Roma, rubano il faro di una macchina: due ventenni “pizzicati” dalla Polizia in borghese

13 marzo 2024 | 12:04
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Roma, rubano il faro di una macchina: due ventenni “pizzicati” dalla Polizia in borghese

I ragazzi hanno tentato di seminare gli agenti azionando un estintore

Roma, 13 marzo 2024- Gli agenti della Polizia di Stato del IX Distretto Esposizione hanno arrestato due 20enni italiani, con precedenti di polizia, poiché gravemente indiziati del reato di rapina impropria e resistenza a Pubblico Ufficiale.

I poliziotti, in borghese, durante un servizio finalizzato al contrasto dei reati predatori, nel transitare nei parcheggi adiacenti al Centro Commerciale “Euroma 2”, hanno notato, nelle vicinanze di un’autovettura, due ragazzi intenti a perpetrare il furto del faro posteriore della macchina, mediante l’utilizzo di una torcia ed un cacciavite.

A quel punto, gli operatori hanno deciso di intervenire qualificandosi ma, alla loro vista, i due 20enni sono fuggiti salendo a bordo della propria autovettura, tentando di speronare quella degli agenti.

Ne è nato un inseguimento durante il quale i due ragazzi hanno cercato di rallentare la marcia degli agenti azionando un estintore, che hanno poi lanciato dal finestrino una volta esaurito. L’inseguimento si è poi interrotto all’altezza di un comprensorio in via Byron quando i due hanno proseguito la fuga a piedi, interrotta dopo pochi metri dagli agenti delle volanti, giunti in supporto, che hanno provveduto a bloccarli.

Gli agenti hanno accompagnato i due presso gli uffici di polizia per le fasi della identificazione dove, esperiti i vari accertamenti, hanno constatato che l’autovettura utilizzata durante l’inseguimento era stata rubata la settimana scorsa dagli stessi.

Al termine dell’attività gli uomini sono stati arrestati e la Procura ha chiesto ed ottenuto la convalida dell’operato dei poliziotti da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

Ad ogni modo gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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