Minaccia di morte i genitori per farsi dare i soldi: arrestato a Roma

26 marzo 2024 | 16:46
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Minaccia di morte i genitori per farsi dare i soldi: arrestato a Roma

L’uomo, un 42enne, ha dato fuoco ad un lenzuolo ed afferrato un coltello per scagliarsi contro i genitori

Roma, 26 marzo 2024 – Nei giorni scorsi, gli agenti della Polizia di Stato del III Distretto di Fidene-Serpentara hanno arrestato un cittadino, 22enne romano, gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia.
I poliziotti, durante il servizio di controllo del territorio, su disposizione della Sala Operativa, sono intervenuti in piazza Vulture per la segnalazione di un giovane che, durante la notte, aveva danneggiato il citofono e lo scooter parcheggiato, di proprietà di uno dei genitori, perché questi ultimi gli avevano vietato l’ingresso in casa. In particolare, il soggetto, in forte stato di agitazione, si era recato più volte alla porta d’ingresso dell’appartamento e aveva iniziato a colpirla con violenza; in quest’ultima occasione, il 22enne ha lanciato un vaso in direzione del padre che stava aprendo la porta.
Gli investigatori hanno bloccato e tratto in arresto il 22enne perché gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia. L’operato dei poliziotti è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria e per il giovane si sono aperte le porte del carcere di Regina Coeli.

Sempre gli investigatori del III Distretto hanno arrestato un 42enne romano in quanto altamente indiziato dei reati di maltrattamenti ed estorsione nei confronti dei genitori.
Nello specifico l’uomo, lo scorso 22 marzo, aveva minacciato di morte i genitori se non gli avessero dato dei soldi e, in quei frangenti, aveva tentato di incendiare l’appartamento sito in via Camillo Pilotto, aveva dato fuoco ad un lenzuolo e poi aveva afferrato un coltello per scagliarsi contro di loro. Inoltre, durante il diverbio, il 42enne aveva lasciato aperto il gas del piano cottura. Gli operatori, giunti sul posto, lo hanno disarmato e bloccato evitando il peggio e le vittime, lievemente ferite, sono state medicate sul posto da personale del 118.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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