Dopo gli spari dell’Idf contro le basi Unifil, la presidente del Consiglio rompe gli indugi: dovrebbe recarsi a Beirut venerdì. Ma avverte: “Non dobbiamo isolare Israele, perchè questo è l’obiettivo di Hamas fin dall’inizio”. Tajani si recherà in Palestina
Beirut, 16 ottobre 2024 – Dopo gli spari dell’esercito israeliano contro le le basi dell’Unifil in Libano, composta in gran parte da soldati italiani (oltre 1200), la premier Giorgia Meloni è pronta a decollare verso Beirut. Durante il suo intervento alla Camera in vista del Consiglio Europeo programmato per il 17 e 18 ottobre, la presidente del Consiglio ha ribadito la sua condanna per gli attacchi contro il contingente delle Nazioni Unite, esprimendo che “l’atteggiamento dell’esercito israeliano è del tutto ingiustificato”. La posizione è stata ribadita anche nella telefonata con il ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con Meloni che ha parlato di “attacchi inaccettabili”. Nonostante l’agenda ufficiale sul sito di Palazzo Chigi ancora non abbia dato indicazioni precise in merito, la premier dovrebbe recarsi a Beirut questo venerdì. Prevista anche una visita in Giordania, dove Meloni sarà ricevuta dal re Abdallah II.
I viaggi si collocano in un contesto più ampio di impegno dell’Italia nel Mediterraneo, soprattutto in qualità di presidente del G7. Ma non è tutto: la missione diplomatica si allargherà a gran parte del Medio Oriente, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani si recherà sia in Israele che in Palestina.
Meloni: “Non isoliamo Israele. Ma…”
“Comprendo le ragioni di Israele ma questo non vuol dire che io sia d’accordo con tutte le scelte di Israele. Tuttavia dobbiamo fare attenzione ai rischi che correremo se dessimo il segnale di abbandonare e isolare Israele, perchè questa è la strategia a monte di Hamas e di chi ha ispirato gli attacchi terroristici. Dobbiamo essere prudenti, perché se il piano era isolare Israele per cancellare lo Stato ebraico dobbiamo distinguere tra il tema del governo e il tema del diritto a esistere dello Stato di Israele” ha sottolineato Meloni a Montecitorio.
Netanyahu, nelle scorse ore, ha chiesto lo stop alla missione Unifil. A proposito di ciò, Meloni ha ribadito: “‘Oggi la posizione del governo israeliano è un ritiro della missione Unifil. Credo che un ritiro su richiesta unilaterale sarebbe un grave errore, minerebbe la credibilità della missione stessa e dell’Onu. E pnso che i nostri soldati saranno preziosi anche quando riusciremo a ottenere il cessate il fuoco“.
“Riconoscere lo Stato palestinese in questo momento, non aiuterebbe la pace”
Sul riconoscimento della Palestina, ha aggiunto: “Questo governo si è posto in linea di assoluta continuità con altri governi di qualsiasi colore politico: noi siamo per la soluzione dei due Stati, abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere l’Autorità palestinese, come sosteniamo il diritto di Israele a esistere. Ma questo deve nascere nei fatti e non nelle parole, con un processo politico fortemente sostenuto, aiutato e reso concreto anche dall’Ue. La nostra posizione è condivisa dalla maggioranza degli Stati dell’Unione europea e dalla totalità di quelli del G7. Il tanto vituperato blocco di Visegrad ha riconosciuto la Palestina nel 1988. Poi lo hanno fatto solo in tre, Spagna, Svezia e Irlanda. Tuttavia penso che sia un po’ fuorviante far credere che se riconoscessimo la Palestina nel mezzo della crisi risolveremmo la questione. Non è così. I nostri sforzi sono concentrati sulla de-escalation: significa mantenere un dialogo franco con tutti gli attori in Medio Oriente, Israele compreso“. (Foto: governo.it)
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