Roma, scontri tra polizia e collettivi pro-Palestina alla Sapienza: 2 arresti

17 aprile 2024 | 10:35
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Roma, scontri tra polizia e collettivi pro-Palestina alla Sapienza: 2 arresti

Oggi il sit-in di alcune decine di studenti davanti alla città giudiziaria di Roma dove è previsto il processo per direttissima per i due manifestanti arrestati ieri

Roma, 17 aprile 2024- Ieri un gruppo di circa 300 manifestanti ha tentato di fare irruzione nel Rettorato dell’Università La Sapienza dove era in corso il Senato Accademico e sono stati respinti dal personale impegnato in servizio di ordine pubblico. I manifestanti si sono quindi mossi in corteo all’interno dell’Università e successivamente hanno tentato anche di fare irruzione nel Commissariato.

I primi momenti di tensione quando alcuni di loro hanno tentato di fare irruzione all’interno del Rettorato, dove erano riuniti in seduta congiunta Senato accademico e consiglio d’amministrazione dell’Università per l’approvazione di un documento che rifiuta “il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale”. L’irruzione è stata contenuta e respinta dalla polizia.

A quel punto i manifestanti hanno dato vita a un corteo spontaneo all’interno della città universitaria, durante il quale uno degli studenti è saltato su una volante, danneggiandola ed è stato arrestato. Il nutrito gruppo di manifestanti ha, quindi, assaltato i locali del Commissariato presso l’Università. Durante il tentativo di irruzione uno di loro ha aggredito il dirigente di polizia a calci e pugni, procurandogli ferite.

Il manifestante è stato arrestato dalla polizia. Dopo aver tentato più volte di fare irruzione, gli studenti hanno raggiunto il vicino Commissariato di San Lorenzo. Tante le scritte lasciate alla Sapienza dai manifestanti: ‘Free Palestine’, ‘Polimeni complice del genocidio’, ‘Basta accordi con Israele’. C’era anche chi mostrava la bandiera di Israele, oltraggiata con un disegno offensivo al posto della Stella di David.

Oggi il sit-in di alcune decine di studenti davanti alla città giudiziaria di Roma dove è previsto il processo per direttissima per i due manifestanti arrestati ieri pomeriggio durante gli scontri avvenuti alla Sapienza con i collettivi degli studenti pro-Palestina. Le accuse contestate sono di lesioni e resistenza.

“Oggi continuiamo qui il presidio, quello che è successo è inaccettabile. C’è un clima di guerra che si respira in tutto il mondo. Noi – dice Giulia di Potere al Popolo in presidio a piazzale Clodio – chiedevamo lo stop immediato degli accordi Italia-Israele ma nessuna risposta è arrivata dall’università. L’unica reazione è stata quella delle forze dell’ordine. Oggi siamo qui al fianco dei ragazzi arrestati e della lotta palestinese”. (Fonte: ADNKRONOS)

Il commento di Francesco Bucci

 “L’episodio di tensione verificatosi ieri durante il corteo degli studenti presso la Sapienza, promosso dal Coordinamento dei Collettivi per protestare contro la guerra in Israele, è un evento che solleva preoccupazione e richiede una riflessione. È importante sottolineare che il diritto di manifestare è un pilastro fondamentale della democrazia e della libertà di espressione. Tuttavia, è altrettanto importante ricordare che tale diritto deve essere esercitato nel rispetto delle leggi e dei principi di convivenza civile”: lo dichiara in una nota Francesco Bucci, Assessore ombra di Forza Italia alle politiche sulla sicurezza.

“In questo contesto, desidero esprimere la mia solidarietà al Dirigente di PS e agli uomini del Reparto Mobile feriti nel corso degli scontri, nonché a tutti gli agenti che, da giorni, sono impegnati per garantire il regolare svolgimento delle lezioni all’interno dell’Ateneo.- continua l’esponente della Giunta Ombra- È fondamentale che gli organizzatori delle manifestazioni abbiano un ruolo attivo nel promuovere un clima di pace e rispetto durante le proteste. Allo stesso tempo, è compito delle autorità competenti assicurare la sicurezza di tutti i partecipanti e intervenire in modo adeguato in caso di disordini, al fine di creare un ambiente in cui le idee possano essere discusse liberamente e pacificamente.” conclude.

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