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IL DRAMMA

Vittima di bullismo, 15enne si suicida in provincia di Latina

16 settembre 2025 | 10:15
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Vittima di bullismo, 15enne si suicida in provincia di Latina

Sequestrati i telefoni del ragazzo e di alcuni compagni di scuola. Il fratello scrive a Valditara, Meloni e Papa Leone XIV per denunciare il bullismo. La preside della scuola: “Mai ricevute denunce, si è attivata la macchina del fango”

Santi Cosma e Damiano, 16 settembre 2025 – Paolo, quindicenne di Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina, lo scorso 10 settembre si è tolto la vita nella sua camera. Avrebbe dovuto iniziare il secondo anno all’istituto tecnico Pacinotti di Fondi. In una lettera inviata al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e a Papa Leone XIV, il fratello denuncia il bullismo che perseguitava l’adolescente.

La Procura di Cassino ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia sul corpo del ragazzo. L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio. I carabinieri hanno sequestrato i telefoni del ragazzo e di alcuni compagni di scuola per ricostruire le ultime ore del quindicenne. Il ministro Valditara, oltre ad aver manifestato il proprio cordoglio per la morte del ragazzo e solidarietà alla famiglia, ha annunciato l’avvio immediato di due ispezioni ministeriali: una presso la scuola media inferiore frequentata in precedenza da Paolo e l’altra presso l’istituto superiore dove il ragazzo avrebbe iniziato il secondo anno.

Una storia che riapre il dibattito sul bullismo scolastico, sulla responsabilità di famiglie e istituzioni nel controllo e nella lotta a questo fenomeno che occupa uno spazio sempre più rilevante nel panorama adolescenziale nazionale e internazionale.

Bullismo in Italia

Dai dati più recenti dell’Istat, raccolti nel report “Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi 2025”, emerge un quadro preoccupante: nel 2023 il 68,5% dei giovani tra gli 11 e i 19 anni ha dichiarato di essere rimasto vittima di almeno un comportamento offensivo non rispettoso e/o violento, online e/o offline, nei 12 mesi precedenti la rilevazione. Il 21% ha dichiarato di aver subito tali comportamenti in maniera continuativa (più di una volta al mese) e l’8% più volte a settimana.

Secondo l’Istat, la fascia 11-13 anni è quella più soggetta ai comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti subìti con continuità rispetto ai ragazzi di 14-19 anni (23,7% contro 19,8%). La percentuale tra maschi e femmine è pressoché la stessa (21,5% e 20,5%). Un giovane su 10 è stato vittima di esclusione sociale con frequenza anche maggiore.

In concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico 2025-2026, ActionAid ha raccolto le testimonianze di quasi 15mila adolescenti. Dall’indagine “Affettività e stereotipi di genere. Come gli adolescenti vivono relazioni, genere e identità” condotta da Webboh Lab per ActionAid è emerso che otto su 10 criticano il proprio corpo, più del 50% modifica il modo di vestirsi per paura dei giudizi. Ciò avviene perché sei adolescenti su 10 subiscono provocazioni e prese in giro legate a peso, altezza, colore della pelle, capelli etc. La pressione estetica esercitata dai social media ha un impatto fortissimo sulla vita di ragazze e ragazzi: “oltre 7 su 10 riconoscono come i corpi perfetti o ritoccati proposti online siano irreali, ma nonostante questo sempre 7 su 10 vogliono cambiare il proprio aspetto per apparire all’altezza di questi standard di bellezza irraggiungibili”.
Ciò che preoccupa è che all’80% degli adolescenti viene detto costantemente quali sono le cose giuste da fare “per essere maschi e femmine” e 7 su 10 non sanno a chi rivolgersi per dubbi su sesso e relazioni.

Il sindaco: “Siamo sconvolti”

“Conoscevo bene Paolo, sono stato a casa della famiglia a portare le condoglianze l’altro ieri. La mia comunità è atterrita, siamo tutti sconvolti. Era un ragazzo cristallino, di sentimenti umani. Una persona educata e molto legata ai genitori, che lo hanno sempre seguito nel percorso scolastico. Dove andava si faceva amare, era un ragazzo puro”. Lo afferma all’Adnkronos Franco Taddeo, sindaco di Santi Cosma e Damiano, il paese in provincia di Latina dove viveva Paolo Mendico, il 14enne che si è tolto la vita nei giorni scorsi.

Il primo cittadino ricorda anche che in primavera “l’assessorato alla pubblica istruzione aveva segnalato episodi di risse tra studenti all’attesa del pullman, che riguardavano proprio i ragazzi dell’istituto tecnico Pacinotti, lo stesso che frequentava Paolo. Avevamo inviato i vigili a presidiare la zona per sicurezza e segnalato la situazione alla scuola”. Il giovane, secondo quanto denunciato dai familiari, era vittima di bullismo da anni.

La preside: “Macchina del fango contro la scuola”

“La scuola non ha mai ricevuto denunce. È possibile che qualche nostro alunno abbia fatto qualcosa che non doveva fare, ma di sicuro la scuola non era al corrente di questo”. Lo afferma all’Adnkronos la professoressa Gina Antonetti, dirigente dell’istituto tecnico industriale Antonio Pacinotti di Fondi, la scuola frequentata da Paolo Mendico, il 14enne che si è tolto la vita nei giorni scorsi a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina.

Abbiamo fatto di tutto in questi anni: presenza dello psicologo in classe, tavoli contro il bullismo, sportello dello psicologo sia per gli alunni che per i genitori“, spiega la preside. “Non vedevamo Paolo da un mese e mezzo, quindi collegare il suo suicidio a quanto è accaduto al Pacinotti mi sembra strano. Non so cosa ci sia stato nelle scuole precedenti, ma noi, come istituto, stiamo subendo una vera e propria macchina del fango”. La dirigente precisa che il ragazzo “si lamentava soltanto del fatto che i compagni dicevano parolacce e si comportavano male. Noi abbiamo sempre agito e infatti ci sono stati interventi nei confronti di questi alunni. È importante distinguere le scuole che Paolo ha frequentato”.

Nino D’Angelo: “Perdonaci Paolo se ti hanno dato il mio nome”

“Come si fa a trovare una ragione, una spiegazione a questa cosa… Io mi sento piccolo piccolo e non so trovarla. Qual è potuta essere la solitudine che ha confuso i pensieri di questo ragazzino di nome Paolo, fino a portarlo a fare un gesto simile. Dov’eravamo noi, tutti noi che oramai sappiamo sempre poco dei nostri figli, e dov’erano le parole che avrebbero dovuto far capire agli amici di Paolo che certe cose non si possono dire, fanno troppo male, che possono uccidere un ragazzino della loro stessa età… Perdonaci Paolo se non abbiamo saputo aiutarti e scusami se ti hanno dato il mio nome”. Lo scrive sui social il cantautore Nino D’Angelo, commentando la morte del 14enne che si è tolto la vita nei giorni scorsi a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina. Secondo la famiglia, il ragazzo era da tempo vittima di episodi di bullismo: veniva preso in giro anche con il nome del cantante a causa dei capelli lunghi. La procura di Cassino indaga per istigazione al suicidio, mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha disposto ispezioni nelle scuole frequentate dal giovane.