Roma, viola il divieto di avvicinamento e picchia la ex: beccato da un poliziotto fuori servizio

18 marzo 2024 | 12:53
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Roma, viola il divieto di avvicinamento e picchia la ex: beccato da un poliziotto fuori servizio

Il poliziotto si è avvicinato alla coppia qualificandosi e l’uomo ha iniziato a inveire contro di lui, aggredendolo verbalmente

Roma, 18 marzo 2024 – Gli investigatori delle Volanti, del IX Distretto Esposizione e del Commissariato Colombo hanno arrestato un 43enne poiché inottemperante ad un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dall’ex compagna.
Nello specifico, un agente libero dal servizio, appartenente al I° Reparto Mobile di Roma, mentre stava transitando nei pressi di viale dell’Umanesimo, all’altezza con piazza Pakistan, ha notato un uomo a bordo di un’autovettura in sosta che stava picchiando con schiaffi e pugni una donna, urlando svariate frasi aggressive nei confronti della stessa, impedendole altresì di scendere dal veicolo.
Il poliziotto si è avvicinato alla coppia qualificandosi e l’uomo ha iniziato a inveire contro di lui aggredendolo verbalmente; a quel punto l’agente ha contattato la sala operativa per chiedere il supporto di altri operatori poiché la situazione stava degenerando.
Dopo pochi minuti sono giunte sul posto le altre volanti, ma l’uomo ha continuato a tenere un atteggiamento aggressivo fino a scagliarsi contro di loro, opponendo una viva resistenza, fino ad essere definitivamente bloccato.
I poliziotti, a seguito di accertamenti esperiti, hanno appurato che l’uomo era gravato da un divieto di avvicinamento dai luoghi abitualmente frequentati dall’ex compagna perciò, al termine delle attività di rito, gli agenti lo hanno tratto in arresto poiché gravemente indiziato dei reati di lesioni, resistenza a Pubblico Ufficiale e perché inottemperante al provvedimento di divieto di avvicinamento; l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’operato degli agenti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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