Roma, sequestrato e picchiato dai suoi connazionali per un debito da 100mila euro

11 aprile 2024 | 15:08
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Roma, sequestrato e picchiato dai suoi connazionali per un debito da 100mila euro
Roma, sequestrato e picchiato dai suoi connazionali per un debito da 100mila euro
Roma, sequestrato e picchiato dai suoi connazionali per un debito da 100mila euro
Roma, sequestrato e picchiato dai suoi connazionali per un debito da 100mila euro

Nel sequestro sarebbe coinvolto un elemento di spicco della comunità bengalese romana

Roma, 11 aprile 2024 – Questa mattina gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Viminale e i carabinieri della Stazione di Torpignattara hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 3 uomini bengalesi; per uno di loro è stata prevista la custodia cautelare in carcere, mentre per gli altri 2 è stato applicato l’obbligo di presentazione alla P.G.

I 3 uomini sono gravemente indiziati, unitamente ad altri indagati, del sequestro di persona ai danni di un connazionale, avvenuto nel quartiere Torpignattara il 30 ottobre del 2022 e denunciato il giorno stesso dalla compagna della vittima presso il Commissariato Viminale.

A seguito di quella denuncia, la Squadra Mobile della Questura de L’Aquila aveva immediatamente arrestato altri tre cittadini bengalesi, rintracciati con la persona sequestrata in un hotel nel comune di Carsoli (AQ); i tre sono attualmente sottoposti alla misura dell’obbligo di presentazione alla P.G.

Nel mese di novembre 2022, la vittima del sequestro si era presentata spontaneamente presso la Stazione dei carabinieri di Torpignattara, per aggiungere ulteriori dettagli inerenti le circostanze del rapimento. L’uomo dichiarava che, durante le fasi del sequestro, aveva ascoltato le conversazioni telefoniche intercorse tra i sequestratori e un altro connazionale, ritenuto elemento di spicco della comunità bengalese romana; quest’ultimo avrebbe fornito le indicazioni sulle modalità logistiche e operative di conduzione del sequestro. Il denunciante aggiungeva, inoltre, che il movente del delitto era da ricondursi ad un debito di circa 100.000 euro, da lui maturato sia per l’ottenimento del rilascio del permesso di soggiorno in favore di due suoi conoscenti, attraverso la mediazione di uno degli odierni indagati, sia per un prestito di denaro.

Le indagini, condotte congiuntamente dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Viminale, dai carabinieri della Stazione di Torpignattara e del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Casilina, coordinate dalla D.D.A. di Roma, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo arrestato, in ordine al ruolo che avrebbe lo stesso rivestito nella vicenda; nello specifico, la vittima era già stata, in due diverse occasioni, sequestrata e trattenuta contro la sua volontà, per ottenere il pagamento del debito e dei relativi interessi usurari.

Dalle indagini congiunte di Polizia e Carabinieri sono emerse, inoltre, le modalità attraverso le quali sono stati commessi i reati; è stata ricostruita la particolare violenza dei sequestratori che, ad esempio, dopo aver trascinato la vittima fuori da un ristorante in pieno giorno e averla costretta a salire su un’auto, l’hanno percossa con pugni sul volto e sul corpo, coprendole poi gli occhi con una benda e la bocca con un pezzo di stoffa per non far sentire le sue urla, che avrebbero attirato attenzione.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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