Roma, operazione antidroga tra Fidene e Tufello: smantellate piazze di spaccio

12 aprile 2024 | 11:10
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Roma, operazione antidroga tra Fidene e Tufello: smantellate piazze di spaccio

Blitz della polizia di Stato: l’indagine trae origine da un ingente sequestro di hashish e cocaina (circa 80 kg) effettuato nel marzo del 2021

Roma, 12 aprile 2024 – Personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Roma, unitamente ai militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha eseguito alcune perquisizioni ed un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 soggetti italiani ed uno albanese, a cui sono contestati a vario titolo i reati di traffico di sostanze stupefacenti ed auto riciclaggio, che hanno consentito di disarticolare delle piazze di spaccio nelle zone di Fidene-Tufello.

L’indagine trae origine da un ingente sequestro di hashish e cocaina (circa 80 kg) effettuato nel marzo del 2021, nell’ambito di una più ampia indagine conclusasi nel dicembre 2022 con l’esecuzione di un provvedimento restrittivo, nei confronti di 5 persone, tra cui un personaggio legato alla ‘ndrangheta.
I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di indagare su altri soggetti, facendo emergere l’esistenza di uno scenario delittuoso nell’area geografica dei quartieri romani di Fidene-Tufello, caratterizzato da due distinti gruppi dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso delle indagini, condotte attraverso intercettazioni sia telefoniche che ambientali, sono stati individuati ed arrestati alcuni spacciatori che si occupavano del coordinamento delle piazze e sanzionati degli assuntori, nonché sequestrati in più riprese ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti quali hashish, cocaina e marijuana per oltre 60 kg, armi da sparo e munizionamento, oltre a cospicue somme di denaro per circa 250.000 euro contante nella disponibilità degli indagati.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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