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Wimbledon, Sinner e la solitudine dei numeri uno

10 luglio 2024 | 14:30
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Wimbledon, Sinner e la solitudine dei numeri uno

Dopo la sconfitta contro Medvedev sul Centrale, i social tornano ad essere assediati da presunti tifosi ed esperti, pronti a scendere dal carro alle prime difficoltà

Londra, 10 luglio 2024 – Poche ore dopo il trionfo di Jannik Sinner all’Australian Open 2024, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendolo al Quirinale, disse: “Adesso si aspetteranno che Lei vinca ovunque, in ogni Slam. Quello di cui possiamo essere certi è che Lei giocherà sempre al meglio, ma è giusto che non si faccia nessuna pressione, secondo un insegnamento saggio dei suoi genitori“. Beh, il Capo dello Stato ci aveva visto lungo. Già: è bastata la sconfitta contro Danil Medvedev ai quarti di finale di Wimbledon, unita alla sconfitta in semifinale del Roland Garros contro Carlos Alcaraz, ad aprire il vaso di pandora.

Sinner e la solitudine nella sconfitta

Da ieri, la pagina social di Sinner e tutte quelle che parlano di sport, sono prese d’assalto da critiche pretestuose, quasi come se qualcuno non vedesse l’ora di sfogarsi. Gente che, a telefoni spenti, gli chiederebbe anche l’autografo. Questi alcuni commenti: “E’ sopravvalutato”, “Non sa tenere la racchetta in mano”, “Gli manca personalità, al quinto set perde sempre”. Fino ad arrivare agli insulti. Il tutto in piena coerenza con la realtà moderna, che trova nei social lo sfogatoio in cui dare spazio alle proprie frustrazioni. Nessuno viene risparmiato, proprio nessuno. Neanche Sinner che, numeri e risultati alla mano, è il tennista più forte della storia italiana.

E’ banale ricordare alcune cose, ma è meglio farlo per  rinfrescare un po’ di memorie: primo italiano di sempre a vincere l’Australian Open, primo italiano di sempre a raggiungere la vetta del Ranking Atp, traino dell’Italia che ha vinto la Coppa Davis a 47 anni dall’ultima volta. Il tutto all’età di soli 21 anni. Eppure, bastano un paio di sconfitte (in una stagione straordinaria, storica) a far dimenticare il tutto.

Commenti che quasi sempre provengono da persone che fino, a pochi mesi fa, probabilmente neanche sapevano che forma avesse la pallina da tennis o come si tenesse la racchetta in mano. E che semplicemente sono saliti sul carro del vincitore, desiderosi di sentirsi parte di un qualcosa di molto più grande. Ma poi, alla prima sconfitta, tutti giù. In maniera molto più amplificata, la vicenda attuale di Sinner ricorda molto quella subita da Matteo Berrettini: il tennista romano, dopo la finale di Wimbledon 2021, era giudicata una sorta di semi-dio. Poi qualche infortunio di troppo gli ha condizionato il proseguo della carriera, e sono arrivate le sconfitte, anche inaspettate. Su quel carro oggi non c’è più nessuno di quei “tifosi” che, improvvisamente, si sono scoperti esperti di tennis. Ma chi lo conosce, sa bene quanto Berrettini abbia dato (e continui a dare) al tennis italiano. L’effetto traino è partito da lui, anche se oggi se lo ricordano in pochi.

Sia chiaro: il tennis italiano, e quindi Sinner (e Berrettini, e Musetti, e tutti coloro che oggi con orgoglio rappresentano il nostro Paese in giro per il mondo) è pieno di appassionati veri. Giocatori amatoriali che quotidianamente o quasi calcano i campi da tennis del loro quartiere, della loro città. Consapevoli di quanto il tennis distrugga non solo il corpo, ma soprattutto la testa del giocatore: ogni punto è decisivo, non si può sbagliare. Un nastro ed una riga fanno da confine tra vittoria e sconfitta. Questione di bravura, dettagli, fortuna, occasioni. E chi più ne, più ne metta. Un po’ come nella vita di tutti i giorni.

Sinner ha il merito di essere stato il “mandante” dell’invasione dei campi da tennis in Italia. Non si trova più un campo libero: i proprietari dei circoli ringraziano. Sono questi i tifosi che, in ogni giorno e in ogni torneo, accompagnano i nostri atleti. E lo faranno anche alle Olimpiadi di Parigi, che partiranno tra pochi giorni ed in cui tutti speriamo nella Medaglia d’Oro. E anche se non dovesse arrivare chinque di noi sarà certo che i nostri atleti, come ha detto il presidente Mattarella, giocheranno sempre al meglio. E tanto basta. (Foto: Profilo Instagram @janniksin)

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