LA RICORRENZA

Massimo Lugli: “Pasolini, giallo italiano irrisolto: Pino Pelosi a Ostia non era solo”

31 ottobre 2019 | 11:01
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Intervista allo scrittore Massimo Lugli che ha dedicato il suo ultimo romanzo a Pier Paolo Pasolini. Documenti inediti sul cold case. Le celebrazioni del 2 novembre

Roma – “Quella notte Pino Pelosi non era solo e sicuramente non è stato lui a massacrare di botte Pier Paolo Pasolini“. Massimo Lugli non ha dubbi su un delitto che resta avvolto nel mistero e che ha innumerevoli zone d’ombra. A quella tragica storia lo scrittore e giornalista ha dedicato il suo ultimo romanzo, “Il giallo Pasolini“.

Massimo Lugli ha presentato ai lettori presso “La Feltrinelli” della Galleria Sordi di Roma il suo ultimo romanzo, l’ottavo nel quale il protagonista è il giornalista Marco Corvino alter ego dello stesso autore. In questo volume pubblicato da Newton Compton Editori Marco Corvino è un giovane praticante di “Paese Sera“, giornale presso il quale realmente Massimo Lugli ha iniziato la sua luminosa carriera di cronista. Hanno affiancato l’autore nella presentazione del volume Andrea Frediani, scrittore di romanzi storici, e il superpoliziotto Antonio Del Greco, anche lui scrittore di gialli.

Tutto parte da quella mattina del 2 novembre 1975 quando il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini viene ritrovato vicino alle baracche dell’Idroscalo di Ostia. Il cronista Marco Corvino è alle prime armi e non si dà per vinto: decide di lanciarsi in un’inchiesta solitaria e non , quindi, ha poco credito nei suoi superiori. Ciò nonostante avvia una sua indagine sull’omicidio che lo porterà a scoprire i tanti lati oscuri della vicenda e le incongruenze della versione ufficiale. Verrà a contatto con ambienti e personaggi equivoci e pericolosi e rischierà in prima persona, inoltrandosi in una fitta rete in cui niente è quello che sembra. Dietro le ombre di ogni vicolo, infatti, si nascondono fosche verità. Una storia mozzafiato e piena di colpi di scena, che si ispira a un caso ancora da chiarire.

Il giallo Pasolini” pur essendo un romanzo, quindi un’opera letteraria di fantasia, si basa rigorosamente su dati giudiziari e di polizia emersi durante le indagini e nelle testimonianze di alcuni attori di questa vicenda, tra i quali l’avvocato Nino Marazzita, legale della famiglia del regista. “Sono convinto – sostiene Massimo Lugliche la verità sul delitto Pasolini è stata fatta solo in parte, una piccolissima parte. Ho scoperto con assoluta certezza che Pino Pelosi, Pino “la rana” come era soprannominato, non poteva essere solo quella notte. Era lì, all’Idroscalo, sicuramente ha partecipato, ma non era il solo. Ci sono troppi riscontri a documentarlo ed emergono nella sentenza di primo grado che io riporto in parte. C’erano altre persone sul luogo del delitto, qualcuno le ha viste, ci sono le impronte. Non è possibile che Pelosi abbia assassinato un uomo molto più forte e più atletico di lui senza riportare neanche un graffio. Non è possibile che Pino Pelosi in una colluttazione che è stata un massacro non abbia avuto una goccia di sangue addosso. Non è possibile che l’arma del delitto sia stata una tavoletta di legno marcio. Tutti questi interrogativi sono rimasti“.

2 novembre 1975: il corpo straziato di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia. Tra gli spettatori anche l’autore di questo articolo

Chi potrebbe essere stato, dunque, il complice di Pino Pelosi, che, ricordiamo, nella sentenza passata in giudicato è stato condannato come unico responsabile? “C’è ancora in vita un grande criminale che forse sa ciò che è successo – risponde Lugli – Si chiama Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro, che io credo sappia, non penso abbia partecipato, ma non parla. Un caso irrisolto, dunque. mi domando perchè, con tanti cold case che sono stati riaperti con l’uso delle nuove tecnologie investigative che permettono di arrivare a verità che all’epoca erano impensabili, dicevo, non capisco perchè nonostante tanti intellettuali abbiano chiesto di riesaminare il caso, questo non è mai accaduto“.

LE CELEBRAZIONI

Sabato 2 novembre, ore 20,00, il Teatro di Roma dedica l’omaggio a Pier Paolo Pasolini con QUESTO È IL TEMPO IN CUI ATTENDO LA GRAZIA, tre tappe di uno spettacolo a firma di Fabio Condemi e Gabriele Portoghese, che ci portano nei luoghi che hanno segnato l’esistenza del poeta. Il viaggio a ritroso parte da Ostia (al Teatro del Lido, via delle Sirene) passando per Roma, (al Teatro India il 3 novembre ore 21), per terminare nella regione dell’infanzia friulana di Pasolini (al Verdi di Pordenone il 5 novembre).

L’omaggio a Pasolini si apre la mattina con UN SALUTO A PIER PAOLO.Sabato 2 novembre (ore 11) al Parco Letterario Pier Paolo Pasolini di Ostia (in Via dell’Idroscalo 170) si terrà un appuntamento emozionante con la memoria e il ricordo del grande poeta, per riscoprirne anche alcuni versi con Gabriele Portoghese che leggerà le poesie Una disperata vitalità e Un affetto e la vita.