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Sparatoria a Frosinone, massima allerta per possibili vendette

12 marzo 2024 | 11:43
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Sparatoria a Frosinone, massima allerta per possibili vendette

La questura teme ritorsioni tra le famiglie albanesi. Si cerca ancora l’arma del delitto utilizzata dal killer

Frosinone, 12 marzo 2024 – Proseguono serrate le indagini in seguito alla sparatoria avvenuta a Frosinone nel weekend (leggi qui). Massima allerta in questura, dove si temono vendette e ritorsioni tra le famiglie albanesi coinvolte nella sparatoria di sabato sera allo Shake Bar di via Aldo Moro costata la vita ad il 27enne  Kasemi Kasmi, , raggiunto dai colpi di pistola sparati contro di lui ed i suoi tre amici dal 23enne Michea Zaka.

Il 27enne, con il fratello e due amici era entrato nel locale per affrontare l’avversario, “gelosia per una donna contesa” hanno detto dalla comunità albanese alla Squadra mobile. Ma in Procura non ci credono e continuano a battere la pista della droga e della prostituzione. Il questore Domenico Condello ha disposto l’aumento della sorveglianza per evitare qualsiasi coda a quella sparatoria.

Da ieri mattina la Polizia ed i Vigili del fuoco stanno cercando l’arma del delitto, una calibro 22 dalla quale sono stati esplosi sette colpi e che il killer ha ammesso di avere gettato a ridosso del ponte sul fiume Cosa di via Verdi. È finita tra i rovi, in una specie di discarica piena di lattine vuote: le ricerche sono state compiute con i metal detector e con alcuni labrador.

La Procura ha conferito questa mattina l’incarico al medico legale che dovrà effettuare l’autopsia e l’incarico al perito che dovrà estrarre la copia forense dei telefonini sequestrati al 23enne ed ai quattro amici con cui era allo Shake, ai fratelli Kasmi ed ai loro due amici. Alle 17 di ieri  è cominciato in carcere l’interrogatorio di garanzia per Michea Zaka, assistito dall’avvocato Marco Maietta. (Fonte: Ansa)

(Foto: Fotogramma)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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