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Washington blocca la spedizione di 2mila bombe per Israele

8 maggio 2024 | 11:45
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Washington blocca la spedizione di 2mila bombe per Israele

L’Amministrazione Biden ha il timore che possano essere utilizzate in una grande operazione di terra a Rafah

Washington, 8 maggio 2024 – L’amministrazione Biden conferma le notizie secondo cui la scorsa settimana è stata bloccata una spedizione di armi a Israele – bombe da 2.000 e 500 libbre – nel timore che possano essere utilizzate in una grande operazione di terra a Rafah. A riferirne è oggi il Times of Israel.

Un alto funzionario dell’amministrazione Biden ha dichiarato al quotidiano che gli Stati Uniti hanno avuto un paio di incontri virtuali con alti funzionari israeliani negli ultimi mesi per esprimere le loro preoccupazioni riguardo a una potenziale operazione a Rafah e per presentare alternative su come Israele potrebbe colpire Hamas nella città senza ricorrere ad un’invasione su larga scala.

I colloqui proseguiranno, ma la Casa Bianca ha ritenuto che non fossero sufficienti a far passare le proprie preoccupazioni, ha dichiarato l’alto funzionario. “Quando il mese scorso i leader israeliani sembravano avvicinarsi ad una decisione sull’operazione, abbiamo iniziato a rivedere attentamente i trasferimenti proposti di particolari armi a Israele che avrebbero potuto essere utilizzate a Rafah”, ha dichiarato il funzionario.

Questo esame ha portato alla sospensione la scorsa settimana di una spedizione di 1.800 bombe da 2mila libbre e 1.700 bombe da 500 libbre, precisa la fonte, sottolineando che la Casa Bianca era particolarmente preoccupata per il possibile uso delle bombe da 2mila libbre a Rafah, densamente popolata.

Il funzionario ha poi chiarito che non è stata presa alcuna decisione definitiva riguardo alla particolare spedizione bloccata la scorsa settimana. La stessa fonte è sembrata confermare una notizia secondo cui gli Stati Uniti avrebbero ritardato un trasferimento a Israele di JDAM, Joint Direct Attack Munition, sistemi in grado di trasformare bombe a caduta libera in bombe guidate, chiarendo però che questo è avvenuto molto prima rispetto alla spedizione ritardata la scorsa settimana.

“Per alcuni altri casi, presso il Dipartimento di Stato – e questo include i kit JDAM – stiamo continuando la revisione. Nessuno di questi casi riguarda trasferimenti imminenti. Si tratta di trasferimenti futuri“, afferma il funzionario, sottolineando che le spedizioni di armi in esame provengono da fondi precedentemente stanziati e non fanno parte degli aiuti che il Congresso ha approvato per Israele il mese scorso.

“Siamo impegnati a garantire che Israele riceva ogni dollaro stanziato nel supplemento”, sottolinea l’alto funzionario dell’amministrazione, ricordando che gli Stati Uniti hanno appena approvato altri 827 milioni di dollari di armi e attrezzature per Israele.

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