Roma, inviava carne putrefatta all’ambasciatore di Israele: perquisito 51enne

14 aprile 2024 | 18:23
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Roma, inviava carne putrefatta all’ambasciatore di Israele: perquisito 51enne

Gli operanti hanno rinvenuto e sequestrato gli indumenti presumibilmente indossati in occasione delle azioni illecite

Latina, 14 aprile 2024- All’esito di un’articolata attività di indagine condotta dalla polizia di stato, su delega della Procura della Repubblica di Roma, la DIGOS di Roma e la DIGOS di Latina, con il coordinamento della direzione centrale della polizia di prevenzione, hanno eseguito una perquisizione personale, locale e informatica nei confronti di un cittadino italiano residente a Sezze.

L’attività delegata riguarda alcuni episodi criminosi, verificatisi tra il mese di febbraio e il mese di marzo scorsi allorquando, da diversi uffici postali della zona, uno a Roma, il 9 febbraio, uno a Terracina , il 15 febbraio e l’altro a Isola del Liri, il 14 marzo, sono stati inviati dei plichi contenenti sostanza organica putrefatta- carne- di origine animale, indirizzati all’ambasciatore di Israele a Roma, Alön Bar.

Le indagini hanno consentito di focalizzare l‘attenzione su un soggetto che, secondo quanto ricostruito, avrebbe agito in tutte le occasioni segnalate, con le stesse modalità di esecuzione, ovvero da solo, con il plico già confezionato, indossante gli stessi capi di vestiario e indicando sui colli postali mittenti inesistenti.

Nel corso della mattinata di ieri, presso l’abitazione del soggetto di interesse, un uomo dell’età di 51 anni, dipendente a tempo indeterminato presso il Ministero delta Pubblica Istruzione, noto agli uffici procedenti, in quanto appartenente ad ambienti della estrema sinistra filopalestinese, gli operanti hanno rinvenuto e sequestrato gli indumenti presumibilmente indossati in occasione delle azioni illecite ed altri elementi ritenuti utili alla ricostruzione delle ipotesi investigative.

Sono in corso accertamenti su devices oggetto di sequestro.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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