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Terremoto ai Campi Flegrei, Antonello Fiore (Sigea): “Da escludere il rischio eruzione del Vesuvio”

22 maggio 2024 | 10:56
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Terremoto ai Campi Flegrei, Antonello Fiore (Sigea): “Da escludere il rischio eruzione del Vesuvio”

Il presidente nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale analizza in un’intervista la situazione delle scosse sismiche che questi giorni stanno colpendo i Campi Flegrei

Napoli, 22 maggio 2024 – La terra trema, ancora, e la paura sale: i Campi Flegrei sono colpiti da scosse sismiche da giorni. Sono 150 quelle registrate a pochissime ore di distanza (leggi qui) e tra di esse anche la scossa più forte degli ultimi quarant’anni. Una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 3.4, è stata registrata oggi. Famiglie evacuate, la gente terrorizzata è scesa in strada, alcuni hanno dormito in macchina, altri nelle tende. Tanti i danni agli edifici e resta alta l’attenzione per possibili nuove scosse.

Su quanto sta accadendo, per fare chiarezza e per riflettere sulla situazione, ilfaroonline.it ha intervistato Antonello Fiore, presidente nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA).

L’intervista

Sono momenti di paura quelli che si stanno vivendo in queste ore ai Campi Flegrei. La terra trema da giorni, quanto è alto il rischio che possa tremare ancora?

Tutta l’area dei Campi Flegrei è sotto monitoraggio, ma non solo da adesso. Come riporta il bollettino dell’ INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) durante il mese di aprile 2024 sono stati registrati 1252 terremoti. Dal 16 al 12 maggio sono stati localizzati 187 terremoti, ma tutti di magnitudo molto basso. In riferimento ai fenomeni sismici di questi giorni, parliamo della scossa più forte degli ultimi quarant’anni perché di magnitudo 4.4, mentre le altre sono sempre state inferiori. I Campi Flegrei sono una zona sismica e vulcanica, interessata da terremoti anche negli anni precedenti: dall’anno 1000 al 2020 le scosse sismiche non hanno mai superato il magnitudo 5. Dobbiamo, quindi, essere consapevoli, sia per esperienze dirette che tramite i dati ufficiali, che non si tratta di un fenomeno naturale isolato, ma che interessa l’area da sempre.

Come è risaputo non possiamo prevedere i terremoti: quando si verificano sappiamo il luogo, l’orario e l’energia, ma quando parliamo di possibili scosse future, come in questo caso, sappiamo solo dove potranno verificarsi, ma non il quando né l’intensità. Certo è che l’attenzione resta altra: l’INGV e la Protezione civile stanno monitorando costantemente la situazione. 

Parlando anche del Vesuvio, si deve temere un’eruzione vulcanica? Se sì, quanto?

Il Vesuvio e i Campi Flegrei sono due vulcani molto vicini, ma diversi: sono alimentati in maniera differente, sono attivi ma non stanno eruttando e sono differenti sia le loro caratteristiche che i rischi di possibili eruzione. Da sempre entrambe le aree sono fortemente controllate. Posso dire, quindi, che è escluso il rischio eruzione del Vesuvio. 

Eppure la gente, dopo queste ripetute scosse di terremoto, ha paura…

Certo, l’apprensione è normale, ma come sottolineato, dobbiamo essere consapevoli che il Vesuvio e i Campi Flegrei rappresentano due entità distinte. Consiglio, comunque, di attenersi sempre ai dati ufficiali. Il Dipartimento di Protezione Civile, infatti, dice che i livelli di allerta per i Campi Flegrei descrivono lo stato di attività del vulcano e scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa dell’attività eruttiva. Attualmente il livello di allerta per i Campi Flegrei è giallo e la fase operativa adottata è di “attenzione”.

In riferimento soprattutto agli eventi sismici, quali misure dovrebbero essere adottate per la prevenzione nelle zone a rischio in tutta Italia?

La sicurezza sismica, geoidrologica, vulcanica deve costituire obiettivo strategico nazionale e si deve attuare mediante misure di prevenzione, strutturali e non strutturali. Purtroppo il modello è sempre lo stesso: basta rincorrere l’emergenza!. Con un’adeguata prevenzione non dovremmo più parlare di emergenza, cosa che purtroppo accade sempre quando si verificano questi fenomeni naturali e non parlo solo di terremoti: pensiamo anche alle alluvioni che  stanno ancora colpendo il Nord Italia, soprattutto Veneto e Lombardia.

Per la salvaguardia della vita umana, della sicurezza del patrimonio edilizio e del territorio, del sistema produttivo e delle infrastrutture bisogna mettere in atto una programmazione pluridecennale: costruire case più sicure, che rispettino i criteri antisismici, o adeguare quelle già esistenti, così come bisogna rendere sicure anche tutte le strutture pubbliche strategiche e parlo di ospedali, scuole ecc… La popolazione deve poter vivere serenamente, deve avere consapevolezza di quali sono i rischi e sapere come comportarsi in caso di terremoto. Per questo è fondamentale anche una campagna di educazione che porti ad un’auto-prevenzione: qualche giorno fa in Lombardia un uomo era su un ponticello ed è caduto in un fiume durante l’alluvione. Ecco, le persone devono sapere che in caso di alluvione (o in qualsiasi altro evento pericoloso) dovrebbero cercare di allontanarsi il prima possibile dal luogo in cui si manifesta e seguire delle direttive specifiche. 

Quindi, ripeto che è necessario agire prima per la messa in sicurezza e con la prevenzione: oggi abbiamo l’ansia perché sappiamo che non tutto può essere a norma. La programmazione va fatta anche in questa ottica: il rischio sismico, alluvione e frane è diffuso in quasi tutta Italia. Conosciamo i pericoli, ma essi da pericoli naturali, si trasformano in rischi. Dobbiamo essere consapevole che si è in grado di reagire. Importante è poi prendere come riferimento sempre siti ufficiali, rivolgersi all’amministrazione locale e alla Protezione civile, non al sentito dire. 

(Foto: INGV)

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