Israele, l’ultimatum di Gantz: “Netanyahu faccia un piano per Gaza, o mi dimetto”
Il ministro degli Esteri israeliano vuole un piano entro l’8 giugno, quando saranno passati otto mesi dall’attacco di Hamas. Ma il premier replica: “Le sue condizioni significano la nostra sconfitta”
Tel Aviv, 19 maggio 2024 – Benny Gantz, ministro del gabinetto di guerra israeliano, ha chiesto al premier Benjamin Netanyahu un piano per Gaza entro l’8 giugno – quando saranno passati otto mesi dall’attacco di Hamas – o il suo partito centrista lascerà il governo. Nel corso di una conferenza stampa, Gantz ha sollecitato un piano in sei punti, tra cui il ritorno degli ostaggi, il ritorno degli sfollati nel nord di Israele e sforzi per la normalizzazione con i Paesi arabi.
Netanyahu: “Le richieste di Gantz significano resa”
Le richieste di Benny Gantz a Benjamin Netanyahu significano “la fine della guerra e la sconfitta per Israele, abbandonare la maggioranza degli ostaggi, lasciare Hamas al potere e creare uno Stato palestinese”. L’ufficio del premier israeliano ha risposto così all’ultimatum del ministro del gabinetto di guerra, che rilancia ponendogli tre domande: “Gantz vuole vedere l’operazione a Rafah arrivare fino alla fine e, in tal caso, perché minaccia di rovesciare il governo di unità durante l’operazione delle Idf? Si oppone al governo dell’Autorità palestinese a Gaza, anche se Mahmoud Abbas non è coinvolto? Sarebbe favorevole a uno Stato palestinese come parte di un processo di normalizzazione con l’Arabia Saudita?”.
“Il primo ministro Netanyahu – si legge in una nota del suo ufficio – è determinato a eliminare i battaglioni di Hamas, si oppone a portare l’Autorità palestinese a Gaza e a creare uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato terroristico“. Netanyahu, conclude, “si aspetta che Gantz chiarisca all’opinione pubblica le sue posizioni su questi punti”.
Gantz: “Se mi avesse ascoltato, già staremmo a Rafah”
Controreplica di Benny Gantz a Benjamin Netanyahu. “Se il premier mi avesse ascoltato – ha detto il ministro del gabinetto di guerra, dopo che l’ufficio del primo ministro ha ribattito al suo ‘ultimatum’ – saremmo entrati a Rafah mesi fa e avremmo concluso la missione. Dobbiamo finirla creare le condizioni per farlo”.
Sull’Autorità nazionale palestinese a Gaza, l’ex ministro della Difesa ha affermato che l’Anp non dovrebbe governare la Striscia, mentre potrebbero farlo altri palestinesi, con il sostegno dei Paesi arabi e degli Stati Uniti: “Il primo ministro dovrebbe occuparsi di questo e non boicottare questi sforzi”. (fonte: Adnkronos)
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