ADV
ADV
ADV
ADV
ADV
Il referendum |
Interni
/

Si torna alle urne: ecco a quali domande risponderemo l’8 e il 9 giugno

1 maggio 2025 | 14:00
Share0
Si torna alle urne: ecco a quali domande risponderemo l’8 e il 9 giugno

Quattro quesiti saranno in materia lavorativa, uno invece riguarderà la cittadinanza

28 aprile 2025- Si torna alle urne domenica 8 e lunedì 9 giugno per partecipare ai referendum popolari abrogativi, strumento di democrazia diretta prevista dall’articolo 75 della Costituzione. Si risponderà a cinque quesiti, promossi da sindacati e associazioni civili: quattro di questi riguarderanno il lavoro, uno invece sarà in materia di cittadinanza.

Per cosa si vota?

  • «Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»

Il primo quesito riguarda il rientro dei lavoratori licenziati ingiustamente. Si richiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. In questo modo, un lavoratore che ha visto interrompersi il proprio rapporto lavorativo in modo improprio può essere reintegrato.

  • «Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»

Il secondo quesito richiede l’abrogazione del tetto massimo dell’indennità che un lavoratore, ingiustamente licenziato, può ricevere. Ad oggi il lavoratore può ricevere un massimo di sei mensilità. Se prevalesse il sì, spetterebbe al giudice quantificare l’indennità da ricevere.

  • «Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?»

Il terzo quesito chiede l’abrogazione parziale di alcune norme contrattualistiche, per favorire il lavoro a tempo indeterminato e ridurre il precariato.

  • «Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»

Il quarto quesito chiede che venga estesa la responsabilità degli infortuni sul lavoro anche alle imprese appaltatrici e subappaltatrici, per rendere il tema più stringente e per far sì che tutti i soggetti si adeguino in materia di sicurezza sul lavoro.

  • «Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?»

Il quinto quesito è l’unico in materia di cittadinanza e richiede l’abrogazione dell’articolo 9 della legge n. 91/1992 : si propone di dare cittadinanza non dopo dieci anni sul territorio, ma dopo cinque.

Come si vota?

I seggi sono aperti domenica   dalla 7.00 alle 23.00 e lunedì 9 giugno dalle 7.00 alle 15.00  e perché siano validi è necessario che si raggiunga il quorum. I cittadini italiani residenti all’estero potranno votare per corrispondenza, dopo aver ricevuto un plico elettorale.

Per quanto riguarda, invece, gli studenti fuorisede o tutti coloro che per motivi diversi siano in un comune diverso rispetto a quello di residenza, potranno richiedere tramite la compilazione di un apposito modulo il domicilio temporaneo entro il 4 maggio.