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Minturno libera attacca: “Impossibile reperire il Pua comunale”

30 luglio 2020 | 16:30
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Minturno libera attacca: “Impossibile reperire il Pua comunale”

Minturno libera: “Oltre a far nascere il dubbio che il Pua non sia stato proprio redatto, tale mancanza costituisce di per sé una gravissima violazione in tema di trasparenza”

Minturno – Il movimento civico “Minturno libera” torna ad attaccare l’amministrazione targata Stefanelli. Stavolta, nel mirino c’è finito un tema molto caro ai minturnesi, ossia quello relativo alla gestione delle concessioni demaniali marittime.

Un tema che, secondo il movimento, ha portato alla luce l’ennesima mancanza di trasparenza dell’amministrazione: “dalle ricerche effettuate – sottolineano -, non siamo riusciti a reperire un documento per sua natura fondamentale quando si parla di concessioni demaniali marittime: si tratta del Piano di utilizzazione degli arenili (PUA) comunale”.

Ma perché questo documento è così fondamentale? “La legge regionale numero 8 del 2015 ha introdotto la predisposizione del Pua regionale  a cui tutti i Comuni laziali devono adeguarsi mediante l’adozione di un proprio Pua comunale. La predisposizione del PUA comunale è garanzia di trasparenza in quanto da esso devono emergere l’indicazione della percentuale di spiaggia destinata alla pubblica fruizione (la quale ad ogni modo non può essere inferiore al 50%), nonché tutte le informazioni relative alle concessioni demaniali marittime (i canoni concessori, l’imposta regionale dovuta, oltre ai dati relativi alla località, al titolare della concessione e alla planimetria).

Un documento talmente importante – sottolineano dal movimento – che nella stessa legge regionale 8/2015 all’art. 53 bis è richiamato l’obbligo per i Comuni di pubblicare tale scritto sui propri siti istituzionali“. Un documento facilmente reperibile sui siti web di Comuni limitrofi, come ad esempio Formia e Gaeta, ma impossibile da trovare su quello di Minturno.

“Noi, infatti, non siamo riusciti ad individuare in alcun modo il PUA comunale di Minturno e tale mancanza, oltre a far nascere il dubbio che il documento non sia stato proprio redatto, costituisce di per sé una gravissima violazione, in tema di trasparenza, da parte della nostra Amministrazione”.

Quest’atto è importante perché permette di dare una risposta a tutta una serie di domande ed interrogativi relativi alla gestione delle spiagge del nostro litorale, che, senza, restano sospese.  “A tal proposito vogliamo – proseguono dal movimento – porre l’attenzione su quella che si configura a tutti gli effetti come una gravissima e inaccettabile disparità di trattamento tra spiagge libere con servizi e stabilimenti balneari.

Mentre è certo che i titolari di questi ultimi sono tenuti al pagamento del canone annuo per la concessione marittima, oltre ovviamente a quello delle tasse, non è dato sapere cosa corrispondano, invece, i noleggiatori di attrezzature balneari e in che misura. Tali informazioni, infatti, avrebbero dovuto essere pubbliche e contenute proprio all’interno del PUA mentre, invece, come già detto, non sono ricavabili sul sito del Comune di Minturno”.

Non solo. Dal comitato fanno sapere: “Negli ultimi quattro anni i noleggiatori nelle spiagge libere si sono comportati di fatto alla stregua di proprietari degli stabilimenti balneari, avendo installato, tra l’altro, sulla spiaggia di loro competenza, strutture di vario tipo e e avendo offerto approssimativamente gli stessi servizi.

Ed in proposito, sempre la legge regionale su richiamata, prevede il principio secondo cui è vietato il pre-posizionamento di attrezzature balneari, in quanto l’organizzazione di servizi alla balneazione non può assolutamente precludere la libera fruizione dell’arenile. Questo principio – concludono da Minturno libera – viene rispettato sulle nostre spiagge libere? E se così non fosse perché nessuno interviene?”

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