino sulle identità umane e dei bot, senza assumersi alcuna responsabilità legale e morale”.