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Fondi, “Ti ammazzo”: anziano preso a calci, pugni e testate dal nipote

23 aprile 2024 | 11:50
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Fondi, “Ti ammazzo”: anziano preso a calci, pugni e testate dal nipote

L’uomo, da ubriaco, maltrattava ripetutamente l’anziano zio sia fisicamente che psicologicamente

Fondi, 23 aprile 2024 – Botte, minacce di morte, violenze continue: incubo per un anziano maltrattato ripetutamente nella sua abitazione a Fondi . Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di P.S. Fondi, ha provveduto a dare esecuzione al provvedimento cautelare dell’Ordinanza di applicazione della misura dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa, emesso dal GIP di Latina, nei confronti di un uomo di Fondi, classe ’70.

La misura si rendeva necessaria in quanto il soggetto, in stato di abituale ubriachezza, usava maltrattare l’anziano zio convivente,minacciandolo anche di morte, sottoponendolo a percosse attraverso schiaffi, calci, testate e pugni, procurandogli lesioni personali. In un’occasione, con una testata, gli procurava un trauma facciale con frattura delle ossa nasali.

Tali sistematici maltrattamenti fisici e psichici cagionavano alla vittima sofferenze, privazioni ed umiliazioni incompatibili con le normali condizioni di esistenza, instaurando in seno alla compagine familiare un clima di terrore dal quale derivava un totale stato di soggezione psicologica.

Grazie alle indagini svolte dalla Polizia, si raccoglievano gli elementi probatori necessari alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, che da ben 4 anni manteneva tale condotta ostile nei confronti del congiunto, all’interno della comune abitazione di famiglia.

Su queste basi, il Giudice riteneva sussistere i presupposti per l’applicazione delle misure anzidette, ritenute idonee alla salvaguardia delle esigenze di tutela della persona offesa. L’indagato, che dovrà affrontare il processo per i reati contestati, non potrà nel frattempo far rientro nell’abitazione e dovrà mantenersi a distanza dalla vittima, non potendo contattarla in alcun modo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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