IL FATTO

Formia, picchia e minaccia la fidanzata: braccialetto elettronico per un 22enne

18 aprile 2024 | 17:05
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Formia, picchia e minaccia la fidanzata: braccialetto elettronico per un 22enne

Le violenze andavano avanti da diversi mesi. Per il giovane scatta il divieto di avvicinamento

Formia, 18 aprile 2024 – La Procura della Repubblica di Cassino ha emesso un Provvedimento di Divieto di Avvicinamento alla Persona Offesa con applicazione del Braccialetto Elettronico nei confronti di un cittadino classe 2002 residente a Formia reo nei giorni scorsi di aver cagionato lesioni gravi nei confronti di una giovane donna della stessa città.

Il responsabile era stato altresì tratto in arresto in flagranza di reato il 6 aprile dal personale della Compagnia Carabinieri di Formia che, nell’occorso del pronto intervento svolto a difesa della giovane donna aggredita, procedeva a suo carico per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in quanto trovato, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, in possesso di circa 100 grammi di hashish che per qualità e quantità, nonché per le modalità di confezionamento dello stupefacente, apparivano essere destinati alla vendita al minuto.

I successivi accertamenti, posti in essere in modo celere dai militari operanti, hanno fatto luce su una serie di maltrattamenti consistiti in violenze, minacce, nonché atti persecutori che il giovane 22enne aveva svolto già da diversi mesi nei confronti della ragazza, a cui era legato in una relazione sentimentale evidentemente divenuta con il tempo prevaricatrice e dannosa.

Il Provvedimento emesso in data odierna dall’A.G. di Cassino, impone all’uomo di Formia il divieto assoluto di avvicinarsi alla persona offesa, con l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico che ne monitorerà costantemente i movimenti.
Questa misura cautelare mira a proteggere la vittima e a prevenire ulteriori episodi di violenza da parte dell’aggressore.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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