Colloqui di lavoro, giovani sfruttati e truffati: come non farsi fregare

5 aprile 2021 | 12:06
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Colloqui di lavoro, giovani sfruttati e truffati: come non farsi fregare

Consigli utili per non andare ai colloqui di lavoro per una posizione e trovarsi poi a fare i venditori porta a porta.

Ho deciso di scrivere questa mia “piccola” storia sui colloqui di lavoro, per dare voce alle migliaia di giovani presi per il collo, per non dire altro, da una miriade di società che con la scusa di offrire un impiego propongono solo contratti di vendita porta a porta, lucrando sull’ingenuità del ragazzi e sulla loro forza vitale. Uno spaccato della società moderna che in tanti conoscono, ma che in pochi raccontano.

La ricerca online

Il 16 febbraio scorso ho iniziato a cercare lavoro. Dopo aver aggiornato il mio curriculum, con tanto di foto, ho iniziato la mia ricerca online per la posizione di segretaria presso un’azienda. Ho fatto la segretaria presso un’associazione di volontariato negli ultimi 6 anni quindi l’esperienza non mi manca.
La ricerca inizia scrivendo sul motore di ricerca “cerco lavoro segretaria Roma”. Ovviamente le posizioni aperte per questo ruolo sono tantissime, così come gli annunci, e i siti ai quali vieni indirizzato a mano a mano che la ricerca continua. Ti ritrovi in poche ore ad avere un account su ogni sito di “cerco-offro lavoro” esistente in Italia.

Non importa, sono giovane e ho bisogno di un lavoro, quindi, sono disposta a creare un account diverso per ogni sito pur di mandare la mia candidatura per la posizione ricercata.

Solo nella giornata iniziale mando 12 candidature, qualcuno risponderà spero. E infatti qualcuno finalmente chiama.

Qui bisogna aprire una parentesi. Io non faccio un colloquio di lavoro da 6 anni, sono molto nervosa, penso a tutte le domande e tutte le aspettative che potrebbe avere un selezionatore nei confronti di una candidata. Inizio a informarmi, sempre su internet, su quali siano le domande più gettonate durante un colloquio, come bisogna vestirsi, quale atteggiamento mostrare, cosa bisogna dire e cosa non bisogna assolutamente dire, quali sono le domande lecite e quali no (eh sì ci sono delle domande personali che un selezionatore non dovrebbe assolutamente fare, ma le fanno comunque). Dopo mezza giornata su vari siti che offrono la formazione per il colloquio perfetto mi sento pronta, sono carica, sono entusiasta.

Torniamo alla nostra prima telefonata. Una signorina molto cordiale mi chiama e dice che il responsabile del personale ha visto il mio curriculum ed è interessato, quindi mi propone un colloquio conoscitivo per il giorno seguente, è molto disponibile per l’orario quindi fissiamo per giovedì 18 alle ore 16:30, ad Ostia.

Il giorno dopo prendo il Cotral da Isola Sacra verso Ostia Lido, arrivo con un largo anticipo, come sempre, e aspetto; alle 16:20 citofono, mi aprono, mi fanno accomodare, consegno la copia del curriculum e aspetto il mio turno per poter sostenere il colloquio.

Apriamo un’altra parentesi: ho scoperto successivamente che il curriculum cartaceo lo devi sempre portare al colloquio anche se l’hai mandato nella candidatura, perché in realtà vieni chiamato al colloquio indipendentemente dal tuo curriculum. Il tuo CV gli serve solo per ricordare il tuo nome non per conoscere quali sono le tue esperienze lavorative o conoscenze.

Altra cosa importante, che ho scoperto dopo, è chiedere sempre il nome dell’azienda quando si viene chiamati. Nel mio caso ho digitato l’indirizzo che mi è stato fornito per scoprirlo ma non è sempre così facile, a volte è uno stabile con più uffici, a volte ti danno solo l’interno. Quando si entra è importante guardarsi intorno per capire di cosa si tratta.

Torniamo al mio colloquio. Mentre aspetto mi rendo conto che ci sono altre persone in attesa e a mano a mano vengono chiamate nell’ufficio in fondo, cronometro il tempo che passa dall’entrata all’uscita e capisco che stanno dentro tra i 5 e i 10 minuti. Mi tranquillizzo, il colloquio dura poco, le persone non sembrano spaventate quando escono. Tocca a me. Mi riceve Claudia. Dà un’occhiata al mio curriculum e ci tiene a specificare che per lei in realtà non è importante perché le cose bisogna dimostrarle con la pratica e non hanno valore se scritte su un foglio di carta (e io che ci ho impiegato mezza giornata a renderlo il più appetibile possibile ai selezionatori). Passa i successivi 7 minuti a spiegare di cosa si occupa l’azienda, una mitraglietta di parole, ne ho forse recepite il 50% e mi ritengo fortunata. Alla fine, mi chiede se sto lavorando, da quanto tempo non lavoro più, cosa faccio. Le rispondo nella più completa onestà con una buona dose di entusiasmo per il lavoro che ho sempre svolto e che vorrei svolgere anche per loro nel caso passassi la selezione (in quel momento mi rendo conto che prende nota sulla copia del mio CV “SEGRETARIA”).

Mi sembra un po’ strano, se mi hanno chiamata è perché hanno selezionato il mio CV per la posizione per la quale mi sono candidata, non dovrebbero già saperle queste cose? Mi giustifico da sola pensando che forse hanno più posizioni aperte e che con tanti candidati per diverse posizioni potrebbero sfuggir loro alcune informazioni.

Dopo 9 minuti esatti di colloquio nel quale ho detto poco o niente mi congedano dicendo che mi avrebbero fatto sapere e che questa era solo la prima selezione e ce ne saranno altre 2 o 3. Mi chiamano il giorno successivo per dirmi che ho passato la prima selezione e devo andare a un secondo colloquio che si terrà lunedì dalle 12:15 alle 15:30.

Mi presento lunedì e scopro che è una formazione sull’azienda con un colloquio individuale alla fine. Ci fanno la “bella” presentazione dell’azienda (qui potrei aprire una parentesi sul modo di presentarsi come azienda per sembrare estremamente affidabili).

Alla fine della presentazione (eravamo una decina) veniamo chiamati a uno a uno per il colloquio individuale dove l’unica domanda che ci viene fatta è se abbiamo capito tutto, se abbiamo domande e cosa ce ne pare. Ci viene detto che saremmo stati richiamati nel pomeriggio per farci sapere se abbiamo passato questa ulteriore selezione.

Vengo, ovviamente (perché non ci sono delle reali selezioni in base all’esperienza mia e di altri candidati presso la stessa azienda) richiamata dopo un’oretta per essere convocata per il giorno successivo con la specifica richiesta di portare una bottiglia d’acqua di casa mia perché si farà la dimostrazione pratica dell’analisi dell’acqua (l’azienda in questione vende depuratori d’acqua e aria).

segui il racconto alla pagina successiva

Il giorno dopo stessa solfa, arricchita da una dimostrazione degna del piccolo chimico sull’analisi dell’acqua mia e degli altri fortunati selezionati e sul quanto stiamo mettendo in pericolo la nostra vita con dell’acqua così contaminata. Anche se la giornata è iniziata con un bel discorsetto su quanto le informazioni on-line possono essere manipolate, quanto sono invidiosi i candidati scartati che mettono recensioni negative solo per screditare l’azienda, loro non fanno porta a porta, etc.; il discorso finisce evidenziando che hanno bravi avvocati e che perseguitano uno a uno quelli che mettono recensioni negative.

Attacco allo Stato che alza i livelli delle sostanze nocive contenuti nell’acqua per dichiararla potabile. Attacco alle aziende che vendono l’acqua in bottiglia perché il PET è il demonio. 3 ore di puro terrorismo psicologico alla fine delle quali sei quasi quasi disposto a comprarlo anche tu il depuratore.

Alla fine della presentazione arriva la responsabile di sede per spiegarci cosa dovrà fare chi verrà selezionato: presentarsi il giorno dopo per prendere la valigetta-kit per la dimostrazione dell’acqua; altra formazione; iniziare l’allenamento.

L’allenamento consiste nell’andare a casa di amici e parenti e fare davanti a loro questa dimostrazione, se ne devono fare almeno 10 in 3 giorni, senza nessun contratto o retribuzione. Perché quando inizierai a lavorare da uno a tre mesi dovrai fare questo il pomeriggio (indipendentemente dal ruolo per il quale sei candidato).

L’allenamento… obbligatorio

Come il giorno precedente c’è il colloquio finale individuale nel quale ti chiedono se hai capito tutto e se hai domande; io ne avevo purtroppo, non le ho fatte tutte ma due sì e dalle risposte ho capito finalmente tutto.
1. L’allenamento con amici e parenti è obbligatorio?
Risposta: Sì
E se io non ho parenti o amici dai quali andare?
Allora non saprei, ne devo parlare con la responsabile, vediamo, ti facciamo sapere.
2. Quante persone fanno i primi mesi di formazione per ogni singola posizione aperta?
Risposta vaghissima e incomprensibile.
Ripeto la domanda spiegandomi meglio, sto cercando di capire solo la probabilità di essere assunta
Risposta: Non c’è un numero preciso anche perché potrebbe non esserci nessuna assunzione alla fine dopo i mesi di prova.

Non faccio altre domande, mi rendo conto di essermi compromessa, la mia curiosità mi sta facendo perdere un’opportunità lavorativa? Sono perplessa, confusa ma aspetto la telefonata del pomeriggio per capire se ho passato la selezione di oggi o meno.

Mi chiama nel pomeriggio la responsabile chiedendo del come mai non posso fare l’allenamento con amici o parenti e spiego che non ho parenti qui, ed essendoci in atto una pandemia io non vedo amici da mesi ormai e di sicuro non mi auto-invito a casa loro per fare una dimostrazione sull’acqua. Lei insiste, magari gli amici del tuo fidanzato, i suoi parenti, non trovi nessuno? Sono irremovibile, e vengo scartata, perché “se non ti alleni non ti possiamo mandare a casa dei clienti perché che figura ci facciamo?”
Ma questo allenamento non lo posso fare nella loro sede?
Ma cosa c’entra tutto questo con la mansione di segretaria?
Perché ci danno incentivi anche economici per una cosa che non è nemmeno contrattualizzata? Se fai almeno 10 analisi in questi 3 giorni, anche se non vendi niente avrai un buono da 500€ per un viaggio all-inclusive a Barcellona/Madrid.

L’aiuto dal web

Ero preparata a tutto questo, mentalmente almeno. Lunedì dopo la seconda selezione ho passato il pomeriggio a cercare informazioni su quest’azienda e ho scoperto un gruppo Facebook da quel giorno in poi è diventata la mia prima fonte di informazioni prima di andare a un colloquio. Gruppo Facebook – Basta con gli annunci di lavoro TRUFFA!!!

In un paio d’ore ho letto centinaia di testimonianze da tutta Italia di persone che hanno avuto a che fare con questa azienda.

Psicologicamente invece, non ero pronta, mi sono sentita svilita, umiliata, truffata. Avevo speso tempo e denaro per stare a presso a tutti sti “colloqui-formazioni”.
Buttarmi giù a questo punto però non era possibile, soprattutto perché adesso io sapevo, avevo fatto tesoro di tutta l’esperienza di quei 3,4 giorni ed ero pronta a mettermi di nuovo in gioco.

Nei giorni successivi sono arrivata a più di 50 candidature inviate. Mansione: segreteria, back/front office.

Per continuare a leggere la storia vai avanti…


Il 26 febbraio vengo contattata per un colloquio zona Colli Albani per il 1° marzo alle 15:15. Registrazione della telefonata fatta, sembra insospettabile, mi viene spiegato nel dettaglio le mansioni della figura ricercata, però niente nome dell’azienda.

Il 27 febbraio vengo contattata per un colloquio zona Ponte Mammolo per il 1° marzo alle 16:30. Registrazione anche di questa fatta.
Il primo marzo vado al primo colloquio, Colli Albani, e sembra tutto perfetto, il responsabile è chiaro, mi spiega tutto e anche l’urgenza, mi chiede se posso fare la giornata di prova il giorno successivo all’ufficio che dista pochi metri dalla sede attuale.

Alle 16:30 vado al secondo colloquio, Ponte Mammolo, e scopro con mio sommo stupore che si tratta della stessa azienda del colloquio di un’ora prima con sede diversa. Si risparmia (lui, selezionatore) un bel po’ di lavoro dicendo che se avevo la giornata di prova già fissata con l’altra sede i primi avevano la precedenza. E così mi sono fatta un viaggio a vuoto.

Il giorno dopo l’appuntamento era alle 8:30, vicino Colli Albani. Immaginate dover partire da Isola Sacra per arrivare a Colli Albani per le 8:30. Sveglia alle 5:45, Cotral alle 6:30, treno Ostia Lido – Porta San Paolo, metro B, cambio, metro A. Arrivo alle 8:15, anche perché mi era stata raccomandata la puntualità.

Quando arrivo mi rendo conto che ci sono altre persone che sono state convocate, tutti uomini/ragazzi. Qui inizio già a sentire il tipico odore di “truffetta”. Mi presento alla segretaria che mi fa firmare un modulo in cui mi impegno a lavorare gratuitamente nel giorno di prova. Vabbè, ci provo, lo firmo.
Esco fuori perché il responsabile è impegnato in una riunione. Mentre sto fuori noto altri due ragazzi (35/38 anni) e per fare due chiacchiere iniziamo a parlare. Loro sono stati convocati per la posizione di magazziniere.

Ci confrontiamo sul colloquio e ci rendiamo conto che potrebbe essere l’ennesimo “Porta a porta”.
Nel frattempo che chiacchieriamo sentiamo applausi e urla di incitamento dalla finestra superiore dell’ufficio davanti al quale stiamo e per scherzare diciamo “Li senti gli applausi, si stanno caricando per farci il pacco, ora vedi come finiamo a fare il porta a porta e così via”. Passano i minuti e alle 8:45 dalla porta accanto all’ufficio dove stiamo aspettando escono una decina di persone in giacca e cravatta con delle cartelline e si dividono in varie direzioni. La cosa inizia a “puzzare”, siamo sempre più sconcertati.

Veniamo chiamati dentro, siamo in 6, sono l’unica donna. Chiamano a uno a uno nell’ufficio accanto. Chiamano uno dei due ragazzi con cui ho chiacchierato fino a pochi minuti prima. Passano 2 minuti e vedo rientrare un ragazzo dalla porta principale, incazzato nero: “Voi siete dei truffatori, io non sono venuto a fare il porta a porta ma per fare il magazziniere, ritiro la mia candidatura!”. Immediatamente l’altro ragazzo che aspettava di essere chiamato “Ritiro anch’io la mia candidatura, non si lavora così, mi avete fatto perdere tempo!”.

Sono confusa, non capisco, avevamo davvero ragione? Ho ancora una speranza, sono l’unica donna, magari cercano davvero una segretaria, speriamo. Vengo chiamata, mi viene presentato un tizio, devo andare con lui all’ufficio vicino per delle pratiche e mi verrà spiegato il lavoro. Mentre usciamo mi rendo conto che anche lui ha in mano la famosa cartellina da “porta a porta”.

Lo inizio a tartassare di domande: “dove andiamo? Che dobbiamo fare?” Mi risponde dicendo “Ambasciatore non porta pena, stiamo andando a casa di persone a fare “Assistenza clienti”. Eccolo, è l’ennesimo “porta a porta”. Lo saluto e torno indietro, entro nell’ufficio e annuncio il ritiro della mia candidatura.
Torno a casa, sono le 9 e io sono sveglia già da 4 solo per poi dover tornare al punto di partenza, questa volta ho imparato, non mi farò più fregare così.

Ci riprovo, stavolta a Fiumicino per una grande azienda di energia. Durante il colloquio conoscitivo gli ho specificatamente detto che non ho intenzione di fare porta a porta ma solo lavori della posizione per la quale mi sono candidata. Ha subito detto di non fare queste cose e che mi avrebbe richiamato dopo un paio di giorni per la giornata di prova, mai più risentiti. Strano eh?
Ho ricevuto altre chiamate sempre con lo stesso copione ripetuto… due nella sola giornata del 10 marzo.

Prosegui la lettura per i consigli utili per non farsi fregare…

Consigli utili per non farsi fregare

Cosa ho imparato in meno di un mese di ricerca lavoro? Sia fatto santo internet e Facebook, se non fosse per il gruppo “Basta con gli annunci di lavoro TRUFFA!!!” avrei fatto altri viaggi a vuoto.

Chiedere sempre il nome dell’azienda che ti sta contattando e di cosa si occupa.

Chiedere sempre un nome e un numero di telefono di riferimento.

Fare domande, tante, sempre; andare a un colloquio è un investimento, del proprio tempo e del proprio denaro, che ci si sposti con i mezzi pubblici o con la propria auto.